Shadowhunters, buon pomeriggio!
Questo lunedì vi portiamo il resoconto del viaggio di Emma e Julian a New York: saranno riusciti a trovare i candelieri dei Lightwood, oppure questa “gita” si sarà rivelata un grosso buco nell’acqua?
Beh… leggete e lo scoprirete. Buon divertimento! ;P
Cara Cristina!
Mi spiace farti trasalire, ma all’inizio avevo scritto “Cara Cristina” seguito da una virgola e suonava leggermente avvilito. Ho provato a vivacizzarlo un po’. E voglio che tu ti faccia sentire, perché mi manchi ed è davvero frustrante che non potessi esserci quando siamo venuti a New York.
Perché Nene ha dovuto scegliere proprio questo periodo per venire a trovarvi? È forse perché ha intuizioni da fata, e ha appositamente deciso di tenerci separati? Cioè, no, è improbabile, mi sembra una brava persona. Però, dai! Potevi presentarti una settimana dopo, Nene! Ed è pure una delusione che non vi abbia raccontato un cavolo di quanto sta accadendo nella Corte Seelie. Immagino che se avesse rivelato i segreti della Corte a Kieran – che, tecnicamente, è il Re della Corte Unseelie –, la Regina avrebbe interpretato questo gesto come “cattivo” ed etichettato lei come “traditrice”, ma questo è nulla paragonato al nostro desiderio di scoprire cosa sta succedendo.
Comunque. Siamo appena rientrati da New York, dove il tempo era decisamente peggiore rispetto a Londra, ma va beh. Avevamo mandato una foto dei candelieri della chiesa ad Alec, che l’ha poi mostrata a sua madre, e lei li ha riconosciuti. Ha detto che Robert li aveva portati con sé insieme a un mucchio di altri oggetti di eredità Lightwood quando hanno lasciato Idris per spostarsi a New York, e che non sapeva cosa gli fosse successo, ma probabilmente si trovavano da qualche parte nell’Istituto. Beh, possediamo un Sensore per Fantasmi, quindi abbiamo salutato Rupert e ci siamo diretti lì. (Julian si è chiesto se Rupert senta la nostra mancanza, quando non ci siamo, però è difficile capire se i fantasmi notino lo scorrere del tempo. A ogni modo, al nostro rientro non abbiamo trovato alcuna faccina triste disegnata nella polvere, né niente di simile.)
Ci siamo visti con Jace e Clary, ovviamente, e Alec è venuto ad aiutarci. Credo che fosse parecchio curioso, visto che è un oggetto che appartiene alla sua famiglia. (Speravamo di incontrare anche Simon e Isabelle, ma erano in giro a reclutare studenti per l’Accademia Shadowhunters. E Magnus è rimasto a casa con i bimbi. Ci ha mandato un video dal loro appartamento, in cui chiedeva a Max e Rafe: “Andremo ad aiutare i nostri amici?”, e loro rispondevano in coro: “No!” Davvero carino. Cioè, Max e Rafe erano carini. Magnus forse stava approfittando un po’ della situazione.)
Trovare i candelieri è stato… alquanto semplice, in verità; per certi versi deludente. Si nascondevano in bella vista nella navata della chiesa, in mezzo a tutti gli altri candelieri e candelabri e oggetti vari collegati alle candele. E il Sensore ci ha condotti direttamente da loro. È possibile che non siano stati portati via durante il Blitz, ma che se li siano ripresi i Lightwood, no? O magari sono stati effettivamente rimossi, riportati in chiesa e poi, dopo qualche tempo, portati via dai genitori di Robert. Probabilmente non lo sapremo mai, ma del resto è probabile anche che non abbia importanza, dal momento che, cioè, ora sono in mano nostra, il mistero è risolto.
Per festeggiare, abbiamo ordinato una pizza e ce la siamo mangiata alla luce dei candelieri. Pizza di New York! La migliore. In quanto ragazza di Los Angeles, un po’ mi ferisce doverlo ammettere, ma è vero ciò che è vero. Mi era mancata. La pizza di Londra è… beh, meglio non parlarne.
Dunque, mentre mangiavamo, Jace ha chiesto ad Alec se ci fossero novità da Idris, e io e Julian ci siamo scambiati una mezza occhiata, perché novità da Idris non ne arrivano mai; la Coorte si è rinchiusa lì dentro e si rifiuta di uscirne o permettere a qualcuno di entrare, sai bene com’è.
Alec ci ha spiegato che hanno lavorato a una sorta di variante dei messaggi di fuoco in grado di attraversare le difese di Idris. Perlopiù utilizzando la capacità di Clary di inventare rune nuove. Hanno scritto loro per qualche tempo, tentando cose diverse, ma senza ricevere alcuna risposta – finché, proprio di recente, non si è fatta sentire una delle persone che detesto di più al mondo, Manuel.
Sembra che lui e Alec si siano scambiati un mucchio di messaggi. Zara si rifiuta di rispondere, e Manuel ha lasciato intendere che non le facesse piacere saperli in contatto. Alec pensa che potrebbe star mentendo, e che Zara forse non ne abbia neanche idea. Ma crede anche che Manuel sia stanco di starsene rinchiuso lì dentro e che potrebbe rivelarsi la loro via di accesso, dal momento che (come sappiamo tutti) Manuel tiene a se stesso più che a qualunque altra cosa al mondo – e di certo molto più di quanto gli importi dell’ipotetica missione della Coorte. Come ha detto Jace, Zara è una vera credente, mentre Manuel è semplicemente un opportunista.
