Buon pomeriggio, Shadowhunters!
Quest’ultimo lunedì di febbraio vi portiamo un’interessante pagina del diario di Emma, accompagnata da un’illustrazione di Cassandra Jean.
Di chi sarà mai il pugnale che hanno trovato Emma e Julian? E come avrà reagito il fantasma vedendolo?
Beh… non vi resta che leggere e scoprirlo! Buona lettura!
Ehi, Bruce. La serata si è rivelata alquanto bizzarra. Scusami in anticipo se dovessi sembrarti un po’ scossa.
Insomma, abbiamo trovato – o forse sarebbe meglio dire che l’ha trovato il Sensore di Ty – un pugnale nel deposito delle armi della Southwark Cathedral. È stata davvero una grossa casualità, visto che in quella zona c’eravamo andati solo per il Mercato delle Ombre. (A pensarci bene, suppongo che pure la persona che ha messo il pugnale lì dentro fosse in zona per via del Mercato delle Ombre.)
Stanotte ti scrivo a lume di stregaluce, seduta nel corridoio davanti alla nostra camera da letto. Il che è già di per sé parecchio inquietante, visto che a questo punto non c’è praticamente nessuna parte della casa – esclusa la nostra camera – che non dia i brividi. (Beh, qualche zona ricorda un cantiere, quindi non inquieta, ma va beh.) Non riuscivo proprio a dormire, e non mi andava di tenere sveglio anche Julian.
Prima di tutto, la buona notizia: Ty era sveglio, e prima ancora che arrivassimo a casa (ci vuole un’ora intera per spostarsi da Chiswick a Southwark e viceversa) aveva già inviato a Julian la traduzione della scritta sul pugnale. Era in Farsi. Julian l’ha letta ad alta voce: “Tale era il mio desiderio di possedere un pugnale lucente, che ogni mia costola si è trasformata in lama”.
Mi ha guardata con un sogghigno. “Sexy,” ha detto. “Mi ricorda te.”
“Ti riferisci a quando ero spinta solo dalla sete di vendetta?” gli ho chiesto.
Ha fatto un’espressione ferita. “No,” ha ribattuto. “È solo che apprezzi un buon pugnale.”
“Non credo che trasformerei tutte le mie costole in pugnali, però,” gli ho fatto notare. “Mi sembrano il genere di cosa che vorresti tenerti dentro al corpo.”
“Neanche una sola?”
Beh, forse una sì.
Quando siamo rincasati, era già mezzanotte, ma non saremmo mai potuti andare a dormire senza mostrare il pugnale al fantasma. Non abbiamo neanche dovuto discuterne, siamo direttamente andati in sala da pranzo.
Negli ultimi tempi ci siamo interrogati su quale sia il modo giusto di rivolgerci al fantasma. Si mostra spesso parecchio volubile, quindi per noi è difficile capire quale nome preferisca. Julian sta utilizzando “Spirito”, come faceva Ebenezer Scrooge. Sai, “Spirito, non mostrarmi altro!”
A ogni modo, Julian ha detto qualcosa tipo: “Spirito, desideriamo la tua attenzione. Abbiamo qualcosa da mostrarti.” E le candele si sono tutte infiammate in risposta: un gran bel trucco, ma non ha in alcun modo reso le cose meno inquietanti.
Abbiamo appoggiato il pugnale sul tavolo e chiesto al fantasma se fosse lui il proprietario, o se almeno lo riconoscesse. Cosa improbabile, visto quant’era stata negativa la sua risposta davanti alla fiaschetta. Ma sembrava un buon punto di partenza.
All’improvviso si è sollevato il vento, e tutte le fiammelle delle candele si sono inclinate di lato. Il che è stato una sorpresa, perché la sala da pranzo è una delle poche stanze della casa ad avere finestre ancora integre, e all’esterno non c’era vento. E quel vento non è stato solo una folata improvvisa: è cresciuto, facendosi più rumoroso e delicato, più alto e basso nel tono. Io e Julian ci siamo scambiati un’occhiata. Non avevamo idea di cosa stesse succedendo.
Dopo forse un minuto, il vento ha cominciato a spezzarsi in piccole raffiche, e poi—
Aspetta, mi è servito momento per calmarmi. Sono rabbrividita di nuovo, ripensandoci.
