Buon pomeriggio, Shadowhunters!
Agosto è ormai praticamente finito, ma gli aggiornamenti di SoBH ancora no… e quindi ecco arrivare una nuova lettera, scritta da Magnus per il suo “muffin”. ;P
Dopo esserci strappati tutti il cuore dal petto lunedì scorso, è bello avere un aggiornamento (perlopiù) allegro, non trovate?
Buona lettura!
Caro delizioso muffin d’amore,
spero che questa lettera profumata ti trovi bene, e che tu, R e M stiate trascorrendo eccellentemente il vostro tempo in viaggio verso l’esotico… beh, penso che il termine da te utilizzato fosse “upstate”. Ho sentito raccontare leggende su questo Upstate, ma mai avrei creduto che la mia famiglia avrebbe visto di persona le sue montagne, i suoi leziosi mercati agricoli, il suo Fiume del Figlio di Hud.
Cosa più importante, spero che i bambini si stiano godendo la visita alla nonna, e mi auguro che tu ti stia riferendo quanto più spesso possibile a Maryse come “nonna”, perché adoro l’espressione che fa quando lo diciamo. Quanto a qualcosa di meno piacevole, ma più urgente: spero che tu abbia avuto la possibilità di parlare con Luke della Coorte/Idris.
Non stancare le tue splendide mani scrivendomi una risposta. Nel tardo pomeriggio, sarò io stesso a unirmi a voi in questo “Upstate”, dal momento che mi solleva poterti comunicare che la faccenda della casa maledetta dei ragazzi Blackthorn sembra essere più o meno risolta. Anche se, sinceramente, la situazione era delicata.
Non penso di averti mostrato il messaggio che mi aveva mandato Jem, che recitava: “Emma e Julian stanno cercando di non disturbarti per casa loro, e questo è davvero dolce; a differenza loro, però, io non mi faccio alcuno scrupolo a darti noia, e quindi eccomi qui, a infastidirti con un messaggio. Ci serve uno stregone, e tu sei il migliore che io conosca in questo campo. Apprezzeremmo tutti molto il tuo aiuto”.
Come spesso accade, sono rimasto sia moderatamente irritato che moderatamente impressionato da Jem, che riesce al contempo a suonare molto gentile e a ricordarmi che ho un debole per lui e Tessa, e quando possibile correrò sempre in loro soccorso. E dal momento che ce l’ho un debole, quando si parla di lui e Tessa, gli ho risposto immediatamente che sarei andato.
So che ti starai chiedendo: “Com’è possibile che a Tessa servisse uno stregone, se è lei stessa una strega?” Ma stregoni diversi hanno competenze diverse, come ben sai, e sebbene Jem mi abbia lusingato definendomi l’opzione migliore, la realtà dei fatti è che io ho avuto a che fare con molte più maledizioni rispetto a Tessa. Ecco cosa succede quando si passano decadi a lavorare a giornata per qualunque furfante nei paraggi, anziché trascorrere più intelligentemente un’esistenza tranquilla come ricercatore nel Labirinto a Spirale. Tessa è sempre stata quella più sveglia tra noi.
A ogni modo, devo rendere merito a Emma e Julian. Mi aspettavo di arrivare lì e trovarli intenti a sbattere gli oggetti maledetti uno contro l’altro – o qualcosa del genere –, ma avevano messo su un dignitoso cerchio protettivo e persino trovato un incantesimo. Si trattava di una formula antica e un po’ generica, che ben di rado ho trovato utile con maledizioni reali nel mondo moderno, ma bravi comunque.
Ho piuttosto stupidamente disposto a mia volta il genere di cerchio infrangi-maledizione che avrei messo su in un contesto normale e fatto un tentativo. Dico “stupidamente” perché mi ero scordato chi avesse ideato in primo luogo la maledizione. Il peggiore tra i tuoi antenati, Benedict Lightwood, appassionato a tutto tondo di demoni e negromante dilettante. Ti stai chiedendo quanto intimo fosse il suo rapporto con i demoni? È letteralmente morto di sifilide demoniaca – e qualora non lo sapessi, essendo tu un’anima splendidamente pura, mio Alec, si tratta di una malattia demoniaca sessualmente trasmissibile.
In quel preciso momento mi era passato di mente, però, quindi sono rimasto sorpreso quando la maledizione ha opposto una resistenza notevole. Ha cominciato a contorcersi, ad agitarsi, a colpire, un po’ come Max quando lo immergiamo nella vasca da bagno. Tutti gli oggetti maledetti si sono messi a brillare di una specie di verde neon nei punti in cui erano legati alla magia, e mi sono infine reso conto che avrei dovuto molto attentamente staccarli a uno a uno dalla maledizione.
