Buon pomeriggio, Shadowhunters!
La settimana scorsa, Julian ed Emma hanno ricevuto un invito ufficiale per la Corte Seelie, grazie all’aiuto di Kieran.
Quest’oggi possiamo invece leggere l’interessante resoconto che Julian ha inviato a Kieran. Saranno riusciti a recuperare l’ormai famosa paletta da pesce? Avranno notato niente di bizzarro, lì dalla Regina? Janus e Ash si saranno fatti vedere?
Beh, lo scoprirete molto presto. ;P Buona lettura!
COMUNICATO PRIVATO: NON CONDIVIDERE SOTTO PENA DI MORTE
Da: Julian Blackthorn di Blackthorn Hall
Per: Kieran, Re della Corte Unseelie
Beh, siamo tornati dalla Corte Seelie. La buona notizia è che abbiamo recuperato la paletta da pesce. Quella cattiva: non siamo riusciti a scoprire granché, e abbiamo destato un mucchio di sospetti. Mi fa però piacere raccontarti ciò che è successo, nella speranza che ti risulti utile. Mi auguro inoltre che lo considererai un pagamento dignitoso in cambio del favore che adesso devi al phouka. (Sono ragionevolmente certo che il favore in questione riguarderà l’acquisto di un cappello.)
L’idea di partire per la Terra delle Fate, anche se dietro invito di Adaon, ci rendeva parecchio nervosi – l’ultima volta che ci siamo stati, le cose non andavano molto bene. C’erano ovunque fumo grigio, neve, falene e delle zone inaridite di terra morta. Sembra che quella situazione ormai sia finita; la Terra delle Fate è di nuovo in salute. Lì era autunno, e il terreno era ricoperto di foglie, tutte rosse e oro.
A ogni modo, abbiamo seguito le istruzioni di Adaon e siamo entrati nella Terra delle Fate attraverso un vecchio tumulo a Primrose Hill. Ci siamo ritrovati nella radura di una foresta, con due grandi porte di legno che sorgevano dal suolo. Adaon era lì ad aspettarci, il che è stato gentile da parte sua.
Però non sembrava felice. Si è affrettato a raggiungerci e ci ha spiegato di essere stato costretto a rivelare alla Regina che stavamo arrivando. “Non succedono poi molte cose, sotto al suo tetto, di cui la Regina non sia consapevole,” ha detto. “In parte è così che è riuscita a mantenere così a lungo il suo potere.”
Aveva un’espressione talmente triste che Emma gli ha risposto che non c’erano problemi, e che non stavamo facendo nulla che la Regina avrebbe avuto motivo di disapprovare, o di cui le sarebbe anche solo importato. Lui si è limitato a scuotere la testa. “Non c’è modo di sapere in anticipo se qualcosa interesserà alla Regina. O cosa disapproverà. Mi ha ordinato di condurvi entrambi nella sala del trono non appena foste arrivati, e dunque è ciò che farò.”
A quel punto ho cominciato a sentirmi un po’ più nervoso. Ho ricordato ad Adaon che ci aveva garantito che saremmo stati al sicuro. Lui ha replicato: “In base alle leggi dell’ospitalità, per non parlare degli Accordi, la Regina non potrà né ferirvi né trattenervi, se il vostro è uno scopo virtuoso.” Ma stava di nuovo scuotendo il capo.
“Fammi indovinare,” ho risposto. “Spetta esclusivamente alla Regina decidere se il nostro è o meno uno scopo virtuoso.”
Adaon ha fatto un debole sorriso. “Esatto.” Però ci ha portati nella sala del trono.
La sala del trono era a tema autunnale tanto quanto la radura. In effetti, persino di più. Ma non c’entrava nulla con la fine della stagione colturale o con la tristezza per il termine dell’estate. Era piuttosto una celebrazione del raccolto. Voglio dire che c’erano delle cornucopie che riversavano ovunque cucurbitacei, mele, pere, tutoli. C’erano balle di fieno, il che per certi versi era buffo, dal momento che – sono pronto a giurarlo – in quella sala del trono non c’era nessuno che avesse mai imballato del fieno. C’erano pixie con fiammeggianti ali di farfalla che volavano in cerchio per il soffitto.
La Regina, com’era prevedibile, sedeva sul suo trono. Indossava un abito che, giuro, era interamente fatto di scintillanti scarabei verdi cuciti insieme. I suoi capelli erano una sorta di esplosione di fiamme oro rosso che le incorniciava il volto. Non aveva un’aria malata o emaciata, a differenza dell’ultima volta che l’avevamo vista, e sembrava emanare un potere che in precedenza le era mancato.
