La nostra Cassie ha caricato due nuove risposte sul suo account Tumblr. 😉 Nella prima parla della forza e della vulnerabilità del nostro Alec – nel secondo, invece, di Matthew Fairchild e Will Herondale.
Vi segnaliamo che il secondo post contiene SPOILER DI NOTHING BUT SHADOWS (il racconto di Tales from the Shadowhunter Academy pubblicato ieri in lingua originale), quindi fate attenzione!
« “Ciao, Cassie! So che hai descritto Alec come un personaggio sia forte che vulnerabile, ma non riesco proprio a capire come possa essere entrambe le cose. So che non sono opposti, ma proprio non concepisco come una persona possa essere forte e vulnerabile, perché non ho mai visto questi due tratti insieme in un personaggio, prima di Alec. Potresti magari farmi degli esempi in cui li mostra? Passa una bella giornata!”
Un sacco di personaggi possiedono entrambi questi tratti, inclusi Alec, Jace e Isabelle. La capacità di essere sia forti che vulnerabili è una grossa parte di ciò che ci rende degli umani (e Shadowhunters!) emotivamente in salute. I personaggi che sono sì forti, ma non disposti ad ammettere la loro vulnerabilità, tendono a risultare dei rulli compressori. Si muovono e basta. A volte Jace e Isabelle imitano questo tipo di atteggiamento, ma via via che i libri vanno avanti, entrambi diventano più capaci di mostrarsi vulnerabili.
Ma qui stiamo parlando di Alec. Alec ha, in verità, cominciato la serie molto più disposto a essere vulnerabile dei suoi fratelli.
Esempi della forza di Alec? Alec è costantemente protettivo nei confronti delle persone che ama. In Città di Vetro, Jace dice: “Credo di aver fatto venire ad Alec un complesso sul tipo di guerriero che è, solo perché desiderava vivere.”
Alec è andato più e più volte in battaglia insieme al suo migliore amico, che prova un desiderio di morire. Badava a Jace e gli impediva di distruggersi. Col passare del tempo, Alec salva anche Isabelle, Magnus e un sacco di altre persone, in battaglia. Alec non prova il desiderio di morire che aveva Jace. In effetti, il suo era un desiderio di vivere. Non tutti sanno gettarsi in pericoli mortali senza pensare alla propria (e a quella altrui) salvezza. C’è forza nel proteggere ciò che si ama. I Nephilim potranno pure idealizzare i nobili sacrifici, ma sarebbero in grossi guai se tutti abbracciassero questa filosofia.
Da Città di Ossa:
“Tu non capisci,” disse Alec. “Non lo conosci. Io lo conosco. Pensa di dover salvare il mondo; sarebbe felice di uccidersi provandoci. Volte pensa pure di voler morire, ma questo non implica che tu debba incoraggiarlo.”
“Non capisco,” gli rispose lei. “Jace è un Nephilim. È questo quello che fate: salvate le persone, uccidete i demoni, vi mettete in pericolo. Perché la scorsa notte dovrebbe essere diversa?”
Il controllo di Alec andò in frantumi. “Perché mi ha lasciato indietro!” urlò. “Di norma sono con lui, lo copro, gli guardo le spalle, lo tengo al sicuro…”
Sempre da Città di Ossa:
Clary lo seguì. “È più bravo di Isabelle?” chiese di nuovo. “Alec, intendo.”
“Più bravo?” disse [Jace]. “A cacciare i demoni? No, non davvero. Non ne ha mai ucciso uno.”
“Sul serio?”
“Non so perché. Forse perché pensa sempre a proteggere me e Izzy.”
E uno dei miei esempi preferiti della vulnerabilità di Alec viene da Città di Vetro:
Magnus lo stava fissando. Si era liberato dei restanti demoni Iblis e, eccezion fatta per loro due, la pizza era vuota. “Mi hai appena – mi hai appena salvato la vita?”
Alec sapeva che avrebbe dovuto rispondere qualcosa tipo: certo, perché sono Shadowhunter ed è questo ciò che facciamo, oppure: è il mio lavoro. Jace avrebbe detto una roba simile. Jace sapeva sempre qual’era la cosa giusta da dire. Ma le parole che uscirono dalla bocca di Alec furono abbastanza diverse – e suonarono petulanti persino alle sue stesse orecchie. “Non mi hai mai richiamato,” disse. “Ti ho chiamato tantissime volte, e tu non mi hai mai richiamato.”
Magnus guardava Alec come convinto che avesse perso la ragione. “La tua città è sotto assedio,” rispose. “Le mura sono distrutte, e le strade sono piene di demoni. E tu vuoi sapere perché non ti ho chiamato?”
Alec strinse la mascella. “Voglio sapere perché non mi hai richiamato.”
Alec non finge di essere duro. Non mette su una facciata per nascondere ciò che prova, come fanno Isabelle e Jace. È onesto. Quella vulnerabilità è parte di lui tanto quanto lo è la sua forza. »
SPOILER DA NOTHING BUT SHADOWS:
« “Perché Will [in Nothing But Shadows] dice: ‘Il tuo nome è Matthew, giusto?’, se lo conosce dalla nascita, conosce Charlotte e Henry e vivono tutti all’Istituto?”
Non vivono tutti all’Istituto. Charlotte e Henry stanno a Idris, perché Charlotte è il Console, e quando vanno a Londra vivono nella casa londinese del Console, proprio come Josiah Wayland non viveva con Charlotte e Henry in The Infernal Devices. E Tessa e Will non passano molto tempo a Idris (solo le estati, come scopriremo più tardi), perché ci sono Shadowhunters a disagio con la discendenza di Tessa, e il lavoro di Will è a Londra.
James dice che Matthew sta a Idris con Henry, e Matthew spiega che lo fa perché vuole badare al padre. Tutto ciò ha portato a una situazione in cui James e Matthew, e Matthew e Will, in questo momento non si conoscono così bene. L’ultima volta che Will ha visto Matthew è stata a una festa di Natale, insieme a tanta gente e a bambini che correvano ovunque. Quindi è successo un po’ di tempo fa – e Matthew è cresciuto, come ci permette di dedurre il fatto che sia tanto più alto di James, ed è vestito in maniera sorprendente ed eccentrica. 🙂
Inoltre, Will è preso dal fatto che suo figlio è stato appena espulso dall’Accademia a causa della sua discendenza demoniaca, cosa sia seriamente irritante che dolorosa, e non si aspettava che il figlio più giovane di Charlotte e Henry avrebbe fatto scoppiare l’Accademia, gli avrebbe chiesto di portarlo a Londra e avrebbe continuato a blaterare di esplosioni. Non preoccupatevi, diventerà in un attimo “Zio Will” e Matthew verrà trovato addormentato sotto al pianoforte della stanza della musica e si scambieranno citazioni di Oscar Wilde mentre mangiano le aringhe affumicate. »
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