Al WonderCon di qualche giorno fa, Cassie, Lily, Jamie e Kevin hanno rilasciato più interviste, tutte molto interessanti.
Abbiamo pensato di cominciare a fornirvele partendo da quella che il Collider ha fatto alla Clare. 🙂 Si parla del film (di ciò che ha provato Cassie quando ha venduto i diritti cinematografici), di Lily, di Jamie e anche dei Dark Artifices.
COLLIDER – « Quando si è cominciato a parlare di un film basato sui tuoi libri, l’idea ti ha immediatamente emozionata o eri esitante? »
CASSANDRA CLARE – « Ero un po’ titubante. L’idea mi eccitava, ma ero anche un po’ fuori di me. Sono cresciuta a Los Angeles e ho lavorato per l’Hollywood Reporter. Capivo abbastanza di business da sapere che di norma il ruolo dell’autore è quello di togliersi dai piedi e non dire niente. Così ho pensato: “Come mi sento a mettere l’intero progetto in mani di altri e lasciare che facciano ciò che vogliono, senza sapere niente dello sviluppo della pellicola?”. E poi mi ha contattata la Unique Features – quindi Bob Shaye e Michael Lynne, le persone che hanno realizzato Il Signore degli Anelli, uno dei miei film preferiti al mondo – e ho pensato: “Beh, se devo vendere i diritti a qualcuno, dovrei darli alle persone che hanno realizzato i miei film preferiti. »
Collider – « Con così tanti libri Young Adult trasformati in film, che cosa diresti alle persone per far capire loro che la tua è una storia davvero differente e con una sua mitologia? »
Cassie – « Suppongo potrei dire che questo è un racconto che riguarda in parte gli adolescenti, ma non è per adolescenti. Esiste su due livelli. C’è tutta la storia dei personaggi adolescenti, Clary e Jace, interpretati da Lily Collins e Jamie Campbell Bower, ma c’è anche tutta una storia sugli adulti – i loro genitori e ciò che gli è successo. E penso che sia semplicemente un’universale storia di passaggio d’età. Così come tutti possono identificarsi in Harry Potter che cresce e scopre chi è, questa storia parla di una ragazza che cresce e scopre chi è. »
Collider – « Con così tanti elementi del genere, e tutti gli strati della storia e dei mondi che hai creato, ci sono un sacco di cose che potrebbero andare storte. C’è qualcosa che ti ha specificamente fatto sospirare di sollievo? »
Cassie – « Sì, penso sia successo quando ho passeggiato per la prima volta per il set a Toronto e ho visto che avevano costruito tutto. Sapevo che non lo fanno sempre. Ci sono un sacco di cose che puoi creare in CGI. Ma Harald voleva girare il film, non renderlo in digitale, e ha voluto costruire i set. Quindi i libri sono stati spediti e i manoscritti erano miniati a mano, in modo da sembrare per davvero medievali; tutte le armi erano realizzate a loro volta a mano, tutti i segni erano tramandati, ogni piccolo dettaglio degli appartamenti era perfetto. Mi è sembrato di camminare nei miei libri, e questo mi ha rassicurata. Ero felice, ma anche sconvolta, del tutto sconvolta, e questo mi ha fatta sentire davvero felice. »
Collider – « Quando hai deciso di parlare col direttore del casting, volevi trasmettergli qualcosa di specifico? »
