Per problemi tecnici il capitolo diciannove (commentato da Susi) arriva oggi. 🙂 Il mio commento al capitolo venti arriverà domattina, e domani sera arriverà normalmente quello del capitolo ventuno.
Nel capitolo precedente i ragazzi sono riusciti a capire come recuperare la Coppa Mortale: era nascosta in una delle carte del mazzo di tarocchi che Jocelyn aveva regalato a Madame Dorothea.
Con la Coppa ormai nelle loro mani, il gruppo si prepara a lasciare l’appartamento, quando all’improvviso il comportamento di Madame Dorothea si fa molto strano: pretende che i ragazzi le consegnino la Coppa.
Ben presto si scopre che il corpo della vecchia signora è posseduto da un Demone Superiore, in grado di prendere sembianze altrui.
La cosa inclinò il capo. «Io sono Abbadon. Io sono il Demone degli Abissi. Miei sono gli spazi deserti tra i mondi. Mio è il vento e l’ululante tenebra. Io sono differente da quelle cose miagolanti che voi chiamate demoni quanto un’aquila è diversa da una mosca. Non potete sperare di sconfiggermi. Datemi la Coppa o morirete.»
The thing inclined its head. “I am Abbadon. I am the Demon of the Abyss. Mine are the empty places between the worlds. Mine is the wind and the howling darkness. I am as unlike those mewling things you calldemons as an eagle is unlike a fly. You cannot hope to defeat me. Give me the Cup or die.”
I Cacciatori, ovviamente non disposti a consegnargli la Coppa nelle mani, iniziano una lotta furibonda col Demone.
Il demone gli balzò addosso. Jace fece scattare le sue lame in fuori e verso l’alto a una velocità spaventosa. Affondarono entrambe nella parte più carnosa del demone, il suo addome. Il mostro ululò e colpì il ragazzo, gettandolo da parte come un gatto potrebbe fare con un topo. Jace rotolò su un fianco e si rimise in piedi, ma Clary vide dal modo in cui si teneva il braccio che si era fatto male. Il suo volto era bianco.
Poi Isabelle ne ebbe abbastanza. Sfrecciò in avanti e attaccò il demone con un colpo di frusta. Colpì la sua pelle grigia e vi disegnò una scudisciata rossa da cui sgorgava sangue. Abbadon la ignorò e si mosse verso Jace.
The demon leaped at him. Jace whipped his blades up and outward with an almost frightening speed; both sank into the fleshiest part of the demon, its abdomen. It howled and struck at him, knocking him aside the way a cat might bat aside a kitten. Jace rolled and got to his feet, but Clary could see from the way he was holding his arm that he’d been hurt.
That was enough for Isabelle. Darting forward, she lashed out at the demon with her whip. It struck the demon’s gray hide, and a red weal appeared, welling blood. Abbadon ignored her, moving toward Jace.
Ma nella mischia si lancia anche Alec, che rimane gravemente ferito.
Qualcosa si era lanciato tra lui e il demone, un’ombra nera e snella con una spada luminosa in mano. Alec. Il demone urlò… la picca di Alec gli aveva trapassato la pelle. Con un ringhio colpì di nuovo e i suoi artigli d’osso inflissero ad Alec un colpo terribile che lo sollevò per aria e lo scagliò contro la parete opposta. Il ragazzo colpì il muro con un orribile scricchiolio e scivolò a terra come se fosse stato disossato.
Jace staggered back, but he was unharmed. Something had thrown itself between him and the demon, a slim black shadow with a gleaming blade in its hand. Alec. The demon shrieked- Alec’s featherstaff had pierced its skin. With a snarl it struck again, bone-talons catching Alec a vicious blow that lifted him off his feet and hurled him against the far wall. He struck with a sickening crunch and slid to the floor.
Tutto sembra ormai vano, Jace e Isabelle sembrano a corto di idee… quando all’improvviso Simon entra dalla porta d’ingresso e con l’arco di Alec lancia una freccia.
La freccia partì. Produsse un ronzio basso, come quello di un enorme ca-labrone, mentre passava alta sopra la testa di Abbadon, proseguiva verso il soffitto e…
E rompeva il vetro del lucernario. Vetri neri caddero come pioggia e attraverso il pannello rotto si riversò un’ondata di luce solare, grandi strisce dorate che allagarono l’ingresso.
