Buon
pomeriggio, Shadowhunters! Ieri Cassie ha spedito una nuova newsletter, e
questa volta al suo interno era presente un lunghissimo estratto di “Red
Scrolls of Magic” (che, ve lo ricordiamo, uscirà il 9 aprile in
America/Inghilterra. L’edizione italiana è prevista per quest’anno, ma per il
momento non sappiamo darvi una data orientativa). <3
In fondo al post, adeguatamente segnalata, c’è pure un’immagine spoiler da Fantasmi del Mercato delle Ombre – nello
specifico, è un’illustrazione che ci presenta una delle ultime due storie
(quelle che verranno rese disponibili con il cartaceo), Forever Fallen.
Detto ciò… vi lasciamo all’estratto! Non abbiamo avuto modo di rileggerlo, per sfortuna, quindi sappiate che eventuali errori/refusi verranno corretti quanto prima. XD Buona lettura, e ricordatevi di farci conoscere la vostra opinione sullo snippet!
Mentre tornavano in auto, Magnus guardò Alec e si passò le chiavi da una mano all’altra.
“Andremo più veloci dividendoci i turni di guida,” suggerì Alec con fare fiducioso.
“Hai mai guidato con il cambio manuale?”
Alec esitò. “Non può essere più difficile di scoccare una freccia con l’arco mentre stai cavalcando un cavallo al galoppo.”
“No di certo,” confermò Magnus. “E poi, hai dei riflessi sovraumani. Qual è la cosa peggiore che potrebbe succedere?”
Lanciò le chiavi ad Alec e si sistemò sul sedile del passeggero con un sorriso. Alec ghignò in risposta e raggiunse quello del guidatore.
Magnus gli suggerì di fare qualche giro di prova nel parcheggio.
“Devi sollevare il piede sinistro mentre dai gas con quello destro,” spiegò. Alec lo guardò.
“Oh, no,” rispose con fare beffardo. “Devo muovere entrambi i piedi allo stesso tempo. Come farò a gestire delle richieste di agilità simili?” Si voltò, diede gas e fu ricompensato da uno stridio intenso, simile al verso di una banshee in trappola. Magnus sorrise, ma non fece commenti.
Nel giro di poco, ovviamente, Alec fu in grado di muoversi con sufficiente abilità in giro per il parcheggio.
“Pronto a portare lo spettacolo in strada?” gli domandò Magnus.
Alec rispose semplicemente con un sorriso, prima di lasciare il parcheggio. Gli sfuggì un verso di delizia e sorpresa mentre la Maserati sbandava lungo la piccola strada. Svoltarono in un rettilineo e Alec colpì l’acceleratore.
“Stiamo andando davvero veloci,” osservò Shinyun. “Perché stiamo andando così veloci?”
Il ringhio basso e amichevole della piccola decappottabile rossa riempì l’aria. Alec spostò lo sguardo verso Magnus e lo vide indossare i suoi occhiali e appoggiare il gomito alla portiera, mentre si sporgeva di lato e sorrideva alla folata di vento che gli sferzò il viso.
Alec era felice di poter dare a Magnus un momento di pausa. E poi non si era reso conto che questo tipo di guida selvaggia e teatrale fosse anche a sua disposizione. Quando pensava alle auto, pensava a Manhattan: decisamente troppi veicoli in neanche lontanamente abbastanza strada, che scoppiettavano lentamente e con fare infelice attraverso le vene della città. Lì camminare a piedi era una liberazione. Ma qui, nella campagna toscana, l’auto era un tipo tutto suo di liberazione, una liberazione emozionante. Guardò il suo fidanzato insopportabilmente bello, coi capelli svolazzanti e gli occhi socchiusi dietro alle lenti scure. A volte, la sua vita sapeva essere bella. Ignorò volutamente la strega imbronciata sui sedili posteriori.
Nel corso dell’ora successiva, seguirono gli Appennini attraverso il cuore della Toscana. Sulla loro sinistra c’erano i campi d’oro inondati dalla luce del tramonto, e a destra c’erano fila di case di campagna di pietra sulle cime delle colline, che osservavano un oceano di vigneti verdi. I cipressi sussurravano nel vento.