Tutto questo discorso era ovviamente super interessante, ma a un certo punto io e Julian abbiamo cominciato a sentirci in colpa, visto che, beh, Alec è il Console. Julian ha detto di essere consapevole che Alec abbia impegni importanti da Console da portare a termine, e che è stato davvero grandioso che sia comunque venuto ad aiutarci a trovare i candelieri. E la risposta di Alec è stata davvero dolce! Ci ha spiegato che il loro gruppo newyorkese ha sempre dovuto lavorare di nascosto – che hanno sempre visto il Conclave come un nemico. Cioè, magari un nemico no, ma di certo non un alleato. Il Conclave con cui sono cresciuti ha rinchiuso Jace nella Città Silente, sai, e si è rifiutato di credere che Valentine stesse tornando. Non avrebbero mai pensato di rivolgerglisi in cerca di aiuto. Quindi Alec ha detto che per lui è davvero molto importante essere lì per gli Shadowhunters in qualità di Console; essere una persona che possono conoscere, con cui possono parlare e a cui possono rivelare i propri problemi, anziché nasconderli. E immagino che sì, conoscevamo Alec di persona sin da prima, e questi sono i candelieri della sua famiglia, però è davvero bello che lui pensi che aiutarci faccia parte dei suoi compiti da Console, anziché considerarlo un qualcosa che ruba tempo al suo Vero Lavoro. Anzi, ci ha spiegato che questo è il suo Vero Lavoro, e che non dobbiamo smettere di rivolgerci a lui e a Magnus per ricevere aiuto.
Dopo un po’, Clary ha detto agli altri che io e lei avremmo avuto bisogno di un po’ di tempo per delle “chiacchiere tra ragazze” e mi ha trascinata da Taki’s per un caffè. Julian l’ha lasciato con Jace e Alec. L’ultima immagine che ho avuto di lui era Jace che lo guidava verso l’armeria per mostrargli una collezione di spade militari spagnole del Diciassettesimo secolo che aveva recentemente ritrovato nel deposito delle armi di una chiesa da qualche parte a New York. Mi ha osservata andare via con lo stesso sguardo di un cucciolo che viene portato dal veterinario per i vaccini, però credo che si sia divertito. O così ha detto.
Io e Clary ci siamo sistemate sulle panche di un tavolo di Taki’s. Mi ha chiesto come mi andassero le cose, e io ho iniziato a dirglielo, però pareva distratta, e mi sono resa conto che forse era lei ad aver bisogno di dirmi come stava andando. E avevo ragione. È preoccupata perché ad Alec piace vedere il meglio nelle persone, ed è molto ottimista riguardo ai progressi fatti mettendosi in contatto con Manuel; Clary, però, pensa che Zara sia una pazza manipolatrice. E io sono completamente d’accordo con lei.
“Credi che sia un inganno?” le ho chiesto. “O una trappola?”
Mi ha risposto di non saperlo. Però poi si è messa a discutere tra sé e sé, e ha dichiarato di capire quanto sia importante aprirsi nei confronti di Idris, e che sa che il Conclave non potrà sopravvivere in eterno diviso in due.
Le ho detto che questa faccenda sembra gravare davvero un sacco su di loro, e a quel punto lei ha fatto un sospiro e mi ha rivelato la grande notizia – o, meglio, la mancanza di una grande notizia, perché lei e Jace hanno deciso di non volersi sposare finché il Conclave non sarà riunito. E Simon e Isabelle la pensano allo stesso modo.
“Non è che ci sia motivo di affrettarsi,” ha aggiunto. Ma mentre lo diceva aveva lo sguardo puntato fuori dalla finestra, e sembrava un po’ triste. “Però non vogliamo un matrimonio in cui le persone penseranno solo a come Idris sia inaccessibile e il Conclave sia spezzato a metà.”
Aveva ancora lo sguardo rivolto fuori dalla finestra, quindi le ho chiesto se avesse visto qualcuno, e lei ha fatto un’espressione colpevole e si è girata di nuovo a guardarmi. “Oh, no, per un momento mi è parso che ci fosse Jace, ma non era lui.”
A quel punto ci siamo messe a parlare di come mi andassero le cose, e ho potuto dirle ciò che preoccupa me – ovvero, quello di cui abbiamo discusso già un pochino tu e io. Il fatto che io e Julian stiamo sistemando questa casa, e quindi immagino che… ci trasferiremo qui, no? Cioè, a Londra. E per sempre lontani da Los Angeles. E non ho avuto proprio modo di riflettere su come sarebbe. Pensavo a questa faccenda come a un qualcosa di temporaneo, dove avremmo sistemato l’abitazione per poi tornarcene a casa nostra. Ed è semplice vederla così, con tutto quello che sta succedendo col Conclave.
Per Julian, però, questa sarà la nostra nuova casa. E non posso certo biasimarlo se desidera una cosa del genere. Voglio dire, per prima cosa, lui è un Blackthorn, e questa è la tenuta dei Blackthorn. Ma siamo cresciuti a Los Angeles. Sono una ragazza di L.A. Ma abbiamo entrambi così tanti ricordi difficili di quell’Istituto, e sarebbe bello poterceli lasciare alle spalle e ricominciare da zero. Non so. Non pensi mai che sia strano, che tu ora viva a New York? E nel Regno delle Fate? Ti manca mai Città del Messico?
Forse è il fatto che Idris sia così fuori portata a rendere tutto così strano. Sono cresciuta con la consapevolezza costante che non importa quanto gli Shadowhunters possano essere sparsi per il mondo, siamo tutti di casa a Idris. Era questo a tenere unito il Conclave in giro per il globo. Ma… e se per noi non ci fosse proprio più modo di riavere Idris, Cristina?
E se ormai fosse persa per sempre?
Tanti baci e abbracci,
Emma
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