Quest’oggi vi proponiamo la traduzione di una nuova intervista a Lily (che però un po’ sa di vecchio: le domande che le hanno posto gliele avevano già fatte mille volte, e di conseguenza le risposte le conosciamo). Visto sappiamo che a molti di voi fa sempre piacere sentire parlare di Città di Ossa e del suo cast, ci è parso il caso di postarvela. 😉
Speriamo che la prossima intervista che tradurremo avrà qualche informazione su Città di Cenere, però!
« Lily Collins ci parla del suo ruolo come Clary Fray in The Mortal Instruments e di ciò che suo padre le ha insegnato sul mondo dello spettacolo.
Com’è stato realizzare The Mortal Instruments?
“Tutta l’esperienza è cominciata come qualcosa di estremamente speciale, perché ero una grandissima fan dei libri già prima di essere scelta per il ruolo… E noi tutti ci siamo sentiti come se fossimo lì, nella storia, ogni singolo giorno. Il cast e la crew erano eccezionali. Ho avuto modo di fare le mie acrobazie e di stare a Toronto – voglio dire, l’intera esperienza è stata davvero, davvero divertente.”
Come ti sei allenata per il film?
“Ho lavorato con un personal trainer per tre mesi prima di cominciare a girare… Abbiamo migliorato la stabilità, fatto allenamenti per aumentare la forza e la resistenza. E poi sono passata ai coordinatori delle acrobazie del film, che ho sentito molto vicini a me, perché erano gli stessi di Biancaneve; li conoscevo davvero bene. Ci siamo allenati a combattere con la spada, a fare acrobazie, stunt in aria e arti marziali tutti i giorni fino alle riprese, e allo stesso modo abbiamo continuato mentre giravamo, svegliandoci alle cinque del mattino per andare in palestra. È una cosa che abbiamo affrontato tutti insieme, il cast al completo. Ci guardavamo l’un l’altro, al mattino, e dicevamo: ‘Non riesco a crederci’.”
Il vostro impegno è stato ripagato?
“Sì. In questo film Clary ha la possibilità di mettere in mostra solo un pochino del suo potenziale. Se ci sarà un sequel, con ogni probabilità è lì che vedremo Clary in tutta la sua potenza da Shadowhunter. Ma abbiamo fatto da noi ogni acrobazia, e alle nostre spalle avevamo degli eccezionali coordinatori – così se qualcosa si rivelava decisamente troppo poco sicuro erano loro a farlo. Ma quando nel trailer vedete Jamie [il coprotagonista del film, Jamie Campbell Bower] fare quel salto all’indietro, è davvero lui. Volevamo fare da soli tutto il possibile.”
Cos’hai imparato da tuo padre in merito al lavorare nel mondo dello spettacolo?
“Le persone avranno sempre qualcosa da dire sul tuo lavoro, e non sempre le loro parole saranno positive. In effetti, la maggior parte delle volte saranno cose negative. Ma è importante non fissarsi su questo, non focalizzarcisi sopra. Perché se la cosa che hai fatto ti ha reso felice e ne sei orgoglioso, allora è questa tutta l’esperienza che devi trarne. Se non va bene, se le persone non rispondono a quanto hai fatto – non è quella la parte importante. Ciò che è importante è aver fatto quella cosa per te, aver scelto di farla per te.”
Come reagisci ai rifiuti?
“Ho conservato tutti i copioni per cui ho fatto un’audizione prima di recitare in The Blind Side [il debutto sul grande schermo della Collins]. Sai, ce ne sono pile e pile e pile. Ti dicono ‘no’ così tante volte. Ma ho sempre pensato a quei rifiuti come a dei: ‘No, non ora’, piuttosto che a dei: ‘No, questa parte non va bene per te’. Penso fermamente che tutto succeda per una ragione. Ma a quel tempo era totalmente devastante; poi passava una settimana e mi dicevo: ‘D’accordo, qual è il prossimo?’.”
Ti dava un senso di pressione essere la figlia di Phil Collins?
“Beh, lui è principalmente conosciuto per la sua musica. Voglio dire, ha cominciato come attore, ma principalmente lo si conosce per la sua musica. Ma anche così ho preferito aspettare di essere pronta per farcela da sola, senza che facessero le telefonate per me. Non volevo dare a nessuno la possibilità di dirmi: ‘Stai facendo questo lavoro solo grazie a…’. Così forse ho perso un paio di opportunità o di incontri – e probabilmente si trattava di cose che non era destino che io facessi. Quindi no, arrivata a questo punto quel genere di pressione non c’è più, perché sono stata in grado di girare numerosi film da quando è cominciata la mia carriera – carriera che è davvero, tipo, breve (ride)… Sono passati appena quattro anni da quando ho iniziato.”
Com’è stato entrare nel mondo della fama, proprio come tuo padre?
“Non lo so… Non ho mai visto questa cosa come una competizione. Ma penso che venga butto fuori più lui che io. L’altro giorno stava ascoltando la radio e il DJ ha detto: ‘Questo era Phil Collins. Per chi non lo sapesse, è il papà di Lily’. (Ride) Me l’ha detto, e la cosa lo faceva ridere, sorridere. Per quanto riguarda me, lo trovo per certi versi divertente e bizzarro. Lui, invece, è semplicemente super orgoglioso.”
Sei sorpresa dalla rapidità con cui tutto questo è successo?
“So benissimo che non è normale che il tuo primo film (The Blind Side) venga candidato agli Oscar… È davvero insolito. Ma penso di aver gestito questa cosa in una maniera che mi fa sentire ancora coi piedi per terra… Voglio dire, ho ventiquattro anni. Mi piace divertirmi con gli amici e la mia famiglia.
