Shadowhunters, buon pomeriggio!
Ecco arrivare un nuovo aggiornamento di Secrets of Blackthorn Hall – e questa volta, un po’ a sorpresa (ma neanche troppo: ricordate che la settimana scorsa Julian aveva scritto a Magnus in cerca di consigli?), abbiamo modo di sbirciare i messaggi che il nostro Sommo Stregone preferito ha mandato al marito… oltre a una bella foto della loro famiglia. ;P
Buona lettura!
Caro Alec,
Prima di qualunque altra cosa, vorrei solo ribadire ancora una volta come tu sia di gran lunga l’uomo più bello che io abbia mai incontrato, con in assoluto gli occhi blu più splendidi, e che ciò che più amo di te, tra le tue tante, tantissime altre qualità, è il fatto che tu sia dotato di un’incalcolabile capacità di comprensione, pazienza e perdono.
Sì, questa è la nostra vacanza. Sì, tu e i bambini al momento state poltrendo sulle soffici spiagge bianche di St. Barts, com’è giusto che sia. Sì, io sono stato costretto a correre a Londra a causa di affari urgenti che coinvolgono i Blackthorn. Sì, ho ricevuto i tuoi numerosi messaggi di supporto, accompagnati dalle tante foto in cui hai un’aria arrabbiata mentre reggi dei cocktail con dentro ombrellini.
No, oggi non riuscirò a tornare. Immaginami dirlo con il più profondo dei sospiri e l’espressione più disperata di tutte. Ho bisogno di un altro giorno ancora. Blackthorn Hall è infestata – cosa che avrei potuto dire a chiunque si fosse preso la briga di domandarmelo; mai ho visto un luogo più palesemente infestato in vita mia – e nessuno dei piccoli Blackthorn (che suppongo non siano più tanto piccoli) aveva mai dovuto gestire un questo genere di fantasmosità.
Quindi lasciami nuovamente tessere le lodi della tua pazienza. Non sto parlando con fare sarcastico, solo con formalità! Sono serissimo!
Ti amo, Alec. Ci vedremo domani sera. La mattina successiva al massimo.
All’Uomo Migliore Che Sia Mai Vissuto E Che Mai Vivrà,
Domani mattina. Avevo intenzione di partire stasera, ma si è fatto davvero parecchio tardi, e di vino non ne ho bevuto poco, e queste non sono condizioni in cui mi senta a mio agio ad aprire un Portale. Non sarebbe un bene, per me, tornare a St. Bart solo per ritrovarmi in cima al Gustavia Lighthouse.
Quindi, dal momento che ancora non mi riesce di dormire, ma che devo proprio farlo, lascia che ti aggiorni velocemente.
I Blackthorn stanno sistemando Blackthorn Hall – pensa un po’ – e, sebbene mi risulti che ormai siano adulti a tutti gli effetti, sono comunque abbastanza giovani da utilizzare una tavola Ouija centenaria che hanno ritrovato nascosta in una parete. Manca la planchette? Nessun problema, ce ne faremo semplicemente una con i rimasugli, senza informarci sul tipo di legno e le linee di prateria e nessun… scusa. Non sono riuscito a frenarmi, è un tale cliché degli Shadowhunters. Lanciati in qualcosa prima ancora di controllare di cosa si tratti. In effetti, lanciati e basta. Lanciati sempre e comunque.
A quanto pare (allarme spoiler!) lo spirito della casa – perlomeno quello inquieto – non sembra essere una minaccia e ricade semplicemente nello standard “fantasma che sta cercando la sua chincaglieria mancante per poter passare oltre”, come avrai poi modo di notare. Ma mi preoccupava assai di più che fosse la casa a Chiswick. Numerose generazioni di Lightwood hanno vissuto lì per tantissimi anni, e mi è sempre parso che ci fosse un’ombra oscura che gravava su quella tenuta. A metà del Diciannovesimo secolo è stata l’abitazione di – mi spiace dirlo – un Lightwood davvero orribile, di certo tra i peggiori, e in seguito, beh, il suo declino è stato precipitoso. Non saprei proprio a quale periodo appartenga questo fantasma, ma visto come ha reagito al cognome “Blackthorn”, provavo una certa apprensione.