Cassie – « Oh, sì! Sono tremendamente prepotente! Puoi chiederlo a uno qualsiasi dei produttori o a Harald, te lo confermeranno. Ufficialmente non ho alcun ruolo, nel film. Non sono una produttrice. Ma volevano davvero conoscere le mie opinioni, quindi ho chiamato il produttore e detto: “Posso parlare con la direttrice del casting?”. Suppongo che tecnicamente avrebbe dovuto rispondermi: “Cielo, no!”; invece mi ha risposto: “Certo!”, e mi ha dato il suo numero di telefono. Abbiamo parlato per ore, ed è stata una bella conversazione in cui ognuna ha esposto la sua visione di ogni personaggio, abbiamo parlato del tipo di attore adatto a ognuno di loro, di cosa gli attori avrebbero dovuto portare al ruolo, di come avrebbe funzionato nel complesso il mosaico dei personaggi. È stata un’esperienza affascinante. Sono stati davvero disponibili a farmi partecipare al processo del casting. Mi hanno permesso di guardare tutte le audizioni e ho avuto voce in capitolo, e non erano obbligati a permetterlo, dunque gli sono molto grata. »
Collider – « Lily Collins è chiaramente molto eccitata per questo progetto, dal momento che è una grande fan dei libri, e ha detto che spera di poter interpretare Clary il più a lungo possibile. Visto che è l’unico casting a cui non hai partecipato, ti fa sentire meglio sapere che è una fan dei libri e che almeno siete tutte e due dalla stessa parte? »
Cassie – « Sì, mi sento decisamente fortunata ad avere Lily, è come se avessimo vinto la lotteria. Aveva appena finito con The Blind Side, e la Screen Gems l’aveva davvero amata: l’hanno presa per questo per il progetto. È stata la prima persona a essere ingaggiata. Non sapevo neppure che stessero cercando qualcuno per Clary. Ho scoperto che l’avevano presa sul Collider! La mia reazione è stata, tipo: “Wow!”. Quindi sono andata a guardarmi i film in cui aveva recitato. Ho visto Priest, e poi The Blind Side, e ho pensato: “Lily è davvero incredibile. Sarà una grande Clary”. Ma scoprire che era una fan così appassionata e che amava i personaggi così tanto è stato un sollievo. Capiva davvero i personaggi. E questo mi ha fatto sentire più al sicuro. Avere Lily per me è stato un grande colpo di fortuna. Per quel che riguarda tutti gli altri, ho avuto voce in capitolo riguardo al loro casting. »
Collider – « Quando hai visto per la prima volta Lily Collins e Jamie Campbell Bower insieme, recitando nei panni di Clary e Jace? »
Cassie – « Oh, Dio! Durante la loro audizione. Beh, non era l’audizione di Lily. Lei era già stata presa. Si trattava dell’audizione di Jamie. Lily aveva partecipato alle audizioni di un sacco di ragazzi. Hanno fatto partecipare tutti i giovani biondi di Hollywood tra i venti e i trent’anni. Continuavo a guardarli e pensare: “No, nessuno di loro è Jace. Non che siano cattivi attori, e non hanno niente che non vada, ma non sono Jace”. E poi ho pensato: “Forse il personaggio che ho creato è così bizzarro da non poter essere interpretato. Forse sono pazza”. Non funzionava con nessuno. Tutti i produttori e il regista stavano guardando, e nessuno era particolarmente colpito. Cominciavo davvero a preoccuparmi.