Era notte fonda quando raggiunsero quelle che, stando a Magnus, erano chiamate le Colline del Chianti. Alec non le guardò. Ormai si sentiva abbastanza sicuro alla guida della Maserati, ma gestire il cambio manuale insieme a così tante curve brusche mentre guidava di notte e quasi sull’orlo di un precipizio era un’esperienza completamente diversa, e che metteva a rischio le loro stesse vite.
A rendere ancora più tormentosa la situazione era il fatto che i fari fornissero loro solo una manciata di metri di visibilità, quindi tutto ciò che riuscivano a vedere erano la linea sottile della strada davanti a loro, il fianco liscio della montagna e la cima a strapiombo che dava sul cielo aperto. Solo una di queste opzioni era almeno accettabile.
Alec riuscì a scalare correttamente di marcia durante le prime svolte, ma il sudore gli pungeva gli occhi.
“Va tutto bene?” gli chiese Magnus.
“Sì,” rispose alla svelta Alec.
Si guadagnava da vivere combattendo i demoni. Qui si parlava di guidare, una cosa che persino i mondani facevano senza alcun talento insolito o runa che migliorasse i loro sensi. Non doveva fare altro che concentrarsi.
Stava stringendo il volante con troppa forza, e dava uno strattone al cambio ogni volta che doveva fare una svolta difficile.
Alec scelse il momento sbagliato per prendere una curva particolarmente complicata, e la macchina prese a sbandare senza controllo. Cercò di premere l’acceleratore e uniformare la velocità, ma finì col colpire il freno, e l’auto si ritrovò a ruotare lungo un ripido pendio.
Il panorama davanti a loro non era una vista gradita. Significava che stavano per cadere da un precipizio.
Alec allungò un braccio per fare da scudo a Magnus, e Magnus glielo afferrò. Alec aveva già provato questa strana sensazione di connessione, in precedenza, quando si erano trovati su una nave in mezzo a delle acque agitate: Magnus che lo cercava, che aveva bisogno della sua forza. Voltò la mano sotto quella di Magnus e intrecciò le loro dita, non provando altro che il caldo e forte impulso di protendersi a sua volta verso di lui.
L’auto era appena uscita dalla strada sbandando e si stava capovolgendo di fianco quando smise improvvisamente di muoversi, con le due ruote anteriori che giravano contro nient’altro che aria e morbida magia blu. Restò sospesa per un attimo e poi si raddrizzò, rotolando di nuovo sul sentiero stretto e sporco accanto alla strada.
“Te l’avevo detto che stavamo andando troppo veloci,” commentò vagamente Shinyun dai sedili posteriori.
Alec tenne stretta la mano di Magnus, mantenendo le dita serrate contro il suo petto. Il cuore di uno stregone ha un battito diverso rispetto a quello di un umano. Il battito di Magnus era una rassicurazione, lì nel buio. Alec lo conosceva già bene.
“È solo un minuscolo precipizio,” disse Magnus. “Nulla che non possiamo gestire.”
Lui e Alec uscirono dall’auto. Magnus spalancò le braccia come per abbracciare il cielo notturno. Alec camminò fino all’orlo del precipizio e guardò verso il basso, fischiando in direzione della lunga discesa a strapiombo che portava al burrone. Spostò lo sguardo di lato verso un sentiero piccolo e sporco, che portava a una radura che sporgeva dal precipizio. Chiamò Magnus. “Guidare di notte è parecchio pericoloso. Forse dovremmo restare qui.”
Magnus si guardò intorno. “Qui… e basta?”
“Accamparci potrebbe essere divertente,” gli rispose Alec. “Possiamo arrostire dei marshmallow. Dovrai evocare le provviste da qualche parte, ovviamente.”
Shinyun era uscita fuori dall’auto e si stava avvicinando a loro. “Lasciami indovinare,” disse a Magnus con tono piatto. “Tesoro, la tua idea di campeggio è un hotel senza minibar.”
Magnus le lanciò un’occhiata.
“Ti ho battuto sul tempo,” lo informò Shinyun.
Magnus alzò lo sguardo verso il cielo notturno. Alec riusciva a vedere la curva argentata della luna crescente riflessa nell’oro dei suoi occhi. Si abbinava bene alla piega improvvisa del suo sorriso.
“D’accordo,” esclamò Magnus. “Divertiamoci.”
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