Lo so, quando tocca a me scrivere i post del read along pubblico sempre in ritardo. XD Ma voi mi perdonerete perché mi volete bene(?), non è così? Sì?
Okay, bando alle ciance: ecco “Il Circolo” (in inglese, “The Circle and the Brotherhood”)!
Dopo la piccola “avventura” a casa di Luke, il nostro trio (Jace, Clary e Simon) prende il treno per tornare all’Istituto – che agli occhi di Simon sembra un’enorme e bruttissima chiesa.
Clary, invece, riesce a far svanire l’incanto abbastanza a lungo da poter vedere la costruzione per ciò che realmente è:
« Vide i pinnacoli svettanti della cattedrale, il bagliore spento delle finestre istoriate, la targa d’ottone fissata alla parete di pietra accanto al portone, il nome dell’Istituto inciso su di essa. »
« She saw the sarin spires of the cathedral, the dull gleam of the leader windows, the brass plate fixed to the stone wall beside the dorr, the Institute’s name etiche into it. »
L’Istituto, quel meraviglioso edificio che tutti immaginiamo (e che – a mio parere – hanno perfettamente replicato nel film), si apre davanti a loro.
Jace, Clary e Simon varcano il portone e vanno in cerca di Alec e Hodge – tuttavia la loro guida, il magnifico gatto Church, non si fa scrupoli a prenderli in giro e li conduce in cucina, da Isabelle.
La nostra bellissima cacciatrice è intenta a “cucinare”. Ammesso, certo, che gettare ingredienti quasi a caso nella pentola sia cucinare.
« – Se tu sapessi cucinare, forse io mangerei – borbottò Jace.
Isabelle si bloccò, soppesando minacciosamente il mestolo. – Cosa hai detto?
– Ho detto che andrò a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
– Ah, ecco. – Isabelle tornò a dedicarsi alla sua zuppa. »
« “If you knew how to cook, maybe I would eat,” Jace muttered.
Isabelle froze, her spoon poised dangerously. “What did you say?”
Jace edged toward the fride. “I said I’m going to look for a snak to eat.”
“That’s what I thought you said.” Isabelle returned her attention to the soup. »
La cosa più importante del discorso, però, non è la dubbia (più che dubbia!) capacità di Isabelle di cucinare; è il fatto che Jace ha appena incontrato gli assassini di suo padre.
Anche Isabelle resta colpita dalla notizia, anche se cerca di spostare l’attenzione sul fatto che Hodge ucciderà Jace per aver portato un altro mondano all’Istituto. Non che questo preoccupi Jace.
O Simon. Oh, no. Simon è decisamente rimasto colpito da Isabelle – e questo irrita un po’ Clary, vuoi perché non ha mai visto il suo amico fare gli occhi da pesce lesso in questo modo, vuoi perché Isabelle è il genere di ragazza che lei non sarà mai.
L’interesse di Simon è così palese che Jace si sente in dovere di prenderlo in giro (e fargli notare per nulla velatamente che con Izzy non ha speranze).
« Isabelle scrollò le spalle. – Va bene. Hai intenzione di tornare? Vuoi un po’ di zuppa?
– No – disse Jace.
– Pensi che Hodge ne voglia un po’?
– Nessuno vuole la tua zuppa.
– Io la voglio, la tua zuppa – disse Simon.
– No che non la vuoi – disse Jace. – Vuoi soltanto andare a letto con Isabelle.
Simon rimase di stucco. – Non è vero!
– Grazie tante – borbottò Isabelle, guardando la pentola, ma stava ridacchiando.
– Oh, sì che è vero – disse Jace. – Dai, chiediglielo, così lei può dirti di no e noi possiamo continuare a farci i fatti nostri mentre tu ti crogioli nell’umiliazione. »
« She shrugged. “All right. Are you going to come back? Do you want any soup?”
“No,” said Jace.
“Do you think Hodge will want any soup?”
“No one wants any soup.”
“I want some soup,” Simon said.
“No, you don’t,” said Jace. “You just want to sleep with Isabelle.”
Simon was appalled. “That is not true.”
“How flattering,” Isabelle murmured into the soup, but she was smirking.
