Harry (l’interprete televisivo di Magnus) è stato intervistato da Latina.com – e tra i tanti argomenti ha parlato pure del telefilm. 😉 Vi abbiamo tradotto tutta l’intervista, sperando di farvi cosa gradita!
« Cosa fai dopo la riuscita conclusione di una serie amata come Glee? Beh, se sei Harry Shum Jr., diventi uno stregone… di Brooklyn. L’attore costaricano ha recentemente firmato per interpretare uno stregone di ottocento anni in Shadowhunters della ABC Family, basato sulla popolare serie YA The Mortal Instruments. Quando Shum Jr. non è impegnato a lanciare incantesimi in TV, giudica il divertente show visivo Fake Off su Tru TV. Qui ci parlerà dei suoi prossimi film (Crouching Tiger, Hidden Dragon: The Green Legend) e del perché potrebbe essere il solo costaricano a non surfare.
Congratulazioni per Shadowhunters della ABC Family!
Lo show sarà divertente ed eccitante. Riguarda un mondo pieno di vampiri, stregoni e demoni. Sono emozionato per il mio personaggio, che sarà uno stregone di ottocento anni che guida la protagonista (Clary Fray). In pratica, uno show divertente; McG dirigerà il primo episodio. È il mio nuovo capitolo. Per fortuna, ci sono sette libri [NdT: non sappiamo se intende i sei di TMI + Le Cronache di Magnus Bane o se si tratta di un errore di battitura] su cui poter fare le mie ricerche sul personaggio. I miei poteri includono la capacità di bloccare i ricordi altrui, aiutarli a recuperarli, ecc.
Sei un giudice di Fake Off (su Tru TV, il mercoledì alle 10 di sera). Come descriveresti lo show?
È più uno show visivo, quindi è difficile da spiegare. Per me, un Fake Off è praticamente un trucco o un’illusione incorporato all’interno di una performance. Pensa agli effetti speciali del teatro, ma in novanta secondi e con un tema – che si tratti della musica degli anni ’90, delle popstar degli anni ’90, ecc. È grandioso perché incorpora tutte le cose che amo, tipo il ballo, il teatro fisico, il movimento e gli effetti speciali; tutti in un unico spettacolo.
Canti, balli e reciti. Se dovessi ritirarti da una di queste cose, quale sarebbe?
Non farmi questo, amico. [Ride] Per me, è come se mi stessi dicendo che devo tagliarmi un braccio. Tutte queste cose mi rendono completo. È una di quelle domande ardue: devi sceglierne una. Non ballerei senza recitare, perché lo renderebbe molto monodimensionale.
Come ha fatto il ballo a migliorare la tua recitazione?
Mi ha decisamente aiutato ad avere controllo sul mio corpo. Nella recitazione, puoi utilizzare tutto il tuo corpo. Questo non significa che ti muovi per tutto il tempo, ma è uno dei modi maggiori in cui ti esprimi. Quando l’ho scoperto, mi ha permesso di incorporare il ballo e la recitazione insieme. Sapere che un movimento dovrebbe avere un significato; non dovresti muoverti solo perché fa figo. Quando ero più giovane credevo che riguardasse solo questo.
Dicci di Crouching Tiger, Hinner Dragon: The Green Legend (che andrà in streaming su Netflix a partire da quest’agosto).
È il mio primo film sulle arti marziali, e per girarlo mi sono allenato moltissimo. Ho anche incorporato molto del mio background di ballerino nel ruolo, perché non avevo un background di arti marziali. Ho dovuto trovare un modo per farlo sembrare corretto in un mondo di arti marziali. Se avete visto il primo, gli attori stavano in pratica ballando un valzer, tranne quando cercavano di prendersi a pugni.
Come fate a restare fedeli all’originale e realizzare comunque un sequel a sé?
Il primo è incredibile. Ricordo di averlo mostrato ai miei amici perché ero così orgoglioso che ci fosse questo film con personaggi forti, una storia grandiosa e arti marziali fuori da questo mondo. Woo-Ping Yen è il regista, ed è una legenda in questo mondo di arti marziali. Un sacco di gente pensa che stiamo facendo un sequel tanto per fare, ma il primo film segue una serie di cinque romanzi, e comincia dal mezzo. Sono davvero emozionato all’idea che la gente lo veda. È pieno d’azione. Guardatelo in IMAX, poi tornate a casa e rivedetelo su Netflix.
Sei un orgoglioso costaricano. Quindi sei grande a surfare?
Ci sono tornato circa tre anni fa perché mio padre abita ancora lì. Non surfo. Io e l’oceano ci rispettiamo a vicenda. Andavo a una città in cui si surfa, in Costa Rica, e avevo cominciato a surfare un pochino, ma continuavo a far male. Continuavo a cadere sulle rocce. »
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