Buon pomeriggio, Shadowhunters! Pronti a una lunga (lunghissima!) lettera che Julian ha scritto a Magnus?
Avevamo lasciato i nostri intrepidi eroi sul punto di utilizzare una tavola Ouija per contattare il fantasma che sta dando loro il tormento… l’avranno fatto? E, se sì, come sarà andata?
Buona lettura! 😀
Ciao, Magnus,
Lo so che mi avevi detto di contattarti solo in caso di “vera emergenza”, e penso che forse tu sia pure già partito per le vacanze. Ma qui a Chiswick House abbiamo qualche problema di fantasmi e potrebbe farci comodo un piccolo consiglio. Solo per iscritto! Non c’è bisogno di interrompere il tuo riposo! Ammesso, ehm, che tu non ritenga che sia davvero un’emergenza.
Chiswick House è complessivamente in condizioni pietose, quindi risulta difficile determinare quali problemi siano reali e quali dipendano semplicemente da un centinaio di anni di incuria. Fatta eccezione per una piccola zona, sembra che nessuno abbia messo mano alla tenuta dai tempi di Tatiana Blackthorn. (Emma ha trovato il suo diario di infanzia e lo sta leggendo; mi pare di capire che leggerlo sia come andare sulle montagne russe.)
Abbiamo dei nani da giardino che si stanno occupando delle riparazioni strutturali e delle cose grosse, muratura e intelaiatura e così via. Cioè, non sono dei veri nani da giardino; penso che siano dei brownie, ma hanno grandi cappelli a punta e barbe e tutto il resto. Stavano procedendo piuttosto a rilento, ma di recente Kieran è venuto a trovarci e ha parlato con il capomastro (questo tizio di nome Round Tom, che in verità non è neanche poi così “round”/“rotondo”), e adesso le cose si sono parecchio velocizzate. Si stanno anche lamentando molto di meno delle condizioni di lavoro, e capita più raramente che spariscano per tutto il giorno quando manca il tè per più di cinque minuti. Di contro, però, hanno cominciato a lasciare in giro delle piccole offerte per l’“Un-Seel Laird”, che ho dedotto essere Kieran. Niente che Kieran possa mai desiderare, penso. Un sacco di ghiande e dei sassi graziosi, perlopiù. E di quando in quando dei ritratti in gesso di Kieran – permettimi di dire che è una fortuna che siano abili con le costruzioni, perché la loro ritrattistica lascia davvero a desiderare. Io ed Emma stiamo conservando in una scatola tutta questa roba, in caso Kieran dovesse mai volerla.
Scusami, sto straparlando. Ci siamo solo noi a girovagare per quest’enorme rovina, e desideriamo solo che qualcuno ascolti i nostri noiosi racconti sulla ristrutturazione. Ciò di cui intendevo davvero parlarti, però, è il fantasma.
Sono certo che ci siano decine di spiriti che risalgono a secoli e secoli fa che hanno una qualche lieve presenza all’interno della casa – almeno è quanto accennatomi da Round Tom –, ma di sicuro ce n’è uno specifico che sta attivamente infestando il posto. Abbiamo avuto delle situazioni alla poltergeist. Perlopiù dispetti inoffensivi: vasi capovolti, bevande versate, musica che risuona lieve in lontananza ma che parte da nessun luogo, strani punti caldi, strani punti freddi, porte che sbattono, porte che si chiudono molto lentamente da sole. Solo per essere chiari, quando parlo di poltergeist, NON mi riferisco al film che mi ha fatto guardare Dru. Nessuno è stato risucchiato in una dimensione malvagia o si è messo a levitare (per ora!). Eppure, ci è parso comunque il caso di cercare di sistemare la faccenda, quindi io ed Emma abbiamo tentato di comunicare direttamente con la presenza. Chiunque sia questo fantasma, non ci ha mai risposto quando gli parlavamo, e sta iniziando a sembrarci stupido continuare a rivolgerci con voce amichevole a nessuno in particolare, come se avessimo un amico immaginario. Il massimo che può accadere è ritrovarci il mattino dopo con tutti i cappelli dei nani impilati in una torre, ed essere costretti a provare a convincerli di non essere stati noi.
