Buongiorno, Shadowhunters! Ieri sera Cassie ha caricato questa scena tagliata da Signora della Mezzanotte – e finalmente riusciamo a pubblicarvela tradotta. 😉
Si tratta di un frammento di romanzo preso da una versione di LM che chiaramente non è la definitiva, ma secondo noi la scena è molto, molto bella, e vale la pena di essere letta. Non presenta spoiler particolari, quindi anche chi non avesse ancora cominciato TDA può darle un’occhiata. <3
Buona lettura! Fateci sapere cosa ne pensate di questa scena tagliata! ;D
« blackthornxw ha chiesto: “Ciao, Cassie! Non so se ne hai già parlato, in passato, ma mi piacerebbe sapere qualcosa di più su Cameron Ashdown. Comparirà in QoAaD? Come si sono conosciuti lui ed Emma? So che Emma ama Julian, ma per Cameron non provava nulla?”
Non è che per lui non provasse nulla, ma non lo amava. Non come è innamorata di Julian. Penso che fosse affezionata a Cameron, e lo conosceva da tantissimo tempo: le loro famiglie avevano interagito a lungo. Credo che per un po’ potrebbe anche aver avuto una cotta per lui. Ma non tutte le relazioni sono storie d’amore epiche. 🙂 Cameron, comunque, ha dei lati profondi nascosti che vedrete in Queen, e giocherà un ruolo inaspettato.
Nel frattempo, ho trovato una scena tagliata da Signora della Mezzanotte in cui c’è Cameron. Ai miei occhi i personaggi non sono esattamente loro stessi, ma è piuttosto interessante! »
Si voltò per dirigersi sulla riva della spiaggia. Fu a quel punto che lo vide. Era una sagoma contro l’acqua. Emma si domandò per quanto tempo fosse rimasto lì, con le mani nelle tasche dei jeans.
“Cam?” lo chiamò.
Cameron Ashdown camminò verso di lei; il vento dell’oceano gli arruffava i capelli di un cupo castano ramato. Era sempre sembrato un perfetto surfista californiano, anche se gli Ashdown venivano dalla Scozia, stando a quel che ricordava Emma. Aveva le spalle larghe, gli occhi blu e intorno al suo naso c’era una spruzzata di lentiggini.
“Ti ho mandato un messaggio,” le disse. “Ieri notte. E stamattina.”
“Lo so.” Emma si mise le mani sui fianchi. Le sembrava di essere un po’ troppo svestita – non propriamente per il reggiseno sportivo e i pantaloncini da corsa che stava indossando, ma perché durante gli allenamenti si sentiva vulnerabile. Non le dispiaceva allenarsi con Cristina, Julian o uno dei Blackthorn, ma un qualsiasi altro membro del Conclave, persino Cam, era – diverso. “Ma abbiamo rotto, quindi…”
Cameron fece una breve risata. “Classico, Emma,” disse. “Mi hai mollato, quindi non dovrai più parlarmi?”
“Credo che funzioni così. Tecnicamente,” gli rispose Emma. “Se fossimo ancora obbligati a parlarci, quale sarebbe il senso della rottura?”
Lui scosse il capo. “Il punto è che ci credi davvero.”
Emma si strofinò le braccia con le mani. Il vento dell’oceano stava raffreddando il sudore sul suo corpo, ed lei non desiderava altro che andare via. “Cam, mi dispiace. Non volevo ferire i tuoi sentimenti.”
Cameron guardò il cielo, come in attesa di un supporto celestiale. “Sono così stupido,” disse. “Questa qual è, la terza volta? E io pensavo seriamente che sarebbe stato diverso. Mi sono detto, perché saresti dovuta tornare da me se non ti piacevo davvero?”
“Mi piaci. Mi sei sempre piaciuto.” Era la verità; le era sempre piaciuto, Cam – molti dei membri del Conclave, tipo l’orribile sorella di Cam, Paige, sapevano essere tremendamente crudeli riguardo ai Blackthorn e alla loro connessione con le fate. Ma Cam non lo era mai stato.
“Quindi perché hai rotto con me?”
Emma si sistemò una ciocca di capelli umida dietro l’orecchio. “Non lo so,” rispose. “Immagino di aver pensato che la relazione avesse fatto il suo corso.”
“Fatto il suo corso?” ripeté lui. “E che dovrebbe significare?”
Emma si sentì arrossire. “Che non era nata per essere una cosa seria. Giusto?”
Cam le si avvicinò. Il sole era completamente sorto, e gettava delle ombre leggere sulla sabbia. Cameron si protese verso di lei, ed Emma lasciò che le prendesse gli avambracci; le dita punteggiate di lentiggini e abbronzate di lui si allargarono sulla sua pelle. “Emma,” la chiamò. “Hai solo una relazione seria, ed è con Julian Blackthorn.”
