“Nessuna uccisione,” disse Jordan. “Stiamo cercando di farti sentire tranquillo, così che tu non vada in fiamme. Sangue, uccisioni e guerra sono tutte cosa non-tranquille. Non c’è altro che ti piaccia? Le foreste pluviali? Il cinguettio degli uccellini?”
“Armi,” rispose Jace. “Mi piacciono le armi.”
“Comincio a pensare che ci siano problemi con la filosofia di vita, qui.”
Jace si sporse in avanti, i palmi delle mani sul pavimento. “Sono un guerriero,” disse. “Sono stato cresciuto come un guerriero. Non avevo giocattoli, avevo armi. Ho dormito con una spada di legno fino ai cinque anni. I miei primi libri sono stati demonologie medievali con pagine miniate. Le prime canzoni che ho imparato erano canti per bandire i demoni. So cosa mi dà pace, e non si tratta né delle spiagge sabbiose né del cinguettio degli uccelli nella foresta pluviale. Voglio un’arma in mano e una strategia per vincere.”
Jordan lo guardò senza scomporsi. “Quindi stai dicendo che ciò che ti dà pace… è la guerra.”
“L’hai capito.”
—
“No killing,” Jordan said. “We’re trying to make you feel peaceful, so you don’t go up in flames. Blood, killing, war, those are all non-peaceful things. Isn’t there anything else you like? Rainforests? Chirping birds?”
“Weapons,” said Jace. “I like weapons.”
“I’m starting to think we have a problematic issue of personal philosophy here.”
Jace leaned forward, his palms flat on the ground. “I’m a warrior,” he said. “I was brought up as a warrior. I didn’t have toys, I had weapons. I slept with a wooden sword until I was five. My first books were medieval demonologies with illuminated pages. The first songs I learned were chants to banish demons. I know what brings me peace, and it isn’t sandy beaches or chirping birds in rainforests. I want a weapon in my hand and a strategy to win.”
Jordan looked at him levelly. “So you’re saying that what brings you peace … is war.”
“Now you get it.”
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