Torniamo a parlarvi della cancellazione del telefilm – e lo facciamo per cominciare a fornirvi qualche spiegazione, perché abbiamo notato molta disinformazione a riguardo (e la disinformazione porta sempre a far girare voci infondate, che poi generano malcontento… e il nostro fandom oggigiorno è già troppo tumultuoso, non ha bisogno di altri motivi per litigare).
Deadline ha pubblicato un nuovo articolo dedicato alla cancellazione del telefilm: al suo interno ha riportato anche le dichiarazioni recenti di una dirigente di Freeform, che sostiene che il network fosse creativamente felice dello show, e che la cancellazione sia dovuta puramente a una questione economica.
Ci sentiamo in dovere di far notare, però, che questo è sicuramente solo uno dei punti che ha portato alla decisione di concludere la serie: molti membri del fandom sostengono, a torto, che i ratings della serie fossero sufficientemente alti da giustificare il rinnovo. La verità è che ogni singolo episodio della 3A aveva totalizzato degli ascolti miseri (e, sì, erano miseri anche per Freeform).
Gli ascolti ben più che deludenti, le difficoltà economiche (anche con i tagli di budget, Shadowhunters restava una serie costosa da produrre) e il mancato rinnovo del contratto con Netflix, insieme ad altri fattori più o meno importanti, hanno portato a questa decisione.
Cercheremo di riassumere quelle che sono le cause a noi note in un post, nel pomeriggio (ammesso che improvvisamente il sondaggio che abbiamo aperto su Twitter non dovesse subire un’impennata verso il “no”); per il momento, vi lasciamo l’articolo di Deadline. 🙂
« Il giorno dopo l’annuncio che Shadowhunters avrebbe terminato la sua terza e ultima stagione su Freeform nel 2019, la persona a capo della programmazione del network ha ribadito che i dirigenti erano “creativamente molto felici” dello show.
La decisione di cancellare la serie è stata “puramente economica”, ha affermato Karey Burke, Vicepresidente Esecutivo della Programmazione e dello Sviluppo, durante il pranzo per la stampa che ha organizzato quest’oggi a New York il canale di proprietà della Disney. Un elemento chiave, ha spiegato la Burke, è stato il cambio di strategia generale di Freeform, ora orientato verso la produzione di show in quantità minori. Questa scelta ha portato alla fine del prezioso accordo che il co-produttore di Freeform, la compagnia tedesca Constantin Film, aveva con Netflix. “C’è stato un lungo tira e molla con loro, ma alla fine non siamo riusciti a far funzionare l’aspetto economico della faccenda,” ha dichiarato la Burke. “Siamo davvero creativamente molto felici dello show.”
Basato sui romanzi The Mortal Instruments, il dramma fantasy terminerà la sua messa in onda nel 2019, con una stagione da 12 episodi, ovvero più lunga della terza stagione da 10 episodi precedentemente ordinata da Freeform [NdT: qui c’è stato un errore – la terza stagione doveva originariamente essere composta da 20 episodi; Freeform ne ha aggiunti due, portandola quindi a 22. Dieci episodi – la cosiddetta “3A” – sono già stati trasmessi; i restanti dieci – la “3B” –, più i due bonus che fungeranno da finale di serie e che devono essere ancora girati, verranno invece mandati in onda nella primavera del 2019]. La terza stagione è basata sul quarto e sul quinto libro della serie. Il finale da due ore, invece, sarà basato sul sesto e ultimo romanzo.
La Burke ha dichiarato che il network si sente sereno riguardo questa scelta. In ogni caso, si è stupita di quanto rapidamente lo show sia cresciuto e diventato una passione per i fan, al punto da collocarlo, in una classifica, davanti persino a The Walking Dead, in termini di interazioni sui social media da parte dei giovani spettatori.
“Hanno fatto ciò che volevano i fan,” ha aggiunto la Burke. “Ricordo di aver partecipato al Comic-Con, di aver visto tutta l’eccitazione per lo show e di aver pensato: ‘Questo potrebbe essere il nostro Supernatural’,” ha concluso, riferendosi allo show – appartenente allo stesso genere – che la CW ha appena rinnovato per la sua quattordicesima stagione. »
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