Okay, Shadowhunters – Cassie ha pubblicato un nuovo snippet per il Pride Month, e io ve lo carico di nuovo da telefono perché ho troppo mal di testa per accendere il pc (“E allora perchééé perdi tempo online?” Perché ho visto la notifica dello snippet e non potevo non caricarvelo. ;___; Ma, prometto solennemente, domani arriveranno capitolo, approfondimento sulla cancellazione E post sul BookCon. Tanto ho tutto praticamente pronto, mi manca solo la forza di fare una revisione).
*Fugge via prima che la pestino, lasciando dietro di sé lo snippet più dolce dell’universo*
« Un altro estratto per il Pride Month – Magnus, Alec e la loro bellissima famiglia. 🙂 In The Land I Lost, in uscita a ottobre! »
Mentre lui parlava, Magnus fece un piccolo sospiro e si appoggiò contro Alec; uno di quei piccoli gesti inconsci che per Alec significavano tutto. Gli ricordavano sempre la prima volta che aveva toccato Magnus: all’epoca, aveva pensato di sentirsi stordito per il sollievo e per la gioia, perché finalmente, dopo aver sempre creduto che gli non sarebbe mai capitato, stava toccando una persona da cui voleva essere toccato.
Ora invece era certo che fosse successo perché quello era Magnus: doveva esserne stato consapevole anche al tempo. Quel gesto adesso parlava di tutti i giorni trascorsi dal primo. Quando sentì Magnus che gli si rilassava contro, Alec ebbe la sensazione di potersi rilassare a sua volta. Qualunque fosse la strana missione che Jem e Tessa avevano bisogno che lui portasse a termine, sarebbe stato in grado di svolgerla. E poi sarebbe tornato a casa.
Mentre Alec restava in silenzio, il Presidente Miao tentò una folle fuga dalla stretta amorevole di Max, sfrecciando lungo il pavimento fino alla camera da letto di Alec e Magnus, dove Alec sospettava che si sarebbe nascosto sotto al letto per tutto il resto del giorno. Max lo osservò andare via con aria affranta; poi alzò lo sguardo e sorrise, i denti simili a piccole perle bianche. Sgambettò oltre il pentagramma scintillante e si tuffò addosso ad Alec come se non lo avesse visto per settimane. Alec riceveva sempre lo stesso saluto entusiasta, sia che fosse appena tornato da un viaggio, da una pattuglia o semplicemente da un’altra stanza della casa, dopo esserci rimasto per cinque minuti.
“Ciao, papino!”
Alec si inginocchiò e aprì le braccia per sollevare Max. “Ehi, bambino mio.”
Rimase lì con Max accoccolato tra le braccia, simile a una sorta di morbido ammasso di fiocchi e arti tondeggianti, ad ascoltare la sua risata gorgogliante. Quando Max era più piccolo, Alec era solito meravigliarsi di quanto perfettamente quel corpicino stesse nella curva delle sue braccia, come se fosse stato creato per rifugiarsi lì. Alec al tempo era stato a malapena in grado di immaginare Max che diventava più grande. Ma non avrebbe dovuto preoccuparsi. Di qualunque taglia fosse diventato suo figlio, sarebbe sempre stato delle dimensioni giuste perché Alec potesse stringerlo.
awwww i miei feeeelss!!!!!!!!!!!! mi sto sciogliendo dalla dolcezza!! grazie per la traduzione!
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