Sparso per la stanza c’era il suo solito gruppo di fate – cortigiani, suppongo che li si possa definire –, i cui membri erano intenti a spettegolare, ridacchiare e talvolta starsene seduti con fare losco. Sembrava che fosse tutto nella norma, quindi. Ci hanno a stento degnato della loro attenzione: hanno allungato il collo per osservarci, capito che non eravamo interessanti e se ne sono tornati a poltrire.
Mi aspettavo che la Regina cominciasse immediatamente a insultarci, ma in verità si è comportata in modo alquanto cordiale. Non con calore. Ma neanche in maniera sgarbata. Ovviamente, però, ha prima preteso che le facessimo i complimenti per l’arredamento. Ha sventolato le mani per indicare la sala del trono ed esordito dicendo: “Avete scelto davvero una splendida stagione per visitarci.”
“L’altra volta non era così allegro,” ha concordato Emma.
“Eppure avete scelto di tornare,” ha risposto la Regina, come se il pensiero la compiacesse, “a dispetto della… mancanza di allegria del nostro ultimo incontro.”
“Era da tempo che non incontravamo il nostro amico Adaon,” ho detto io. “Desideravamo il piacere della sua compagnia.”
“È questo quanto affermi?” ci ha chiesto la Regina; sospetto che sia la versione delle fate di: Okay, questa è chiaramente una stronzata. “Come saprete di certo, è cosa a me nota che tuo fratello sia il consorte del Re Unseelie.”
“Uno solo dei consorti,” le ha fatto notare Emma.
La Regina l’ha ignorata. “Sono certa che vi aspettaste che vi avrei sospettati di spionaggio.”
“Non siamo venuti per il Re Unseelie,” ho spiegato, “ma per interessi nostri qui alla Corte Seelie. In effetti, la nostra famiglia ha svariate connessioni con la Corte Seelie. Come sai.”
La Regina ha ignorato anche me. “La vostra migliore difesa, dal mio punto di vista, è il fatto che siate una scelta talmente ovvia per spiarci: di certo Kieran Kingson [credo che questo dovesse essere un insulto o per te, o per me, o per entrambi] non sarebbe così sciocco da scegliervi come sue spie.”
“Vero anche questo,” ha risposto Emma.
“Allora, beh,” ha detto la Regina. “Imbastitemi un racconto. Qual è lo scopo per cui vi trovate qui?”
Ho avuto l’impressione che non ci sarebbe costato nulla raccontarle la verità – non stavamo facendo proprio niente di cui le potesse importare. Quindi le ho riferito la storia per intero: abbiamo ereditato una casa a Londra; l’abitazione in questione è maledetta; vogliamo spezzare l’incantesimo. Ho sottolineato ampiamente come né la casa né la maledizione abbiano nulla a che fare con gli esseri fatati. (Non ho citato Round Tom, perché ho pensato che avrebbe solo distratto dal punto principale.)
Spezzare la maledizione richiede che (tra le tante cose) una certa paletta da pesce debba finire nelle nostre mani; abbiamo scoperto che la paletta da pesce si trova o trovava in possesso del phouka Socks MacPherson; siamo giunti lì per proporgli uno scambio, e abbiamo fatto in modo di ricevere un invito tramite Adaon perché non avevamo altro modo di contattare direttamente MacPherson.
“Tutto ciò che dobbiamo fare,” ha concluso Emma, “è proporre un baratto a MacPherson per ricevere la paletta da pesce. Per noi si può fare pure qui nella sala del trono, se potete mandare a chiamarlo.”
All’improvviso, la Regina mi è parsa molto interessata. “Siete disposti a portare avanti la trattativa qui, senza mai mettere piede nella Corte vera e propria?”
Le ho spiegato che condividevamo fortemente il suo desiderio di non vederci costretti a entrare nella Corte.
Sembrava sorpresa, ma ha chiamato a sé uno dei suoi cortigiani e gli ha mormorato qualcosa. “Il phouka verrà convocato,” ha detto. “Principe Adaon, quando i Nephilim avranno terminato di trattare con lui, conducili nuovamente all’esterno e congedali.” Adaon ha fatto un cenno di assenso col capo. “E adesso,” ha aggiunto lei, facendo saettare di lato lo sguardo, “dovrò porgervi le mie scuse e allontanarmi, poiché è richiesta la mia presenza.”
