Buongiorno, Shadowhunters!
Ecco finalmente arrivare anche il secondo (e ultimo) extra de La Catena di Spine: una lettera scritta da Jesse per Lucie.
Il messaggio va cronologicamente a incastrarsi tra la conclusione di Chain of Iron e il secondo capitolo di Chain of Thorns. Non sono presenti spoiler particolari, ma vi sconsigliamo comunque di leggerla qualora non aveste ancora iniziato CoT.
Buon divertimento! 🙂
Cara Lucie,
ti scrivo questo messaggio seduto al tavolo della toletta che si trova nella tua camera, mentre tu dormi proprio qui di fronte.
Il tuo respiro è lento e tranquillo; qualunque siano le cose che stai affrontando in questi giorni, quantomeno sembrano non essere di natura traumatica, per te. Sogni? Viaggi in remote dimensioni di morte, di rinascita? O forse, quando ti sarai finalmente svegliata, sembrerà che per te non sia passato neanche un istante?
E quand’è che ti sveglierai, mia cara Lucie? Mi piacerebbe moltissimo se mi mostrassi segni che mi aiutino a determinarlo. Malcolm mi assicura che hai bisogno solo di riposo – che hai spinto il tuo corpo oltre i suoi limiti fisici, e dunque adesso ha bisogno di restare immobile finché non avrà ricaricato le energie. Io non faccio che chiedergli – per quanto la cosa lo irriti – quanto crede che ci vorrà. Il più delle volte, si limita a sbottare di non saperlo. Ma quando gliel’ho domandato ieri, mentre il sole del giardino era già tramontato per metà e si faticava a vedere al di là del porto – era persino peggio di quando si fa del tutto buio –, Malcolm ha chiuso gli occhi e risposto: “Ciò che ha fatto la signorina Herondale… non ha precedenti.” E se n’è andato via a capo chino.
Non ero mai stato in Cornovaglia, prima. Come ben sai, non ero mai stato da nessuna parte, prima, fatta eccezione per Londra e per la distesa di terreno a Idris su cui sorgeva la tenuta dei Blackthorn. Qui è splendido. Vorrei che fossi sveglia per vederlo; ne scriveresti in modo graziosissimo, catturando la scena per il piacere degli altri. Ne sono davvero affascinato, ma non sono abile quanto te con le parole. Proverò comunque a descriverlo: il lembo di terra su cui è stata costruita la casa di Malcolm parte dalla cittadina di Polperro e si avvolge intorno al suo porto come la coda di un antico dragone di pietra. Polperro stessa, incastonata in questa circonferenza, è meravigliosamente trafficata di giorno; sento i pescatori uscire e rientrare nel porto, chiamandosi vicendevolmente a gran voce.
Lo sento con le mie orecchie e vedo con i miei occhi, Lucie, che tu hai ripristinato per me. A tal proposito, a stento so cosa dire. Ogni singolo istante mi viene di ricordato che sono di nuovo vivo, che abito il mio corpo. Quando esco all’esterno, avverto il freddo rizzarmi i peli sulle braccia; quando rientro, provo un debole bruciore freddo alle guance quando il calore del caminetto le raggiunge. Quando mi sveglio dal sonno, sento il lino delle lenzuola, un rassicurante torpore, l’odore di muschio della coperta in lana. Quando mi scorre acqua fredda lungo la gola, quando il sapore della zuppa mi permane in bocca. Sei tu che devo ringraziare, e ogni istante mi emoziona pensare a ciò che mi hai donato. E poi giunge il peso della tua attuale condizione a schiacciarmi, e non riesco più a sorridere.
Hai scambiato la tua vita per la mia, Lucie? Se così fosse, non sarebbe corretto da parte tua. Non ho mai accettato uno scambio simile. E mai l’avrei fatto. Non solo perché considero più importante la tua vita che la mia – questo sono certo che lo sapessi già –, ma anche perché vivere di nuovo, ma senza di te, sarebbe meno di un’esistenza a metà.
Ciò che sto dicendo è che, mentre ti scrivevo questa lettera, continuavo a sperare contro ogni aspettativa di venire interrotto. Mi auguravo che finisse in una brusca linea, una macchia d’inchiostro causata dal suono della tua voce, o dal cigolio del tuo letto mentre ti metti a sedere. Come sai, crescendo non mi è stato insegnato a provare venerazione per il nostro creatore.
Ma adesso mi ritrovo qui, nella quiete del buio, a dire: Raziel, ti prego. Lucie è la migliore tra noi, tra tutte le cose che hai creato, e ha realizzato un miracolo in tuo nome. Riportala da me. Fa’ che questa lettera resti priva di firma, perché il bisogno di terminarla è svanito insieme a ogni mia preoccupazione e senso di colpa.
Raziel agisce in modi misteriosi, e la mia candela si è quasi esaurita. Di conseguenza, mi ritrovo a dover riluttantemente concludere il messaggio, e firmarlo tuo per sempre, non importa cosa ci riserverà il futuro – per sempre tuo,
Jesse
Ciao a tutti!
Non trovo da nessuna parte notizie circa l’uscita dell’edizione flessibile de La Catena di Spine.
qualcuno ha novità a riguardo?
Grazie mille
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Condividi su