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Buongiorno, Shadowhunters! Cassie ha da pochissimo condiviso un primo estratto da The Wicked Ones, il sesto racconto di Fantasmi del Mercato delle Ombre – nonché la storia dedicata a Céline, l’adorabile e tragica madre di Jace (e anche un po’ a Stephen).

In questo snippet abbiamo modo di scoprire qualcosa in più su di lei – e sul suo rapporto con Valentine.

Buona lettura!

« Siete pronti a incontrare la mamma di Jace, Céline? Potrebbe sorprendervi. In arrivo a settembre: The Wicked Ones, sesta parte di Fantasmi del Mercato delle Ombre, scritta da me e Robin Wasserman. »

“Ma sai perché lo preferisci? Perché insegui il dolore?”
Era una cosa di se stessa anche neanche lei aveva mai capito. Lo sapeva soltanto, nel profondo, in quel modo privo di parole in cui conoscevi le verità più essenziali su di te.
C’era qualcosa, nel dolore, che la faceva sentire più concreta, più reale. Più in controllo. A volte il dolore sembrava l’unica cosa che le riuscisse di controllare.
“Desideri il dolore perché sai che ti rende più forte,” le disse Valentine. A Céline sembrò che avesse dato un nome a quella sua anima che ne era priva. “Sai perché ti capisco meglio di loro? Perché io e te siamo uguali. Sono cose che abbiamo imparato molto presto, non è vero? La crudeltà, l’asprezza, il dolore: nessuno ci ha mai difesi dalle realtà della vita, e questo ci ha resi forti. La maggior parte delle persone si lascia governare dalla paura. Fuggono davanti allo spettro del dolore, e questo li rende deboli. Io e te, Céline, sappiamo che l’unico modo per superarlo è affrontare il dolore. Invitare la crudeltà del mondo – e governarla.”
Céline non aveva mai pensato a se stessa in questo modo, come a una persona dura e forte. Di certo non si era mai azzardata a considerarsi come un qualcosa di simile a Valentine.
“Ecco perché ti ho voluta nel Circolo. Robert, Stephen, gli altri? Sono ancora dei ragazzi. Dei bambini che giocano ai giochi degli adulti. Non sono stati ancora messi alla prova – succederà, ma non ora. Io e te, invece? Siamo speciali. Non siamo più bambini da un pezzo.”
Nessuno l’aveva mai definita forte. Nessuno l’aveva mai definita speciale.