Buon pomeriggio, Shadowhunters!
Come va? Speriamo che questo luglio sia trascorso/stia trascorrendo nel migliore dei modi. 🙂
Ieri Cassie ha inviato una nuova newsletter, contenente uno snippet (lo trovate qui in basso) e un’illustrazione su Matthew:
Il disegno è ovviamente di Cassandra Jean, e verrà inserito nei riguardi di una delle raccolte del Kickstarter. Bellissimo, non trovate? ;D
Riguardo alla storia su Matthew, Cassie dice: «È incentrata su Matthew, che nel 1904 si imbarca su un transatlantico infestato da vampiri».
Non vediamo l’ora di leggerla! <3
PS: prima di lasciarvi all’estratto, vi segnaliamo che Cassie ha approfittato della newsletter per accennare a delle “notizie da Hollywood” per Sword Catcher… che per il momento non è autorizzata a condividere.
Di che pensate che si tratti? Adattamento in vista?
PPS: oggi è il compleanno di Cassie! Le avete già fatto gli auguri? 😀
« Da “A Sea Change”, la novella su Matthew esclusiva del Kickstarter. »
Era una notte splendida.
Il ponte di passeggiata avvolgeva la Majestic in tutta la sua interezza, come una sorta di collana di legno lucido e finiture in ottone. Erano in pochi ad andarsene in giro come Matthew, forse perché faceva fresco e c’era vento; gli Shadowhunters, però, erano abituati al freddo. Inoltre, le folate tenevano lontane le nuvole, esponendo un cielo talmente pieno di stelle da sembrare un cassetto che un gioielliere aveva frettolosamente riempito di manciate di diamanti.
Un anno prima, Matthew non sarebbe riuscito a godersi il sentiero di luce lunare che si dipingeva sull’acqua, né il cielo infuocato da una fiamma bianca. Sarebbe stato troppo impegnato a pensare al suo ultimo drink, o a dove procurarsene un altro. Un frenetico ciclo di dolore, vergogna e desiderio; un ciclo che aveva dovuto percorrere senza farsi notare, nascondendo i suoi segreti ad amici e familiari.
Adesso non portava più quel peso. Si sentiva leggero, e talvolta stranamente stazionario, come un mulino a vento in una notte in cui di vento non ne soffia. Non si disprezzava più, ma neanche conosceva il proprio scopo nella vita. Sempre ammesso – si diceva – che uno scopo dovesse averlo. Non bastava essere uno Shadowhunter? Uno tra tanti, certo, ma con il fine unico di proteggere l’umanità dai demoni. Di preservare la pace tra i Nascosti – stregoni, licantropi, fate, vampiri – e i mondani.
Un anno prima non sarebbe neanche stato in grado di identificare così alla svelta la natura vampira di Miss Gwendolyn, probabilmente. D’altro canto, Matthew trascorreva molto più tempo di un comune Shadowhunter in compagnia dei Nascosti. Di alcuni era amico, ma non si illudeva che questo significasse che non erano pericolosi. E una vampira nascosta tra gli umani era evidente motivo di preoccupazione.
Aveva preso nota del fatto che Gwendolyn non aveva mangiato, della parsimonia con cui aveva bevuto. Della trasparenza delle sue unghie. Del suo pallore, benché nascosto sotto uno strato di trucco. Delle vene sulle sue tempie: erano visibili, quindi Gwendolyn doveva essere affamata. E poi c’era stato lo strano comportamento di Orville Cole. La venerazione con cui l’aveva fissata. Capitava spesso che gli umani restassero preda dell’incantesimo dei vampiri, incapaci di resistergli. Non si trattava propriamente di un rapporto di schiavitù, in cui il vampiro nutriva l’umano del proprio sangue e gli prometteva la vita eterna, ma era comunque un utilizzo della magia vampiresca vietato dagli Accordi.
Anche se Gwendolyn era più che altro parsa infastidita da tutte le attenzioni di Cole. Forse l’aveva incantato senza volerlo, e non desiderava altro che sbarazzarsene. Difficile a dirsi: Matthew non aveva la sensazione che fosse vampira da molto tempo.
Proprio in quel momento, lo Shadowhunter andò a scontrarsi con qualcosa di solido.
“Pardonnez-moi… Ah. Sei tu.” Il giovane uomo della cena, Sylvain Allard, era spuntato dalle ombre della notte. Indossava un completo estivo scuro, che si confondeva con il buio.
EDIT: aggiungiamo anche un vecchio snippet del racconto che non avevamo ancora avuto modo di caricare!
“E da dove ha detto di venire, Mr. Worthing?”
Matthew posò il bicchiere di vino. Non aveva bevuto neanche un sorso del liquido al suo interno, ovviamente, ma si era reso conto che per ingannare la maggior parte delle persone – e di conseguenza evitare fastidiose domande sul perché fosse astemio – bastava rigirarsi lo stelo tra le dita e gesticolare di quando in quando con il calice.
“La tenuta della mia famiglia si trova nell’Hampshire,” disse, usando un accento quanto più sussiegoso possibile. Aveva deciso che, ai fini di quel viaggio per mare, si sarebbe fatto passare per un idiota dell’alta borghesia britannica, di quelli che amavano andare a caccia di volpi. Braccano delle povere volpi indifese nei parchi di abitazioni enormi, pensò. Perché non provano qualcosa di seriamente difficile, come cacciare un demone Feroci nei vicoli di Londra? “Ci tornerò dopo aver visitato Constantinopoli e concluso il mio Grand Tour.”
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