Ed ecco arrivare anche la quarta parte del read along, Shadowhunters! 🙂 Come saprete già, oggi ci dedichiamo a un capitolo molto caro a tutti i lettori: “Il Divoratore” (in originale, “Ravener”).
Benché gli Shadowhunters compaiano e agiscano già nel primo capitolo, e Jace abbia disturbato Clary nel terzo, è qui che vediamo la nostra piccola eroina confrontare un demone da sé – e farsi quasi ammazzare. 😉
Cominciamo!
« La serata si era fatta ancora più afosa e correre verso casa era come nuotare dentro una zuppa calda. All’angolo del suo isolato, Clary fu fermata da un semaforo rosso e iniziò a saltellare nervosamente da un piede all’altro mentre il traffico le sfrecciava davanti in un vortice indistinto di fanali. Cercò di chiamare ancora casa, ma Jace aveva detto la verità: il suo telefono non era un telefono. »
« The night had gotten even hotter, and running home felt like swimming as fast as she could through boiling soup. At the corner of her block Clary got trapped at a DON’T WALK sign. She dittere up and down impatiently on the balls of her feet while traffic whizzed by in a blur of headlight. She tried to call home again, but Jace hadn’t been lying; his phone wasn’t a phone. »
Clary è terrorizzata: sua madre non risponde, la chiamata si è interrotta bruscamente, non ha più il telefono (beh, almeno un telefono che sia davvero un telefono) e i semafori sembrano complottare contro lei.
Continua a correre finché non raggiunge la sua palazzina, però, e quando vede le finestre del secondo piano (dove abita lei) accese pensa: “Ok. Va tutto bene”.
Madame Dorothea, la folle inquilina del piano di sotto, la blocca prima che possa andare in cerca dalla madre per chiederle di riferire a Luke di ripulire il lucernario – e la mette anche sul chi va là, dal momento che le domanda: “Tua madre ha fatto un bel trambusto lassù. Costa sta combinando? Sposta i mobili?”
Dopo essersi liberata dalla donna, Clary a fatica raggiunge la porta d’ingresso del suo appartamento – e appena trova il coraggio di aprirla scopre davanti a sé uno scenario agghiacciante.
La madre non c’è, e tutto è distrutto: ci sono cuscini strappati, librerie ribaltate, lo sgabello del pianoforte a terra. I quadri di Jocelyn, poi, sono letteralmente a brandelli.
« – Mami! – gridò. – Dove sei? Mami! »
« “Mom!” she shrieked. “Where are you? Mommy!” »
Clary corre in cucina, ancora alla ricerca della madre – ma non è lei che risponde alle sue grida terrorizzate.
Nascosto nell’appartamento c’è un demone. Uno mostro disgustoso, strisciante, lungo e ricoperto di occhi. Il suo cranio è tondo, gli occhi neri.
Prima di rendersene conto, Clary è costretta a rotolare di lato per sfuggire a un assalto; poi si precipita fuori dalla stanza, ma l’essere non smette di seguirla, urlandole cose che non lasciano dubbi: ha intenzione di mangiarla.
A un tratto il demone riesce a buttarla a terra – e le sussurra che “Lord Valentine” non lo scoprirà mai che l’ha mangiata, perché non ha mai parlato di una ragazza.
Facendo appiglio a tutta la sua volontà, Clary riesce a ficcargli il Sensore di Jace in bocca, tra le zampe.
Tempo una manciata di secondi e… puff. Niente più mostro.
E niente più Clary XD, perché nel frattempo un oggetto (il Divoratore mezzo morto) la colpisce in testa, mettendola al tappeto.
Quando si risveglia scopre di non essere più nel suo appartamento, ma sull’erba umida all’esterno. Insieme a lei c’è Jace, che le suggerisce di non muoversi.
Clary chiede spiegazioni, e Jace le spiega che il demone del Pandemonium era un Eidolon, un mutante; questo robo qui invece era un Divoratore.
A questo punto, Jace la costringe a seguirlo all’Istituto: il veleno del demone potrebbe ucciderla, devono sbrigarsi. Non c’è tempo per farsi domande sulla madre di lei: a quello penseranno dopo.
E poi le disegna una runa. Sul braccio, un segno nero come l’inchiostro simile a dei cerchi sovrapposti.
« – A cosa serve?
– Ti nasconderà – disse lui. – Per il momento. – Si infilò nella cintura la cosa che Clary aveva pensato fosse un coltello. Era un cilindretto luminoso e appuntito, grande come un dito. – È il mio stilo – disse Jace. »
« “What’s that supposed to do?”
“It’ll hide you,” he said. “Temporarily.” He slid the thing Clary had thought was a knife back into his belt. It was a long, luminous cylinder, as thick around as an index finger and tapering to a point. “My stele,” he said. »
E sappiamo tutti che bello schiaffo beccherà Jace per averle disegnato una runa senza essere sicuro al cento percento che Clary fosse una Shadowhunter… 😉
Ancora una volta in ritardo, leggo il capitolo e mi ricordo come mai Clary è una delle mie eroine preferite.. Questa figliola non si arrende.. Cioè, riesce a battere un accidenti di Divoratore anche se fino a dieci minuti prima non credeva nella sua esistenza..
A dir la verità questo lato cazzuto è ciò che mi piace di lei, ciò che mi fa dire: eh beh, con Jace ci sta proprio alla grande..
Comunque la nostra signorinella si fa mettere K.O. E TATTANAAAAAAAA! Arriva Jace… :yey:
E mentre il nostro fenomeno decide di imprimere con lo stilo una runa su Clary, la nostra nana sviene…
Jace è lì che l’acchiappa al volo, se la spupazza tutta e se la porta all’Istituto….
Dolci ragazzini in preda all’amore :happy:
Scena che è già possibile paragonare a quella del film.
Devo dire che non mi interessa che nel film non sia Clary a uccidere il divoratore, o che non usi il Sensore di Jace, l’importante è che si veda una Clary forte e coraggiosa, e che Jace nonostante l’ironia inizi a mostrare il suo lato più dolce e premuroso.
Però lo schiaffo mi piacerebbe davvero tanto vederlo! :roftl:
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