Non è ancora mezzanotte, quindi… di nuovo buon compleanno, Jace! <3
Per celebrare degnamente i suoi 27 anni, Cassie ha condiviso un dolcissimo snippet da Son of the Dawn, il primo racconto di Ghosts of the Shadow Market, in uscita il 10 aprile.
« Jonathan Christopher Wayland inizia il viaggio che lo porterà a essere Jace Herondale il giorno in cui incontra per la prima volta Alec, Isabelle e gli altri Lightwood in Son of the Dawn – in uscita il 10 aprile. Scritto da me e da Sarah Rees Brennan. BUON COMPLEANNO, JACE! 1/18/ 🎉 🎉 🎉 »
“Jonathan?” fece Maryse. “Qualcuno ti ha mai chiamato in un altro modo?”
“No,” rispose Jonathan. “Mio padre era solito scherzare sul fatto che ci sarebbe stato un altro Jonathan, se io non fossi stato abbastanza bravo.”
A Isabelle non sembrava granché, come scherzo.
“Ho sempre pensato che chiamare uno dei nostri bambini Jonathan sarebbe stato l’equivalente dei mondani che chiamano i figli Jebediah,” disse la madre di Isabelle.
“John,” la corresse il padre. “I mondani chiamano spesso i loro figli John.”
“Davvero?” gli chiese Maryse, e poi scrollò le spalle. “Avrei giurato che il nome fosse Jebediah.”
“Il mio secondo nome è Christopher,” si inserì Jonathan. “Potete – potete chiamarmi Christopher, se vi va.”
Maryse e Isabelle si parlarono con lo sguardo. Lei e sua madre erano sempre state in grado di comunicare in quel modo. Isabelle pensava che fosse perché erano le uniche due ragazze, ed erano speciali l’una per l’altra. Non riusciva a immaginare sua madre che le diceva niente che non volesse sentire.
“Non ti daremo un nuovo nome,” disse dolcemente la mamma.
Isabelle non sapeva se sua madre fosse triste perché Jonathan credeva che l’avrebbero fatto, che gli avrebbero dato un nome nuovo come se lui fosse stato un animale domestico, o triste perché se lo sarebbe lasciato cambiare.
Sapeva con certezza, però, che sua madre stava guardando Jonathan nello stesso modo in cui aveva guardato Max mentre imparava a camminare, e che non si sarebbe più parlato di un periodo di prova. Jonathan era ovviamente lì per restare.
“Magari un soprannome,” suggerì Maryse. “Che ne pensi di Jace?”
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