Per paura che tu creda che non abbiamo provato nulla di più intelligente di limitarci a strillare: “Qui, fantasmino-fantasmino-fantasmino”, preciso che Tiberius ci ha inviato uno strumento su cui sta lavorando, una sorta di Sensore per i fantasmi. Ho passato del tempo andandomene in giro per i saloni, e alla fine ho trovato un punto in un corridoio in cui il Sensore dava di matto. Ho aperto la parete con un martello – non so perché, ma sento che tu approveresti; i nani non l’hanno fatto – e dietro all’intonaco, incastrata tra due travi, c’era una tavola Ouija che doveva risalire perlomeno ai tempi di Tatiana, se non a prima ancora. Era priva di planchette, quindi ne abbiamo costruita una con dei frammenti di legno e dei chiodi da mobili. Forse c’era qualcosa di sbagliato nell’utilizzare una planchette del genere al posto di quella specifica della tavola Ouija – non ho idea come funzioni – ma, in ogni caso, abbiamo provato a usarla ed è andata malissimo.
Abbiamo cercato di fare le cose in maniera ufficiale – io ed Emma abbiamo aspettato la mezzanotte, ci siamo vestiti come si deve e siamo scesi giù nello scantinato. (Lì ci sono un mucchio di stanze dall’aria altamente inquietante e che sembrano essere state utilizzate per faccende di fantasmi in passato.) Abbiamo spento le stregheluci (in cantina l’elettricità manca come nel resto della casa), acceso un mucchio di candele. I fantasmi amano le candele, no? Avevamo un rotolo di seta nera che Emma aveva trovato in un baule chissà dove su cui sederci; ci siamo sistemati ai lati della tavola e abbiamo entrambi messo le mani sulla planchette.
Noi: SALVE
Nulla.
Noi: NONSIAMOUNAMINACCIA
Le candele hanno tremolato, ma la maggior parte delle finestre presenti nella stanza erano in frantumi e quindi, visto il solito spiffero dall’esterno, non sono certo che si possa contare come risposta.
Noi: COMETICHIAMI
Abbiamo sentito un suono raschiante provenire da una delle pareti, e abbiamo aperto quel muro in un forte impeto di esaltazione, ma si trattava solo di un tasso. In effetti, era una mamma tasso con i suoi cuccioli; scena davvero carina, finché la mamma non ha cominciato a cercare di ucciderci. Quindi siamo stati costretti a interrompere la seduta e andare a chiamare i nani perché ci aiutassero. Hanno trasferito la famiglia tasso in una radura di qualche tipo. (E ci hanno pure consegnato una fattura per la “rimozione di tassi”.)
È stata una grande delusione. Emma ha suggerito che forse era stato sgarbato chiedere al fantasma il suo nome senza presentarci a nostra volta.
Emma: ILMIONOMEÈEMMACARSTAIRS
Io: EILMIONOMEÈJULIANBLACKTHORN
Beh, questo ha provocato una reazione. Non appena ho terminato con l’ultima “N”, la tavola è finita a terra e ha cominciato a contorcersi violentemente per la stanza. La planchette è volata via; Emma è corsa a recuperarla dal lato opposto della stanza ma, quando è tornata, la tavola si è messa a volteggiare in aria e – mi spiace ammetterlo – noi due abbiamo continuato a inseguirla probabilmente per due minuti interi senza riuscire ad afferrarla. Alla fine il fantasma deve essersi annoiato, perché la tavola Ouija si è immobilizzata a mezz’aria ed è andata a pezzi, che sono poi caduti per terra. E tutte le candele si sono spente. (I frammenti erano sedici, qualora significasse qualcosa. Emma dice di no; io le ho risposto che avremmo dovuto riferirtelo comunque, solo per essere sicuri.)
Quindi… hai consigli? Troppa energia spiritica per una vecchia tavola Ouija? Oppure in primo luogo era la tavola a essere difettosa? Il fantasma vuole essere lasciato in pace? (In tal caso, perché continua a buttare a terra le cose?) L’abbiamo offeso? Da quella sera, non è più successo niente di simile, ma una tavola Ouija che esplode mi è parsa sufficientemente minacciosa da spingermi a mettermi in contatto con te. Come pensi che dovremmo agire adesso?
Scusami di nuovo se ti sto seccando, ma il tuo aiuto significherebbe tantissimo, per me. Vorrei davvero rendere Blackthorn Hall un luogo che la nostra famiglia possa utilizzare di nuovo, ed essere per noi una seconda casa. Sarebbe anche bello se le persone qui a Londra associassero i Blackthorn con un’imponente tenuta, al posto di una famigerata catapecchia. Cosa che non succederà, se gli ospiti si risveglieranno con i capelli legati alla spalliera del letto, e se le loro valige verranno rovesciate sulle scale. In cambio del tuo aiuto, io ed Emma promettiamo di fare da babysitter tutte le volte che vorrai e ne avrete bisogno. Magari però quando non staremo più vivendo in una trappola mortale sul punto di collassare.
Con gratitudine,
Julian
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