Qualche giorno fa Cassie ha dato una bella risposta, su Tumblr, riguardo i cattivi e la loro creazione. 🙂 Visto che è interessante (e che qualche aspirante scrittore potrebbe trovarla utile), abbiamo pensato di tradurla e caricarvela qui sul sito. 😉 Fateci sapere che ve ne pare!
« “Ehi, volevo solo dirti che sono una grande fan dei tuoi libri. Specialmente di The Mortal Instruments. Non vedo l’ora che esca Città del Fuoco Celeste. Mi farebbe molto piacere una tua risposta, quindi, per favore, scrivimi. Ho una domanda sul come introdurre i cattivi ai lettori senza però dilungarsi troppo e annoiarli. Come fai? Specialmente per le scene di Sebastian/Jonathan – in un certo senso, noi SAPEVAMO e basta che era cattivo.”
Beh, Sebastian in verità è stato introdotto in maniera piuttosto innocente, e sono state le piccole cose che ha fatto – litigare con Clary sulla possibilità che Valentine volesse bene a Jace, come figlio, o no, il modo in cui l’ha baciata senza che lei gli desse il permesso – a lasciar intendere che ci fosse qualcosa di… sbagliato.
Il problema, quando si devono introdurre dei personaggi “cattivi”, è che ci sono mille modi per farlo, perché esistono milioni di “nemici” diversi (basta dare un’occhiata a tvtropes.com). Bisogna però mettere da parte l’idea che tutti i cattivi/antagonisti siano come Voldemort, fondamentalmente cattivi e divertiti da questo. L’antagonista è una cosa sola: una persona che desidera ciò che il tuo protagonista/il buono non vuole.
Il tuo protagonista vuole uscire di prigione; il cattivo vuole tenerlo dentro. Il tuo personaggio vuole salvare un villaggio; il cattivo vuole distruggerlo. O il tuo protagonista vuole distruggere il villaggio e il cattivo vuole salvarlo. (Perché no? La città potrebbe essere piena di zombie o scienziati all’opera per rilasciare un mega-virus che ucciderà tutti o tutto.)
La prima cosa che devi sapere del tuo protagonista è ciò che desidera fare. Una delle prime cose che devi conoscere del tuo nemico è come il suo desiderio sia diametralmente opposto a quello del protagonista.
Inoltre, ricorda che sono i più piccoli gesti personali a farci odiare i cattivi. Far esplodere il mondo è ovviamente un obiettivo malvagio. Come anche uccidere un sacco di persone. Ma a volte anche l’eroe, messo con le spalle al muro, si trova costretto a fare cose simili (il Dottore ha annientato i Signori del Tempo; ci sono un sacco di altri eroi assassini). Ma sapete cos’è che non fa il Dottore? Dare cattive mance ai camerieri. Abusare fisicamente dei suoi compagni. (Okay, non sono un’esperta di Doctor Who e non ho visto tutti gli episodi, ma non mi pare il genere di cosa che farebbe.) Se lo facesse, lo odieremmo: odiamo le azioni meschine pervase di egoismo, e odiamo che un personaggio faccia del male a un altro personaggio che ci sta a cuore. Per esempio: non avevo problemi con Loki, quando ha ucciso quel mucchio di persone all’inizio di The Avengers, ma quando ha ammazzato Coulson ho desiderato che cadesse dal pianeta e morisse, anche se a interpretarlo era Tom Hiddleston.
Oh, zitto, Loki.
Il punto è: il tuo personaggio “cattivo” desidera qualcosa che il protagonista non vuole, attacca in maniera personale gli eroi a cui teniamo (Mortmain che desidera uccidere tutti gli Shadowhunters è astratto; Mortmain che tortura Jem bloccando lo scambio di yin fen e progetta di violentare Tessa è odioso in maniera specifica). Il suo dev’essere un motivo credibile (può essere qualsiasi cosa, purché resti personale e credibile).
Crea dei personaggi a cui le persone vorranno bene, da’ loro le cose che desiderano, assicurati che anche il lettore le voglia (cosa che, se amerà l’eroe/eroina, succederà di certo) e poi fa’ in modo che il cattivo gliele porti via. Se ci pensi, è questo che la Umbridge ha fatto più di Voldemort. »
Le ultime tre righe mi mettono ansia….”Dà loro le cose che desiderano […] e poi fai in modo che il cattivo gliele porti via.
Non so a voi,ma a me fa pensare ai miei Malec,oppure i Clace e a tante altre cose.
Ormai quando parla lei vedo la morte o qualunque tipo di catastrofe :eager:
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