Fun fact: questa traduzione l’ho iniziata alle 5 del mattino (Cassie l’aveva pubblicata da poco).
Tuttavia, “causa” Tribute Day ;), ho avuto modo di terminarla e postarla solo adesso (sono tornata a casa più o meno un’ora fa) – mi spiace!
PS: prima di lasciarvi al racconto, una premessa: non accetteremo commenti anti-Jessa. Se la coppia non vi piace, saltate la storia! Abbiamo un sacco di altri extra, qui sul sito.
« Una storia per quanti si sono chiesti cos’hanno fatto Tessa e Jem dopo essersi incontrati sul Blackfriars Bridge nell’epilogo de La Principessa.
Tutti coloro che non apprezzano Tessa&Jem insieme o i momenti sexy Jessa probabilmente dovrebbero saltare questo racconti. Quelli che apprezzano questo genere di cose troveranno invece roba che a loro piace.
After the Bridge [NdT: “Dopo il ponte”] alterna i POV [NdT: “Punti di vista”] di Jem e Tessa. Verrà pubblicato in capitoli.
Questa è la Prima Parte. »
After the Bridge
Now is the time of our comfort and plenty
These are the days we’ve been working for
Nothing can touch us and nothing can harm us
And nothing goes wrong anymore
Venne fuori che Tessa aveva un appartamento a Londra. Era al secondo piano di una casa di città bianco pallido a Kensington, e, mentre faceva entrare entrambi – le sue mani, girando la chiave, tremavano appena leggermente –, spiegò a Jem che Magnus le aveva insegnato come possedere un’abitazione per secoli desiderando le proprietà per se stessi.
“Dopo un po’ ho cominciato semplicemente a darmi dei nomi stupidi,” disse, chiudendo la porta dietro di loro. “Credo di possedere questo posto con lo pseudonimo di Bedelia Codfish.”
Jem rise, anche se era solo in parte concentrato sulle sue parole. Stava osservando l’appartamento – le pareti erano di colori brillanti: un soggiorno lilla, con divani bianchi sparsi qui e là, una cucina verde avocado. Quando aveva comprato l’appartamento, Tessa, si chiese, e perché? Aveva viaggiato così tanto, quindi perché crearsi una base a Londra?
La domanda gli si seccò in gola quando si voltò e realizzò che, attraverso una porta parzialmente aperta, riusciva a dare un’occhiata alle pareti blu di quella che molto probabilmente era una camera da letto.
Deglutì, la bocca improvvisamente asciutta. Il letto di Tessa. In cui lei dormiva.
Tessa lo guardò con gli occhi assottigliati. “Stai bene?”
Gli prese il polso, e Jem sentì le pulsazioni accelerare sotto il suo tocco. Finché non era diventato un Fratello Silente, era sempre stato così. Si era chiesto, durante il tempo passato a Idris, dopo che il fuoco celeste l’aveva curato, se sarebbe stato di nuovo come un tempo: se i suoi sentimenti umani sarebbero tornati. Quando era un Fratello Silente era stato in grado di toccarla e starle vicino, ma senza desiderarla come la voleva da mortale. L’amava ancora, ma era stato un amore dello spirito, non del corpo. Si era chiesto – aveva temuto, persino, che i sentimenti fisici e la risposta non sarebbero tornati così come era tornato lui. Si era detto che, se anche i Fratelli Silenti avessero ucciso la capacità dei suoi sentimenti di manifestarsi in maniera fisica, non se ne sarebbe dispiaciuto. Si era detto di aspettarselo.
Non avrebbe dovuto preoccuparsi.
Dal momento in cui l’aveva vista sul ponte, che gli si avvicinava attraverso la folla con addosso i suoi jeans moderni e una sciarpa liberty, coi capelli che le volavano dietro la schiena, aveva sentito il fiato mozzarglisi in gola.
E quando Tessa aveva tirato fuori il ciondolo di giada che le aveva dato e gliel’aveva timidamente offerto, il suo sangue aveva ruggito nelle vene come un fiume privo di ostacoli.