Hai ancora tempo per uscire con gli amici?
“Ho un ristretto gruppo di amiche a Los Angeles, mentre quelle più intime – amiche dai tempi del liceo o del college – vivono tutte sparse in città diverse; una è alla Casa Bianca, un’altra possiede una galleria d’arte a New York, un’altra ancora lavora per Teen Vogue. Ma la nostra connessione non è mai sparita. Con le amiche che ho qui andiamo al cinema, ai mercatini, nei nuovi ristoranti… Amo uscire ed essere semplicemente me stessa, e a questo punto non è ancora una cosa corrotta… Credo sia triste chiudersi dentro; non ha senso. Ho ancora la possibilità di essere molto normale.”
Nel girare questo film, qual è stata la sfida più grande?
“È stato un film davvero molto, molto fisico e stancante. Ed è stato anche il film che mi ha fatto lavorare per il maggior numero di tempo mentre giravamo; voglio dire, penso di aver avuto forse due giorni liberi durante tutto l’arco delle riprese… Un sacco di volte abbiamo girato anche di notte – così c’erano giorni in cui erano le quattro del mattino e io stavo facendo delle acrobazie vestita in quel modo, sai, mentre giravamo all’interno di un vecchio hotel decrepito dove era facile cadere o inciampare… Diciamo solo che cercare di concentrarmi sulla recitazione mentre correvo coi tacchi alti giù da una rampa di scale alle quattro del mattino è stata un’esperienza davvero interessante (ride).”
Cos’è che nella storia ti ha attirato così tanto, all’inizio?
“Penso sia stata l’idea di una ragazza normale che finisce coinvolta in situazione fantastiche e deve reagire nell’unico modo che conosce. Anche il fatto che debba cercare sua madre è qualcosa che mi permette di relazionarmi a lei, perché pure io sono molto vicina a mia mamma. Se mai dovesse succederle qualcosa, reagirei proprio come Clary. Quindi per me è stato un viaggio alla scoperta di se stessi che si concentra per tutta la serie sul trovare sua mamma, sconfiggere il male e rivenire la propria forza trovandolo dentro di sé. Sebbene si tratti di una serie fantasy, penso sia comunque qualcosa con cui chiunque può relazionarsi.”
Dicci com’è stato lavorare con Jamie Campbell Bower, l’interprete di Jace… Ho capito bene, sei stata scelta prima tu di lui?
“Sì, sono stata scelta prima io, e avevo già letto il copione con alcuni altri ragazzi che volevano la parte. E poi Jamie è entrato nella stanza e la sua personalità rispecchiava quella di Jace, molto semplicemente. Non stava neppure recitando. Era Jamie, punto. Nel senso, Jace è sarcastico, arrogante, uno a cui non importa di ciò che pensano gli altri, ma che allo stesso tempo nasconde in sé un ragazzino sperduto, molto sensibile, affettuoso e vulnerabile… Non ci sono molti attori in grado di mostrare un lato così vulnerabile. Jamie è entrato nella stanza ed è stato spiritoso, ha fatto un sacco di battute. Era Jace, semplicemente. Non si stava sforzando. Nel preciso istante in cui l’ho incontrato, ho capito che era Jace.”
E l’autrice del libro, Cassandra Clare?
“Non ho incontrato Cassie fino alla settimana prima dell’inizio delle riprese. Le avevo parlato per telefono e tramite e-mail, ma dal vivo non l’avevo mai vista. È stata una sorpresa. Questo è il suo bambino, la sua serie di libri. Pensavo che sarebbe stata più irremovibile perché certe cose venissero realizzate in una certa maniera, ma in verità è stata semplicemente tanto incoraggiante e di supporto. ‘Sei tu l’attrice, sei stata scelta per interpretare Clary per una ragione; va’ e divertiti, semplicemente questo’. Era davvero tanto eccitata di vedere il suo lavoro venir trasformato in un film. E avere il suo supporto è stato eccezionale. Ha cercato di far emergere tanto la nostra voce quanto quella dei personaggi.”
Prima hai citato The Blind Side, che è stato un film abbastanza grande con cui cominciare…
“Ma non sembrava un grande film. All’inizio era un progetto abbastanza indie. Penso sia cominciato a crescere solo dopo la fine delle riprese, grazie al passaparola. Stavamo semplicemente raccontando una piccola storia, una storia di cui avevo avuto la possibilità di far parte, e poi tutt’a un tratto è diventato tutto così grande… Sandra [Bullock], interpretando Leigh Anne Tuohy, ha fatto il miglior lavoro che si possa immaginare, e il film è decollato. È diventato un progetto molto più grande di quel che sembrava sul set.”
Visto che Twilight è finito, molte persone si chiedono: The Mortal Instruments potrebbe riempire quel vuoto?
“Non penso che stiamo cercando di rimpiazzare qualcuno. Credo molto semplicemente che Twilight sia finito, e che c’è spazio perché un’altra storia venga raccontata. La nostra potrà avere anche qualche similitudine, ma è pure molto, molto diversa. Penso che il pubblico giovane, come anche le persone che non conoscono i libri, ne resterà catturato. E credo che attirerà anche nuovi spettatori, spero, più grandi, oltre a mantenere quanti erano rimasti incantati dal mondo di Twilight.”
The Mortal Instruments: City of Bones sarà disponibile in DVD, Blu-Ray e download digitale a partire dal 27 gennaio per Entertainment One [NdT: qui in Italia è già possibile acquistare Shadowhunters – Città di Ossa in tutti i formati precedentemente elencati]. »
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