The arrow sprang free. It made a hot buzzing sound, like a huge bumblebee, as it shot over Abbadon’s head, plunged toward the roof…
And shattered the skylight. Dirty black glass fell like rain, and through the broken pane streamed sunlight, quantities of sunlight, great golden bars of it stabbing downward and flooding the foyer with light.
Colpito dalla luce il Demone comincia a autodistruggersi per poi scomparire definitivamente dall’appartamento.
Liberi ormai dalla minaccia del Demone i ragazzi si precipitano da Alec e verificare le sue condizioni. Vedendo che le rune non funzionano, e compreso che molto probabilmente il sangue di Alec è stato infettato dal morso del Demone, i Cacciatori decidono di portarlo all’Istituto.
Lì Hodge spiega ai ragazzi di aver fatto il possibile, ma che il suo operato è solo un palliativo: perché Alec si rimetta del tutto c’è bisogno dell’intervento dei Fratelli Silenti, ma nell’attesa Alexander potrebbe anche morire.
La risposta dei ragazzi è devastata e preoccupata; e sebbene all’inizio Hodge sia in ansia tanto quanto loro, appena scopre che il gruppo è riuscito a recuperare la Coppa Mortale cambia drasticamente atteggiamento.
Dopo una breve e inspiegabile colluttazione riesce a impossessarsi non solo della Coppa, ma anche del corpo inerte di Jace; quindi si nasconde dietro una barriera che Clary non può penetrare. Poco alla volta i pezzi del puzzle vanno al loro posto e Clary capisce che Hodge è sempre stato una delle pedine di Valentine.
[…] Volevi la Coppa per te.»
«No» disse Hodge. «Non per me.»
La gola di Clary era asciutta come la sabbia. «Lavori per Valentine» sussurrò.
«Non lavoro per Valentine» disse Hodge. Sollevò una mano di Jace e prese qualcosa. Era l’anello inciso che Jace portava sempre. Hodge se lo infilò al dito. «Ma sono un uomo di Valentine, è vero.»
[…] You wanted the Cup for yourself.”
“Not,” said Hodge, “for myself.”
Clary’s throat was dry as dust. “You work for Valentine,” she whispered.
“I do not workfor Valentine,” said Hodge. He lifted Jace’s hand and drew something from it. It was the engraved ring Jace always wore. Hodge slipped it onto his own finger. “But I am Valentine’s man, it is true.”
All’improvviso da un portale entra in scena proprio Valentine.
Poi Clary sentì il rumore di una porta che si apriva e si voltò d’istinto per vedere chi stava entrando in biblioteca. Quando si girò di nuovo verso Hodge, vide che l’aria accanto a lui stava brillando, come la superficie di un lago vista da lontano. Il muro d’aria scintillante si aprì come una tenda argentata e un uomo alto comparve ac-canto a Hodge, come se si fosse materializzato dal nulla.
Then Clary heard the sound of a door opening and turned instinctively to see who was coming into the library.
When she turned back, she saw that the air beside Hodge was shimmering, like the surface of a lake seen from a distance. The shimmering wall of air parted like a silver curtain, and then a tall man was standing next to Hodge, as if he had coalesced out of the humid air.
Dalle sue parole ben presto si scopre che Hodge aveva collaborato con Valentine per spezzare la maledizione, fattagli dal Conclave, che lo obbliga a restare nei confini dell’Istituto.
«È finita?» chiese. «La maledizione… è scomparsa?»
«Sì» disse Valentine. «E ti auguro che la libertà che ti sei comprato possa darti la felicità.» E con quelle parole oltrepassò il sipario di aria scintillante. Per un istante sembrò scintillare anche il suo corpo, come se fosse sotto un getto d’acqua. Poi scomparve, e con lui scomparve anche Jace.
“Is it done?” he asked wildly. “The curse-it is lifted?”
“Yes,” said Valentine. “And may your bought freedom bring you joy.” And with that he stepped through the curtain of glowing air. For a moment he himself seemed to shimmer, as if he stood underwater. Then he vanished, taking Jace with him.
Il capitolo si conclude così, con Valentine che scompare dal portale portando con sé non solo la Coppa Mortale, ma anche il corpo di un inanimato Jace.
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