Buongiorno, Shadowhunters: siamo ufficialmente a UNA SETTIMANA DI DISTANZA DA “LA CATENA D’ORO”! *Urlano*
E ieri, per festeggiare, Hypable.com ha condiviso un nuovo estratto (piuttosto lungo!) del libro. ;D
Quando pensate che si svolga questa scena? Avete teorie in merito?
Buona lettura! Aspettiamo con ansia di leggere le vostre teorie. 😉
PS: tra parentesi, vi segnaliamo che stasera alle 21 arriverà il book trailer di CoG2! Verrà caricato in anteprima da Christine Riccio su YouTube. <3 Noi non vediamo l’ora!
Cordelia non riusciva a capire perché fosse così preoccupata per Lucie. Erano stati aperti diversi salottini riservati, e Lucie poteva essersi infilata all’interno di uno di essi, o magari se n’era tornata nella sua stanza. Poteva seriamente trovarsi in un punto qualsiasi dell’Istituto. Matthew le aveva suggerito di non preoccuparsi, prima di correre via chissà dove, eppure Cordelia proprio non riusciva a liberarsi di quel senso di disagio.
“Per carità!” urlò qualcuno, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Era la voce di un uomo, bassa e baritonale. “Qualcuno la aiuti!”
Cordelia si guardò intorno: sembravano tutti sorpresi, impegnati a chiacchierare tra loro. In lontananza vide un ampio gruppo di persone circondare qualunque cosa fosse successa. Si sollevò le gonne e iniziò a farsi strada tra la folla.
Riusciva a sentire i capelli che sfuggivano alla sua accurata acconciatura e le ricadevano lungo le spalle. Sua madre si sarebbe infuriata, ma diamine. Perché non si davano una mossa? Erano Shadowhunters. Cosa diavolo ci facevano lì impalati mentre qualcuno era in difficoltà?
Si intrufolò in mezzo a uno stretto gruppo di spettatori: sul pavimento c’era un giovane uomo che stringeva tra le braccia il corpo accasciato di Barbara Lightwood. Oliver Hayward, realizzò Cordelia. Il corteggiatore di Barbara. “Ballavamo,” stava dicendo con aria frastornata, “e a un tratto è svenuta…”
Cordelia si lasciò cadere in ginocchio. Barbara Lightwood era di un bianco spettrale, con i capelli madidi di sudore sulle tempie. Prendeva respiri corti e irregolari. In situazioni del genere, Cordelia si liberava di qualunque timidezza: le riusciva solo di pensare alla prossima mossa. “Ha bisogno di aria,” sentenziò. “Il corsetto le sta dando il tormento, probabilmente. Qualcuno ha un coltello?”
Anna Lightwood si fece spazio tra la calca e la raggiunse, inginocchiandosi di fronte a lei con fluida grazia. “Ho un pugnale,” disse, estraendo una lama avvolta nel fodero dal suo panciotto. “Cosa bisogna fare?”
“Dobbiamo tagliarle il corsetto,” spiegò Cordelia. “Ha subito uno shock, e ha bisogno di respirare.”
“Lascia fare a me,” sentenziò Anna. Aveva una voce rauca straordinaria, come miele e carta vetrata insieme. Si protese per togliere Barbara dalla presa di Oliver, e poi fece scorrere il pugnale lungo il retro del suo vestito, separando delicatamente prima la stoffa e poi il materiale più spesso del corsetto sottostante. Mentre si staccava dal corpo di Barbara, Anna alzò lo sguardo e chiese distrattamente: “Ari – il tuo scialle…”
Ariadne Bridgestock si tolse rapida lo scialle di seta dalle spalle e lo porse ad Anna, che lo usò per avvolgere la cugina e concederle un po’ di decoro. Barbara aveva ricominciato di già a respirare in maniera più regolare; le sue guance stavano riprendendo colore. Da sopra la sua testa, Anna osservò Cordelia con un’espressione pensosa negli occhi azzurri.
“Che sta succedendo?” Sophie Lightwood si era fatta strada tra la cerchia di spettatori, seguita da suo marito Gideon. “Barbara!” Si rivolse a Oliver, che stava in piedi lì accanto, l’aria profondamente sconvolta. “È caduta?”