Ci sono riuscito con la fiaschetta, il pugnale e uno dei candelieri (non chiedermi di spiegarti come QUELLO sia possibile), poi mi sono ritrovato bloccato.
Uno stregone in posa magia non fa una gran impressione, se poi non succede nulla. Di sicuro sembravo ridicolo quanto un mago mondano che non capisce perché il coniglio non stia uscendo dal cappello. Julian ed Emma sono molto educati e si sono limitati a restare in paziente attesa, ma io mi sono sentito parecchio stupido.
Dopodiché ho perso momentaneamente la concentrazione, perché si è aperta la porta e Kit è entrato nella stanza. Ha dato un’occhiata alla scena che lo circondava e sentenziato: “Ah, dunque è stato il Professor Plum in libreria con il candeliere.”
“Il viola è sempre un colore appropriato per uno stregone, e il plum [NdT: prugna] non fa eccezione,” ho risposto. “È il colore ornamentale della magia.”
Emma – ovviamente – ha commentato: “Ma la tua magia è blu”, perché è una saputella cronica.
“Forse si riferiva a me,” ha detto Julian. “Indosso una felpa viola. Perché è il colore ornamentale della magia,” ha aggiunto, con un cenno nella mia direzione che ho molto apprezzato.
“Magari potreste spostare gli oggetti su una tovaglia viola, anziché una bianca,” ha ribattuto Kit, e nel mentre si è avvicinato per guardarli meglio.
E quando ha raggiunto il cerchio, Alec, ho provato una sensazione stranissima. Un senso di… potere, immagino, che gli ronzava dentro. Sai come il corpo per certi versi vibra quando c’è un suono parecchio basso? Quella sensazione di rimbombo? Era una cosa del genere, ma silente. Non avevo mai sperimentato nulla di simile durante i miei precedenti incontri con Kit. Ed era pure ovvio che lui non provasse niente di insolito. O, in caso contrario, che trattasse la cosa in modo sorprendentemente noncurante.
Ho quindi suggerito che si unisse a noi intorno al cerchio e aggiungesse alla magia la sua concentrazione. “Soprattutto perché Jem e Tessa se la sono squagliata da qualche parte, anziché restare ad aiutarci con questo.”
“Sono in giardino con Mina,” ha risposto lui, un po’ sulla difensiva.
Ho reindirizzato l’attenzione di tutti sugli oggetti e dato inizio a una versione migliorata, diciamo, della mia solita formula infrangi-maledizioni. Mi sono concentrato sull’altro candeliere e BANG! Non c’era più alcuna resistenza! C’è stata un’enorme esplosione di blu, e tutti i nodi di magia che legavano gli oggetti alla maledizione sono andati in pezzi.
Tutti siamo rimasti a guardare. Alla fine, ho detto qualcosa di simile a: “Beh, è stato più simile a quel che mi ero aspettato. Immagino che quattro persone abbiano fatto la differenza.”
Ho controllato. La maledizione sembrava… sparita. Ero sinceramente un po’ scosso. Non ne ho fatto parola con Tessa e Jem, perché non voglio ingigantire la questione, ma credo che abbia funzionato per via di Kit, e non perché ci servisse una quarta persona. C’è qualcosa in lui, una qualche magia del tutto al di fuori della sua consapevolezza. Suppongo che abbia a che fare con l’essere un discendente del Primo Erede, ma non sono mai stato un esperto di questo tipo di incanti delle fate. (E brucia questa lettera, una volta che l’avrai finita – siamo in pochissimi a sapere che Kit è il Primo Erede, ed è meglio che le cose restino così.)
Mi rattrista pensarci. Kit è un bravo ragazzo, che si merita una vita bella e normale. So che è questo che Jem e Tessa vogliono per lui, più di qualunque altra cosa, dopo tutto il caos in cui è cresciuto. Ma non sono certo che avrà la possibilità di scegliere. È possibile che il suo legame con il mondo delle fate non glielo permetterà.
Julian si è proteso per prendere la fiaschetta. L’ha tenuta in mano per un momento, aggrottando la fronte.
“Cosa c’è?” gli ha chiesto Emma.
“Niente,” ha risposto lui. Poi ha alzato lo sguardo su di me. “Questo è tutto? Niente più maledizione?”