“Oh, yes it is,” said Jace. “Go ahead and ask her—then she can turn you down and the rest of us can get on with our lives while you fester in miserable humiliation.” »
Non che quest’affermazione nasca da un qualche interesse amoroso di Jace per Isabelle – è solo che la conosce troppo bene. E ha ben altro da fare che stare lì a fissare il mondano mentre si rende ridicolo.
Lui e Clary si dirigono quindi da Hodge, mentre Simon resta in cucina a mangiare una scodella di zuppa (è parecchio coraggioso, il nostro Simon).
Scopriamo che di solito a occuparsi della cucina è Maryse, la madre di Isabelle; e che fino a poco tempo prima le donne Shadowhunters, se non dotate di abilità decisamente eccezionali, erano relegate a far lavori di scrivania: creare armi, studiare le rune, insegnare le arti marziali.
Quella di Maryse è forse la prima generazione di donne Shadowhunters guerriere – e probabilmente se Isabelle è così una schiappa a cucinare è proprio perché la madre, spaventata dalla prospettiva di vedere la figlia costretta in cucina per il resto della sua vita, ha preferito non insegnarglielo.
Scopriamo anche che Alec non è bravo quanto Isabelle a uccidere i demoni: non ne ha mai ammazzato uno, in effetti. Questo perché di solito passa il tempo a difendere Jace e Izzy, anziché correre in prima linea a procurarsi gloria.
A quel punto, Jace e Clary si infilano nella serra (dove, stando a Church, si è nascosto Hodge).
La serra è qualcosa di bellissimo: piena di fiori colorati, piante di ogni sorta, profumi meravigliosi.
Seduto su una panchina col suo corvo appollaiato sulla spalla c’è Hodge; è intento a fissare l’acqua con fare pensoso. Appena avverte la presenza dei due ragazzi, però, si riscuote e li guarda a sua volta.
Jace racconta rapidamente a Hodge dell’incontro con il Dimenticato, e accenna anche a Dorothea. Dopodiché tira fuori il nome di Luke – e anche il nome con cui Pangborn e Blackwell, gli assassini del padre di Jace, l’hanno chiamato: Lucian Graymark.
Sul volto di Hodge si legge la paura – ha capito che il Circolo sta risorgendo. E così conduce Jace e Clary con sé in biblioteca per spiegare loro cosa intende per “Circolo di Raziel”.
Hodge mostra loro una copia del giuramento del Circolo, e spiega che si trattava di un gruppo (capitanato da Valentine) che aveva l’intenzione di rendere più “puro” il mondo; miravano a uccidere i Nascosti giunti a Idris per gli Accordi, cogliendoli nel momento in cui erano più indifesi.
La domanda di Jace non giunge affatto inaspettata: se il Conclave ha rinnegato il Circolo e ha distrutto i documenti che lo riguardavano, com’è che Hodge ha una copia del giuramento?
« – Perché – disse infine Hodge – ho contribuito a scriverlo.
Jace lo guardò. – Tu facevi parte del Circolo?
– Sì. Molti di noi ne facevano parte. – Hodge guardava dritto davanti a sé. – Anche la madre di Clary. »
« “Because,” he said, finally, “I helped to write it.”
Jace looked up at that. “You were in the Circle.”
“I was. Many of us were.” Hodge was looking straight ahead. “Clary’s mother as well.” »
Clary è sconvolta. Non può crederci.
Peccato che questa non sia neppure lontanamente la parte peggiore della vicenda.
« – Dubito – disse lentamente, come se quelle parole gli provocassero dolore – che avesse molta scelta.
Clary lo guardò. – Di cosa stai parlando? Perché non aveva molta scelta?
– Perché – disse Hodge – era la moglie di Valentine. »
« “I doubt,” he said slowly, as if the words pained him, “that she had much choice.”
Clary stared. “What are you talking about? Why wouldn’t she have had a choice?”
“Because,” said Hodge, “she was Valentine’s wife.” »
Bellissimo capitolo! Facciamo la conoscenza di Isabelle, di Hodge, e scopriamo anche l’Istituto, per non parlare della bomba finale: la mamma di Clary era sposata con Valentine (chiamala scema! XD ).
Jace si fa sempre più insopportabile col povero Simon, ma i loro battibecchi li adoro, fanno troppo ridere! ^^
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