E quando gli aveva detto, Ti amo. Ti ho sempre amato, e sempre ti amerò, gli ci era voluta tutta la sua forza di volontà per non baciarla in quello stesso momento. Per non fare più che baciarla.
Ma se la Fratellanza gli aveva insegnato qualcosa, era il controllo. La guardò e costrinse la sua voce a restare salda. “Un po’ stanco,” disse. “E assetato – a volte dimentico che adesso ho bisogno di mangiare e bere.”
Tessa lasciò cadere le chiavi su un piccolo tavolino di legno di palissandro e si voltò verso di lui con un sorriso. “Tè,” gli disse, dirigendosi verso la cucina verde avocado. “Qui non ho molto cibo, perché di solito non resto a lungo, ma ho del tè. E dei biscotti. Va’ nel salottino; arrivo subito.”
Jem fu costretto a sorridere, quando Tessa concluse la frase; persino lui sapeva che nessuno diceva più “salottino”. Era forse nervosa tanto quanto lui? Non poteva che sperare.
*
Tessa imprecò silenziosamente per la quarta volta, mentre si chinava per recuperare la scatola delle zollette di zucchero dal pavimento. Aveva già acceso il bollitore senza metterci l’acqua, mescolato le bustine del tè, rovesciato il latte, e ora questo. Lasciò cadere un cubetto di zuccherò in entrambe le tazzine e si disse di contare fino a tre, osservando le zollette che si dissolvevano.
Le sue mani stavano tremando, lo sapeva. Il suo cuore era accelerato. James Carstairs era nel suo appartamento. Nel suo salotto. In attesa del tè. Parte della sua mente le urlava che era solo Jem, mentre l’altra strillava con la stessa forza che quel solo Jem non lo vedeva da centotrentacinque anni.
Era rimasto Fratello Zaccaria per così tanto tempo! E, certo, nel suo cuore lui era sempre stato Jem, con la sua arguzia e immancabile gentilezza. Non aveva mai fallito nell’amare lei o Will. Ma i Fratelli Silenti – loro non sentono le cose come le persone ordinarie.
È qualcosa su cui Tessa aveva riflettuto, di quando in quando, negli anni successivi, molte decadi dopo la morte di Will. Non aveva mai desiderato nessun altro, mai nessuno che non fossero Will e Jem, ed entrambi le erano irraggiungibili, benché Jem fosse ancora vivo. Si era chiesta, a volte, cosa sarebbe successo se ai Fratelli Silenti fosse semplicemente stato vietato di sposarsi o amare; ma era più di così: Jem non poteva desiderarla. Non provava sentimenti del genere. Si era sentita come Pigmalione, a bramare il tocco di una statua di marmo. I Fratelli Silenti non provavano il desiderio fisico di toccare, non più di quanto non avessero bisogno di acqua o cibo.
Ma ora…
A volte dimentico che adesso ho bisogno di mangiare e bere.
Sollevò le tazze di tè con le mani che ancora le tremavano e si diresse in salotto.
Questa storia non si trova sui libri? È disponibile solo online,vero?
Sono sempre stata una shippatrice Wessa, ma devo dire che dopo la morte di Will non avrei sopportato che Tessa scegliesse nessun’altro al posto di Jem… sono davvero dolcissimi 🙂 :heart:
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ma come si fa a non amarli??!! sono troppo teneri!! :kiss: :kiss: :kiss: :kiss:
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[…] the Bridge [Parte 1: QUI] [Parte 2: […]
[…] [Parte 1 – QUI] […]
Davvero meraviglioso… e grazie mille per la traduzione, efficienti come sempre!
Amo molto i Jessa, ora non posso far altro che aspettare i prossimi capitoli 🙂
😉 Abbiamo caricato il secondo, Cassie l’ha uppato su Tumblr un’oretta fa. Btw, grazie per il complimento! <3
Letto proprio ora :love:
L’abbiamo appena caricata, la trovi nel post successivo a questo! 🙂 Cassie l’ha postata un’oretta fa. ^^
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