“Niente più maledizione,” ho confermato. “Mi auguro.”
A quel punto Rupert Il Fantasma è disceso fluttuando dal soffitto. Non avevo mai incontrato Rupert Blackthorn, da vivo. Non so che pensare di lui. Per certi versi, mi dà l’impressione di essere stato un innocente che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato; uno spirito intrappolato in una casa in cui non ha mai vissuto a causa di una malvagità di cui da vivo non era mai stato a conoscenza. D’altro canto, però, ha incontrato Tatiana Lightwood e pensato: “Quella fanciulla mi sembra proprio da sposare”, quindi in lui doveva pur esserci qualcosa di strano.
Rupert fluttuava proprio sopra al tavolo, e ha continuato a discendere fino a trovarsi a un soffio dagli oggetti. Fissava qualcosa.
“Che c’è, Rupert?” gli ha chiesto Emma. “Che stai guardando?”
Kit ha seguito il suo sguardo e iniziato a spostare di lato i vari oggetti. “L’anello,” ha detto.
Emma ha risposto: “Che anello?”
E, in effetti: di che anello parlava? Tra gli oggetti maledetti non c’era nessun anello. Eppure ne era comparso uno sul tavolo. Kit l’ha preso in mano. Era d’argento, decorato con una pietra nera e con inciso un motivo di rovi.
“L’anello di famiglia dei Blackthorn?” ha chiesto Kit.
“Non è questo l’aspetto che hanno di solito gli anelli di famiglia,” ha ribattuto Emma.
“Una fede nuziale?” ha ipotizzato Kit.
“Gli Shadowhunters non le usano,” ha risposto Emma, ma negli occhi di Julian era comparsa quella sua espressione attenta.
“Sono legato qui da una fascia d’argento,” ha mormorato.
“Gli Shadowhunters possono scambiarsi le fedi,” ho osservato. “Solo che non è un obbligo. Ma possono, se gli va.”
Di qualunque cosa si trattasse, apparteneva a Rupert. Aveva seguito il movimento delle dita di Kit mentre sollevavano l’anello, e ora teneva protesa una sua sottile mano da spettro. L’ha stretta intorno all’anello, cosa che non è servita proprio a nulla, essendo lui un fantasma – Kit gliel’ha retto al posto suo. Poi ha chiuso gli occhi (Rupert, intendo) e sul suo viso è comparsa quest’espressione di sollievo, gratitudine e pace, e poi è… sparito, proprio lì in quel punto. È andato via via svanendo, finché non è scomparso del tutto. Niente più Rupert. Si spera che non venga riunito con sua moglie, visto che gli ha fatto da carceriera per più di un centinaio di anni.
“Non ci ha neanche detto addio,” ha sussurrato Emma.
“Meglio così,” ho risposto. “Non si sarebbe mai neanche dovuto trovare qui.”
“Beh, Rupert, se puoi sentirmi,” l’ha chiamato lei, “è stato bello farsi infestare da te.”
“Cinque stelle,” ha annunciato in tono solenne Kit, rimettendo l’anello sul tavolo. “Ci faremmo infestare di nuovo da lui.”
E tutte le candele della stanza si sono spente nello stesso momento. Il che, qualora dovesse essere stata opera di Rupert, è stato un bel tocco. Anche se potrebbe essersi trattato solo di un colpo di vento.
Abbiamo silenziosamente lasciato la stanza. “È tutto diverso,” ha annunciato Julian. Stava facendo scorrere lo sguardo per il corridoio. “Lo sento già.”
Riuscivo a sentirlo anche io. C’era una leggerezza nuova. Quel genere di piacevole senso di casa che ti dona una buona abitazione, e che a Blackthorn Hall era sempre mancato, da che la conosco. Difficile spiegarlo, ma all’improvviso la casa è parsa davvero di Julian ed Emma, in un modo in cui prima non era mai stata. L’ho sempre conosciuta come un luogo proibito, e poi un’orribile rovina; per la prima volta, però, ho pensato che questo fosse un posto che i Blackthorn possono riempire di gioia.
E sono certo che lo faranno.
Ci vediamo presto, amore mio. Ti bacerò finché un bambino non ci costringerà a staccarci per prestargli attenzioni. Quindi, organizzati per un bacio di circa 30-60 secondi, in base alle nostre esperienze pregresse. Ma vorrei, come sempre, che potesse durare all’infinito.
Con amore,
Magnus
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