E poi una voce ci ha parlato attraverso il vento.
Era remota, e appena un sussurro, e somigliava a stento a una voce umana. Ma il vento ha parlato. Il fantasma ha parlato.
E ha detto:
“NON”
“MIO”
“TUO”
Siamo quasi scappati di corsa. Se Julian non fosse stato lì con me, sarei sicuramente andata via di corsa. E penso che lui avrebbe fatto lo stesso, se non ci fossi stata io. La colpa non era neanche delle parole. Era il fatto che le avesse pronunciate, quelle parole. Il fantasma comincia a diventare più forte.
Cioè, ricordati che all’inizio faceva semplice roba da poltergeist, buttava oggetti a terra, e poi ha iniziato a scrivere tra la polvere. E adesso riesce a parlare. Ma perché sta diventando più forte? È a causa della nostra presenza? C’entrano le riparazioni, in qualche modo? È stato il pugnale a renderlo più forte?
E quanto forte potrà diventare?
Julian è stato il primo a ritrovare la voce. “Mio?” ha chiesto. “Stai dicendo che il pugnale mi appartiene?”
E poi – per l’Angelo, Bruce, solo a scrivertelo mi si rizzano i peli sulle braccia – il vento ha parlato di nuovo, e ha detto: “CARSTAIRS.”
Non riuscivo a dire niente. Julian ha risposto: “Emma? Il pugnale è suo?”
Il vento ha cambiato direzione. Tutte le fiammelle si sono inclinate dall’altra parte.
Ha parlato di nuovo.
“PORTALO”
“CASA”
“CARSTAIRS”
“A casa?” ho domandato. “A casa – intendi, casa nostra? Los Angeles?”
“Oppure questa casa?” ha suggerito Julian. “Magari va portato in qualche punto preciso della tenuta…”
Il vento si è fatto più rumoroso e ha detto, col tono più forte che gli fosse riuscito fino a quel momento:
“CASA”
“CARSTAIRS”
“CIRENWORTH”
Il vento è cessato, le candele si sono spente, la stanza si è ritrovata sommersa dall’oscurità. Il fantasma se n’era andato. Riuscivo a sentire la sua assenza. Il silenzio mi faceva male alle orecchie.
Ho pugnale qui con me, ora. Me lo sono portata pure a letto, e per qualche motivo non mi va di perderlo di vista. Continuo a rigirarmelo tra le dita. “Cirenworth” significa Jem, ovviamente, quindi è possibile che un tempo appartenesse a lui. O magari era di qualcuno che viveva in quella casa quando il fantasma era ancora in vita. Le immagini degli antenati Carstairs del passato continuano ad affollarmi la mente. Quando chiudo gli occhi, ho la sensazione di poter vedere la persona a cui un tempo è appartenuto il pugnale, in piedi vicino a me – con fare persino protettivo, come se sapesse che siamo imparentati e volesse stare al mio fianco, anche a secoli di distanza.
Penso che Magnus avesse ragione, quando ha detto che il fantasma non ha cattive intenzioni. Non credo che un fantasma crudele avrebbe cercato di aiutarci come sta chiaramente tentando di fare questo qui. E le fate che stanno lavorando alla casa non sembrano per nulla preoccupate da lui; se avesse scopi malvagi, non penso che si comporterebbero così. Il che mi porta a pensare che forse il fantasma non sia parte della maledizione ma, al contrario, sia rimasto intrappolato qui dalla maledizione.
Okay, ora che ho scritto tutto, mi sento un po’ meglio. Penso che andrò a sistemare il pugnale in un qualche posto sicuro e poi cercherò di farmi qualche ora di sonno. Grazie per avermi ascoltata come al solito, Bruce. Sei un vero amico.
E domani… domani vedremo Jem, Tessa, Kit e Mina, perché andremo a Cirenworth!
Secondo me è proprio Matthew! Porca miseriaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Cirenworth? E il pugnale dei Carstairs…
Ho un dubbio, e se il fantasma fosse Grace, e il pugnale appartenesse ad Alastair o a Cordelia?
Il pugnale appartiene ad Alastair, viene citato in Chain of Gold 🙂
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