“Svenuta,” ripeté Oliver. “Stavamo ballando, e ha perso i sensi…”
Le palpebre di Barbara sfarfallarono. Si mise a sedere tra le braccia della cugina, alzando lo sguardo sulla madre. Le guance le si tinsero di un rosso intenso. “Sto – sto bene,” dichiarò. “Adesso sto bene. Ho avuto un mancamento, uno stupidissimo mancamento.”
Mentre altri ospiti si univano all’ampia cerchia di spettatori intorno a Barbara, Cordelia si rimise in piedi. Gideon e Sophie avevano aiutato la figlia ad alzarsi, e Thomas, sbucato dalla folla, offrì alla sorella un fazzoletto dall’aria consumata. Barbara lo accettò con un sorriso incerto e se lo portò alle labbra.
Ne venne via macchiato di sangue.
“Mi sono morsa il labbro,” si affrettò a spiegare Barbara. “Sono caduta e mi sono morsa il labbro. Ecco tutto.”
“Ci serve uno stilo,” dichiarò Thomas. “James?”
Cordelia non si era resa conto che ci fosse anche James. Si voltò e scoprì che era proprio accanto a lei.
Vederlo la fece sussultare. Anni prima, a James era venuta la febbre bollente: le ricordò l’aspetto che aveva avuto allora, pallido e malato. “Il mio stilo,” disse lui con voce ruvida. “È nel taschino. A Barbara serve una runa di guarigione.”
Per un istante Cordelia si chiese perché non potesse prenderlo da solo, ma James teneva le mani strette lungo i fianchi, rigide come pietre. Allungò una mano e gli rovistò nervosamente il petto. Sotto le dita poteva sentire la seta e il tessuto dell’abito, oltre al battito del suo cuore. Tirò fuori il sottile oggetto a forma di penna e lo porse a Thomas, che lo accettò con un’espressione di sorpresa riconoscenza. Cordelia non l’aveva osservato granché, fino a quel momento – Thomas aveva gli occhi nocciola brillante di sua madre, incorniciati da folte ciglia marroni.
“James.” Lucie era sgusciata tra James e Cordelia, e stava tirando la manica del fratello. “Jamie. Sei…”
Lui scosse il capo. “Non ora, Luce.”
Lucie sembrava preoccupata. I tre rimasero silenziosamente a guardare mentre Thomas terminava la runa di guarigione sul braccio della sorella, e poi Barbara ribadiva a gran voce di sentirsi bene, e che si era trattato di un semplice mancamento. “Mi sono dimenticata di mangiare, oggi,” spiegò a sua madre, mentre Sophie la cingeva con un braccio. “Ecco tutto.”
“In ogni caso, sarà comunque meglio riportarti a casa,” le disse Sophie, guardandosi intorno. “Will, potresti far venire la carrozza?”
La folla iniziò a sparpagliarsi; chiaramente non c’era più nulla di interessante da vedere. La famiglia Lightwood stava raggiungendo la porta, Barbara al braccio di Thomas, quando venne interrotta. Un uomo dal petto carenato e con un paio di baffi neri a manubrio era corso da Gideon e gli stava parlando con fare concitato.
“Che sta dicendo l’Inquisitore a zio Gideon?” domandò Lucie, incuriosa. James e Matthew si limitarono a scuotere la testa. Dopo pochi attimi, Gideon fece un cenno d’assenso e seguì l’uomo – l’Inquisitore, suppose Cordelia – nel punto in cui Charles stava parlando con Grace Blackthorn. Lei teneva il viso rivolto verso quello di lui, e i suoi occhi erano luminosi e interessati. A Cordelia tornarono in mente tutte le lezioni di sua madre sul come sembrare interessate alle conversazioni durante gli eventi sociali: Grace sembrava averle già assimilate tutte, benché fosse in società da pochissimo tempo.
Charles distolse lo sguardo da Grace con fare riluttante e si rivolse a Gideon Lightwood. L’Inquisitore stava attraversando la folla; mentre passava, si fermò a parlare con numerosi Shadowhunters. La maggior parte di loro sembrava avere l’età di Charles: Cordelia ipotizzava che fosse sulla ventina.
“Sembra che la festa si sia conclusa,” osservò Alastair, sbucando dalla folla con un sigaro in mano. Ci stava gesticolando, ma Cordelia sapeva che, se mai avesse iniziato a fumare sul serio il tabacco, Sona l’avrebbe ucciso. “Pare che ci sia stato un attacco di demoni Shax a Seven Dials.”
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