Ci siamo sposati di lato per permetterle di discendere dal trono. Ho visto entrare nella stanza un uomo a me sconosciuto – ma doveva chiaramente essere qualcuno di importante, visto quanto erano diversi i suoi vestiti da quelli di tutti i presenti. Al posto di uno stile adeguato alla corte, l’uomo indossava una cappa con cappuccio grigio-verde, e il suo viso era celato da una maschera raffigurante la testa di un falcone. Gli abiti che portava erano più adatti a una battuta di caccia nella foresta che altro, però erano assolutamente puliti. Non sapevo che pensare di lui – ma mi sono detto che fosse il caso di passarti la sua descrizione. Mi avevi chiesto di prestare attenzione a qualunque cosa sembrasse nuova o fuori posto, e non ho potuto non avere l’impressione che lui lo fosse.
Ci siamo messi ad aspettare e a chiacchierare con Adaon per qualche minuto, finché poi non è arrivato Socks MacPherson. In passato ci era già capitato di incontrare qualche phouka – uno di loro sta a guardia del Mercato delle Ombre di Los Angeles, come forse ricorderai –, quindi avevo ipotizzato che MacPherson si sarebbe rivelato tipo loro, invece no, è completamente diverso. Indossava un enorme cappello tondo di pelliccia, attraverso cui passavano le sue orecchie. Era un gran bel cappello.
Sembrava sorpreso dal fatto che la Regina ci avesse lasciati soli, e ha detto di essere dispiaciuto, se per caso ci avevano maltrattati un po’ troppo a causa sua. Gli ho risposto che probabilmente la Regina aveva avuto intenzione di restare a incombere su di noi, ma era stata inaspettatamente richiesta altrove. MacPherson si è stretto nelle spalle e ha commentato: “Quella crede che ogni cosa sia una mossa di una qualche partita di scacchi pentadimensionali a cui sta giocando. A volte, però, la gente vuole davvero scambiare con me un qualche utensile da cucina. A tal proposito, ho qui la paletta da pesce.”
L’ha tirata fuori dalla sacca da viaggio che si era portato dietro, e a quel punto il Sensore per Fantasmi è impazzito, cosa che ha fatto sobbalzare MacPherson e l’ha fatto schizzare a nascondersi dietro un gruppo di cortigiani. Riuscivamo ancora a vedere il suo cappello, però. (E le sue orecchie, che fremevano al di sopra del cappello.) Quindi ci è toccato raggiungerlo per spiegargli che si tratta semplicemente di uno strumento in grado di localizzare gli oggetti maledetti che cerchiamo, e che dunque quel rumore fosse un bene, perché ci confermava che la paletta da pesce fosse effettivamente ciò che volevamo. I cortigiani ci hanno scacciati; stavamo ritardando l’inizio di un qualche importante tipo di godimento.
Socks si è messo a borbottare quanto fosse ovvio che “quel miserabile di Spoon” gli avesse rifilato una paletta da pesce maledetta. “Non so neanche perché io abbia accettato l’affare,” ha aggiunto. “Questo coso non mi serve a niente. Sono vegetariano.”
Infine ci domandato quale fosse la nostra proposta, e noi gli abbiamo detto che si trattava di un favore da parte tua, e gli abbiamo spiegato come fossimo autorizzati a offrirgli qualcosa del genere. Ha risposto che l’offerta era accettabile, e noi ci siamo portati a casa la paletta da pesce.
Quindi, per riassumere: Socks MacPherson è protetto dalla Corte Seelie, ma non ha neanche battuto ciglio alla prospettiva di accettare un favore del Re Unseelie. L’atteggiamento della Regina continua a risultare circospetto, nel senso sia che sospettava di noi, sia che lei stessa si è comportata in modo strano. E la Corte Seelie sta decisamente nascondendo qualcosa, visto quanto sollevata ci è parsa la Regina nel preciso istante in cui si è resa conto che non avremmo lasciato la sala del trono per andare a dare un’occhiata alla Corte. Ho la sensazione, basata in verità su nulla di concreto, che non sia un qualcosa che stanno nascondendo, bensì un qualcuno – se si fosse trattato di un oggetto, di certo avrebbero potuto semplicemente nasconderlo in qualche posto dove non l’avremmo visto, no? Ma è una mera sensazione, questa.
Quindi niente, ecco tutto. Come sempre, hai la mia più profonda gratitudine per tutto il tuo aiuto. Sono certo che ti aspettassi molte più informazioni di quelle che ti ho dato, ma spero che ti torneranno utili comunque.
Mandiamo tutto il nostro amore a Mark e a Cristina, e ovviamente anche a te. E, più di tutto, gloria a Kraig.
Julian
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