Comunque, per quando ho raggiunto la casa, Julian ed Emma erano già riusciti a, sai, far magicamente distruggere la tavola Ouija in una dozzina di pezzi. Ho usato la magia per rimetterla insieme – nota per futura consultazione: è più semplice usare la magia per riparare una cosa rotta magicamente, anziché, tipo, un martello – e ho fabbricato una planchette che, sebbene di fortuna, era debitamente calibrata e protetta. E ho bruciato la loro planchette in un fuoco. All’esterno.
A quel punto non ci è voluto molto per contattare la presenza nella casa, che era indistinta, probabilmente perché rimasta sola per gli ultimi cento e qualcosa anni. Lascia che te lo dica, Alec, amore, a quel punto mi sono preoccupato. Temevo che quel fantasma fosse qualcuno che conoscevo. Qualcuno a cui tenevo, un tempo. Probabilmente no – la maggior parte di loro non avrebbe alcuna ragione di essere un fantasma, e ancor meno di essere un fantasma bloccato qui –, ma non appena quel pensiero mi ha raggiunto, non sono più riuscito a sbarazzarmene. Ho provato a chiederglielo, ma sai come sono fatti i fantasmi. “Non ti conosco,” mi ha risposto. Ottimo. Ma mi conoscevi quando eri vivo? Solo “Non ti conosco”.
Comunque, il tutto si è svolto in modo sufficientemente pacifico. Siamo infine riusciti a raggiungere l’argomento del perché lui sia un fantasma – l’abbiamo sentito parlare abbastanza da capire che la voce è di un uomo, perlomeno. Ha parlato con voce forte, e ferma. Sono legato qui da una fascia d’argento, ha detto.
Se questa fascia d’argento sia un anello, un braccialetto, delle manette, il concetto di “i vincoli che legano” o un gruppo di robot musicisti, non saprei. Ma è alquanto normale che un fantasma sia vincolato da un oggetto e cerchi la cosa che lo lega. Sinceramente, il tizio non mi ha trasmesso cattive vibrazioni. Sono… diciamo al novanta percento sicuro che non sia il Lightwood Orribile di cui parlavo prima. Ho detto a Julian ed Emma che non gli farebbe male cercare una fascia d’argento mentre ripuliscono la casa, ma che non devono preoccuparsene troppo. In quel momento mi era parso un consiglio saggio, sebbene avessimo appena bevuto tutti e tre una discreta quantità di vino.
In effetti, abbiamo continuato a berne di continuo per tutta la sera, visto che c’erano delle bottiglie salvabili in cantina – cosa piuttosto sorprendente, anche se, non saprei, forse gli Shadowhunters hanno delle rune per la preservazione del vino su una delle ultime pagine del Libro Grigio. E bere vino rosso mentre parlavamo a una fantasma ci è sembrata, boh, l’accoppiata giusta? Ma adesso ho ovviamente un terribile mal di testa a causa di una combinazione di solfiti e lieve necromanzia. Ora mi metterò a letto, come tanto agognavo, e poi domattina alle sei, ora tua, per favore di’ al garçon che vorrei trovare ad aspettarmi un café allongé, molto caldo, e un sidecar, molto freddo. A quel punto terrò io impegnati i bambini per il resto del giorno mentre tu, amor mio, mio tutto, potrai schiacciare un pisolino e unirti a noi in qualunque momento vorrai.
With all my love, all my kissin’, you don’t know what you been missin’,
– M.
[Nota delle admin: “With all my love, all my kissin’, you don’t know what you been missin’”, la frase con cui Magnus chiude la seconda lettera, viene da questa canzone di Buddy Holly.]
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