“È il mio parabatai,” ribatté lei. “È ovvio che si tratti di una relazione seria.” Alzò lo sguardo per osservare i suoi occhi blu, socchiusi per via della luce del sorgere del sole. “Perché sei qui?” gli chiese. “Non so cosa potrei dirti per rendere le cose diverse, se non che mi dispiace. È d’aiuto?”
“No, in verità,” le rispose Cameron. “Quanto al motivo per cui sono qui – sono venuto a cercarti tutte le volte che mi hai mollato, per tua informazione. Penso che, se si desidera chiudere una relazione, bisognerebbe farlo di persona.”
“Non sei mai…”
“Sì,” ribadì lui. “Solo che ho sempre incontrato per primo Julian.” Le lasciò andare gli avambracci. “Sai, è strano,” aggiunse. “Non è più grosso di me, e non credo neanche che sia un combattente migliore.”
Emma desiderò protestare, dirgli che Julian avrebbe potuto distruggere Cameron Ashdown con una balestra, che non tutti dovevano andarsene in giro con dei muscoli enormi e un collo gigantesco per dimostrare di essere forti. Aveva visto Jules piegare delle travi d’acciaio; era forte come qualsiasi altro Shadowhunter. Ma si trattenne perché voleva sentire ciò che stava per dirle Cam.
“Però è così dannatamente convincente,” spiegò Cameron. “Mi presentavo all’Istituto, e lui riusciva a raggiungermi prima che ti trovassi. E in un modo o nell’altro mi ritrovavo ad andarmene senza averti parlato. E quindi aspettavo, finché poi non ricominciavi a volermi per un po’ di divertimenti o di compagnia, o di qualsiasi altra cosa. Credi che non mi sia reso conto che mi hai chiamato per chiedermi di uscire il giorno dopo la partenza di Julian per l’Inghilterra, e che mi hai mollato il giorno prima del suo ritorno?”
“Non sapevo che conoscessi così bene i programmi di viaggio di Jules,” sbottò Emma. “Forse dovresti uscire con lui, visto che ti importa così tanto sapere dov’è.”
“Mi importa perché importa a te,” le rispose Cam. “Sai che ho ragione.”
“So che sei geloso,” replicò Emma, e se ne pentì immediatamente.
“Sì, infatti,” confermò Cam. “Sono geloso del tuo parabatai. Un po’ strano, non trovi? Voglio dire, dovrebbe essere come un fratello, per te. Protettivo, magari, ma ciò che avete voi due – è diverso. Sono stato da solo con te, e sono stato con te quando c’è lui nei paraggi, ed è come se fossi due persone completamente diverse. È come se lui accendesse una luce dentro di te. Ho pensato che magari sarei riuscito a fare in modo di piacerti abbastanza da accendere quella luce per te, ma…” Si interruppe, scuotendo il capo. “Non penso che ci sia qualcuno in grado di farlo.”
“Sei pazzo,” gli rispose Emma. “Non è così.”
“In ogni caso, sono venuto perché volevo vederti prima che Julian tornasse e me lo impedisse,” disse lui. “Ecco tutto. Non pensavo affatto di essere in grado di farti cambiare idea.”
La marea aveva cominciato ad arrivare; stava bagnando le loro scarpe. “Mi piacerebbe davvero poter essere un’amica,” offrì lei. “Per te.”
L’espressione che attraversò il bellissimo volto di Cameron era indecifrabile. “Vedremo.” Si voltò, ed Emma lo osservò andare via; le sue scarpe scricchiolavano contro la sabbia. Dopo qualche passo, Cameron si voltò di nuovo verso di lei. “Riguardo Julian,” disse.
Emma lo guardò.
“In lui c’è qualcosa di freddo,” fece Cameron. “Qualcosa di spaventoso. Non credo che tu riesca a vederlo, ma tutti gli altri sì.”
Emma pensò a Julian con le macchie di pittura tra i capelli scuri; Julian che prendeva Tavvy in braccio e lo faceva dondolare; Julian che medicava le ginocchia graffiate di Dru e che sorrideva a Ty quando Ty mostrava la sua intelligenza, e che faceva il tifo per Livvy mentre imparava a usare la sciabola. Julian, che le rivolgeva un sorriso simile al sorgere del sole.
“Julian non è freddo,” rispose a Cameron, scandendo ogni parola. “Non azzardarti a dirlo mai più.”
Il volto di Cameron era diventato immobile. “Immagino che vi meritiate a vicenda,” le disse, e si voltò. Emma si rifiutò di osservarlo mentre si allontanava.
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