Buon pomeriggio, Shadowhunters!
Siete pronti? Quello di oggi è, secondo noi, uno degli aggiornamenti più speciali di tutto Secrets of Blackthorn Hall.
Abbiamo infatti un messaggio di Livia per suo fratello Julian, che accompagna l’illustrazione di Kit e Ty (realizzata da Cassandra Jean) che avevamo condiviso sui social lunedì scorso.
In inglese, è presente anche una versione audio del testo, recitata da una professionista; noi abbiamo provato a offrirvi qualcosa di VAGAMENTE simile… ma la sottoscritta (immolatasi sua sponte per la causa) la scorsa settimana aveva la voce parecchio nasale a causa del raffreddore, e sfortunatamente negli ultimi sette giorni non ha proprio avuto il tempo di registrare di nuovo il lungo messaggio di Livvy.
Quindi, ecco: vi carichiamo quella versione lì (in fondo al post!). Tra colpi di tosse, rumori molesti, accento marcato e microfono non propriamente professionale (ho usato quello del telefono…), il risultato non è dei migliori – ma ci abbiamo provato, e speriamo quantomeno di strapparvi una risata! Magari tra qualche tempo registreremo una versione più carina del messaggio e sostituiremo quella attuale, chi lo sa.
Per il momento, vi auguriamo buona lettura (o buon ascolto, qualora voleste farvi esplodere le orecchie XD).
PS: procuratevi dei fazzolettini! Vi serviranno!
Caro Julian,
sei in grado di vedere i fantasmi, ma non di vedere me. Non quando vengo a sedermi al tuo fianco mentre stai dormendo. Non quando faccio parte del movimento delle ombre lungo il prato, o del contrarsi di una tenda. Non puoi ascoltarmi, sebbene io ti stia parlando perché ho tanto da dirti.
Voglio raccontarti di Ty.
Era lì da te. C’eravamo entrambi.
Non sapevi che fossimo lì.
Kit lo sa.
Lascia che ricominci da principio.
A te le sorprese piacciono, ha detto Ty. A lui no, ma a te sì.
Sta studiando i Portali: come aprirli, come chiuderli. C’è bisogno di uno stregone.
Ma Ty sta imparando e diventa sempre più bravo. Voleva venire a trovarti, e Ragnor ha detto che l’avrebbe aiutato.
Volevamo venire a trovati entrambi.
Ty ha avvertito Emma, ma le ha chiesto di non dirtelo, così che fosse una sorpresa.
Quindi siamo arrivati insieme.
I fantasmi viaggiano attraverso i Portali proprio come gli Shadowhunters. Non lo sapevo. Non lo trovi buffo?
Beh, io l’ho trovato buffo.
Il Portale si è aperto in cucina.
La cucina ha un bell’aspetto. Non sono altro che uno spirito intrappolato tra il mondo e il vuoto, ma ritengo che tu abbia scelto una sfumatura eccellente per le pareti. Sei sempre stato così bravo con i colori.
Oltre al colore, che è stato una sorpresa, ma non di quelle sgradite, in cucina ci aspettava qualcos’altro di sorprendente. Kit.
Kit era in cucina. Indossava quella giacca che gli piace, con il colletto di pelliccia. Il sole filtrava attraverso la finestra e lo illuminava.
Ogni singola parte di Ty si è immobilizzata. Mi sono quasi immobilizzata io stessa. Avevo già visto Kit, ovviamente. A volte vado a trovarlo. Eppure, dal momento che non mi aspettavo di trovarlo lì, mi ha colpito quanto fosse diverso dal Kit che viveva con noi all’Istituto. È più grande, più alto. Più muscoloso. Ora si muove come uno Shadowhunter. Con grazia.
È bellissimo.
Ho sentito Ty prendere un respiro come mai aveva fatto prima. Come se fosse rimasto senza fiato, come se qualcuno gli avesse tirato all’improvviso un pugno nello stomaco e lui si stesse sforzando ripetutamente di respirare, ma senza riuscirci.
Ha sussurrato: “Non è così che si puliscono le pistole.”
Scusa, avrei dovuto dirlo prima. Kit stava pulendo una pistola. Perché mai dovrebbe esserci una pistola a casa tua? Blackthorn Hall somiglia a una roccia. La capovolgi, ed ecco che da sotto spuntano un mucchio di altre cose. Questa volta si trattava di una pistola.
Kit si è fatto più pallido di qualunque altro fantasma io abbia mai visto. Ha lasciato cadere la pistola sul bancone. E non ha detto nulla. Mi sono chiesta se si stesse domandando quello che mi stavo chiedendo io stessa: come facesse Ty a sapere in che modo si puliscono le pistole. Talmente bene da poter dire agli altri che lo stavano facendo nel modo sbagliato.
Ma forse Ty semplicemente non sapeva che dire, e dunque ha detto quello.
Dopodiché, si sono guardati.
Dove mi trovo io, il tempo non scorre né rapido né lento. Eppure quel momento è durato così a lungo da farmi sentire come se il mondo intero stesse scomparendo, come se al suo interno non restassero altro che Kit e Ty che si guardavano.
Kit ha detto: “Non dovresti trovarti qui.”
A me non aveva mai parlato così. Con una voce così fredda. Si era ficcato le mani in tasca e aveva spinto in avanti le spalle, come per mostrarsi aggressivo; potevo vedere le sue mani serrate in tasca, però. Mi domando se anche Ty le abbia viste. Le dita di Kit, che scavavano sempre più nella carne.
Ma Ty non stava guardando Kit. Teneva lo sguardo rivolto alla finestra dietro di lui. Sentivo gli uccelli, e i delicati suoni inglesi, e il respiro di Ty. Ha detto: “Quanto pensi che ti ci vorrà per perdonarmi?”
Kit mi ha guardata. Aveva un’espressione un po’ tradita, come se in qualche modo io fossi stata consapevole della sua presenza lì, come se l’avessi programmato. Ma non era così. “Non lo so,” ha risposto.
“Non ora, però,” ha commentato Ty con voce sottilissima.
“No,” ha confermato Kit. “Non ora.”
Non c’era motivo di restare, allora.
O forse sì. Forse la ragione stava nel modo in cui le mani di Kit si contorcevano su loro stesse, al punto da farmi pensare che le ossa si sarebbero spezzate come cuori.
Ma Ty non poteva notarlo. Ty stava soffrendo. Mi sono avvicinata a lui, avvolgendolo con le braccia, tenendolo stretto mentre attraversavamo di nuovo il Portale. Ero triste. Avrei così tanto voluto vederti, Jules. Ma Ty aveva bisogno che fossi lì per lui.
Qualora dovessi sognare queste mie parole, forse saprai che siamo venuti a casa tua. Mi spiace non essere rimasti.
Julian, non so che fare. A Ty Kit manca come non aveva mai pensato che gli sarebbe mancato qualcuno. Gli manca tanto quanto il giorno in cui se n’è andato. Lo ama nello stesso modo. Credo che sarà così per sempre, e la cosa mi spaventa.
Kit è abituato a non aver bisogno delle persone, ma per Ty non è così. Ha paura di averne bisogno, ma è solo perché gli servono così tanto. Non smetterà di aver bisogno di Kit. Non so se Kit avrà sempre bisogno di Ty. Ma Ty avrà sempre bisogno di lui.
Ti saluta Irene. Le sto insegnando a fingersi morta.
Ti voglio bene.
Livvy
Ho iniziato a piangere dalla prima riga all’ultima
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