E poi, mi hanno detto: “Guarderai quest’audizione, quella di Jamie Campbell Bower?”. E io: “Jamie Campbell Bower? Il ragazzino di Sweeney Todd?”. Di lui sapevo solo quello, e in Sweeney Todd aveva tipo quattordici anni. E poi ho aggiunto: “Okay, guarderò”. Quindi ho fatto partire l’audizione e lui è entrato, e ha acceso tutto. Era Jace. Aveva l’umorismo e la passione. La chimica tra lui e Lily era davvero incredibile. Sono rimasta colpita, tanto colpita. Ho esclamato, tipo: “Questo ragazzo! Lo amo! E deve piacere anche a voi, vero? Non sono pazza, no?”. E loro hanno cominciato tutti a votare, e dire: “Sì! Sì! Sì! Sì! Sì! Sì!”. È stato davvero grandioso. »
Collider – « È stato difficile, quindi, digerire tutte le reazioni negative dei fan, dal momento che tu avevi visto ciò di cui era in grado Jamie? »
Cassie – « Sì, e mi sono anche preoccupata per lui. Ho pensato: “Che impatto avrebbero queste cose su di me, se me le dicessero?”. Non è stato semplice venire a patti con ciò che dicevano. So che, in un certo senso, le reazioni negative dei fan sono un bene, perché se reagiscono così vuol dire che al personaggio ci tengono. Quando si annuncia un casting, il peggio che possa succedere è sentirsi rispondere: “Chi se ne frega?”. Ciò che vuoi ottenere è un’esplosione di: “Lo amo! Lo odio! Non va bene! È perfetto!”, ma affrontare le reazioni non sempre è facile. Dentro di me ero, tipo: “Ho visto la sua audizione ed è tremendamente perfetto ed è davvero eccezionale e voglio che anche voi ragazzi ve ne rendiate conto”, ma i fan non potevano. Ho pensato: “Voi ragazzi dovete solo aspettare e vedrete ciò che Jamie può fare”. So che lo ameranno.
Ho visto ciò che a suo tempo successe con il casting di Twilight – le reazioni iniziali alla scelta di Robert Pattinson furono terribili –, e anche quello che più di recente è successo con Hunger Games: in principio, il casting di Josh Hutcherson è stato accolto in maniera terribile, e così anche quello di Jennifer Lawrence. Conosco l’editor di Hunger Games, e ricordo di avergli sentito dire: “Se avessi un dollaro per tutte le lettere che abbiamo ricevuto in cui si diceva che Jennifer era una pessima scelta…”. E ora la amano tutti. Penso sia un ciclo che vivremo e vivremo e vivremo più volte. Finché faranno film tratti da libri molto amati, le persone reagiranno sempre così: “Non li ho immaginati in questo modo”. Ci vuole un po’ perché gli attori diventino la propria immagine mentale del personaggio. »
Collider – « È strano sapere che l’ultimo libro della saga uscirà nel 2014, mentre la versione cinematografica del primo è prevista per questo agosto? »
Cassie – « Sì, soprattutto perché quando sono andata sul set ci stavo lavorando. Stavo scrivendo il sesto libro – dunque stavo lì seduta a scrivere la fine di quei personaggi mentre vedevo la loro storia cominciare davanti a me. È stato davvero strano. »
Collider – « A che punto, durante il percorso, ti sono venuti in mente i personaggi dei Dark Artifices, la saga ambientata cinque anni dopo la fine dei Mortal Intruments? Hai sempre avuto in mente di continuare a lavorare sul mondo degli Shadowhunters, nelle sue varie forme? »
Cassie – « All’inizio non me lo aspettavo, ma si tratta di un universo decisamente grande. E poi ho cominciato a scrivere la serie prequel, The Infernal Devices, che ho da poco concluso ed è ambientata nel 1878. Creare legami familiari tra i personaggi è qualcosa che mi è davvero piaciuto, quindi ho cominciato a pensare a cosa sarebbe successo dopo i Mortal Instruments. Nel sesto libro, l’intero mondo degli Shadowhunters cambia, ed è un cambiamento davvero grande. Viene alterata una cosa fondamentale. E ho pensato: “Come sarà vivere in questo mondo, dopo tutto quello che è successo?”. Non voglio raccontare la storia dal punto di vista di Clary e Jace, perché sento di aver concluso con le loro avventure. Conosciamo il loro inizio, la metà del racconto e la fine, e dunque mi serviva una nuova generazione di ragazzi. Mi sono chiesta chi sarebbero stati, e questi bambini appaiono brevemente già nel quinto e nel sesto libro dei Mortal Instruments. Il punto di vista, in questa nuova serie, sarà il loro. Non vedo l’ora. È triste salutare personaggi che conosci, ma è anche bellissimo farti coinvolgere da personaggi nuovi. »
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Condividi su