Buon pomeriggio, carissimi Shadowhunters!
Ecco finalmente arrivare la seconda lettera de “I Segreti di Blackthorn Hall” – un messaggio da Julian per Mark, accompagnato da un’interessante immagine (tradotta; per la versione originale, cliccate qui).
Del contenuto non vogliamo svelarvi nulla. ;P Però aspettiamo i vostri commenti, siamo davvero super curiose!
Per maggiori informazioni sul progetto, vi rimandiamo qui (dove troverete anche un elenco aggiornato delle lettere già condivise). Buona lettura!
PS: vi lasciamo un paio di link che potrebbero tornarvi utili durante la lettura: Covone; Mod.
Mark Blackthorn
presso Helen Blackthorn
Istituto di Los Angeles
Malibù (California)
Caro Mark,
Per il momento ignora il rotolo di pergamena; te ne parlerò alla fine della lettera.
Ciao da Chiswick! Si pronuncia “cisic”, ed è subito fuori dalla zona centrale di Londra – un rudere sul punto di collassare. Intendo la casa, ovviamente, non il quartiere, che è invece accogliente, un po’ periferico, con tanti spazi verdi, tranquillo. Ti piacerebbe.
Avrei dovuto contattarti prima, lo so – e mi dispiace. Dovevamo muoverci alla svelta per salvare questo posto, e sapevo che un messaggio di fuoco non ti sarebbe arrivato. Blackthorn Hall sarà pure un rudere, ma è l’eredità della nostra famiglia, una delle poche cose che ci sono state lasciate dai Blackthorn del passato. Provo un senso di responsabilità, il bisogno di conservare questo posto per Tavvy e Dru, per Ty e Liv— Beh. Lo sai.
O ci prendevamo noi la casa, o se la prendeva il Conclave, che l’avrebbe buttata giù per costruire altro al suo posto. È messa così male, in effetti, che forse demolirla sarebbe stata la scelta più pratica. Ma appartiene a noi, e per certi versi la amo. Cioè, se non la amiamo noi, chi lo farà? Credo sul serio che abbia il potenziale per tornare a essere davvero bella. Dovresti venire qui in visita, quando ne avrai la possibilità – ovviamente siete invitati tutti –, ma sappi che, se dovessi arrivare nel corso dei prossimi mesi, verrai messo a lavoro.
E questo mi riporta alla pergamena, che riporta una stima dei costi e il contratto di alcuni costruttori del popolo fatato per i lavori di ristrutturazione alla casa. Speravo che tu e Kieran poteste controllare che non ci siano imbrogli delle fate, per capire se le loro tariffe siano ragionevoli, e anche per avere la certezza che non si prenderanno Tavvy se dovessimo pagare in ritardo – cose così. Mi sono stati fortemente consigliati – sono brownie, credo. Hanno l’aspetto di grossi nani da giardino. Cioè, probabilmente è colpa dei cappelli a punta. Potrebbero toglierseli, certo, ma suppongo che gli piacciano. Devono per forza saperlo, di assomigliare ai nani da giardino. A ogni modo, sembrano degni di fiducia, volenterosi e tutto il resto. Però le fate amano ingannare gli umani. Fammi sapere che ne pensate.
Oh, credo di dover spiegare che una parte della casa in buone condizioni c’è, e ha tutti i “mod cons” – i comfort moderni, come li chiamano qui. È stata ristrutturata negli anni Sessanta, ed è, beh… trendy. I con sono stile Mod, oltre che mod. Non so se capirai la battuta, ma non preoccuparti, è parecchio stupida. Il punto è che non ci avevo mai pensato, ma mi sono reso conto che quell’area dev’essere stata sistemata dai nostri nonni. Coi tempi ci siamo. Quindi è qui che dev’essere vissuto papà, un tempo. E anche zio Arthur. È il posto dove sono cresciuti. E a quel punto l’ho realizzato: anche loro, in passato, devono essere stati trendy.
Arthur. Dev’essere stato, a un certo punto. Davvero trendy.
Voglio solo che tu adesso ti sieda e rifletta su quest’informazione per un momento, come ho fatto io. Penso che dia una sensazione che mai nessun essere umano al mondo ha provato, prima.
Dovresti vedere i vestiti. Cioè, davvero. Dovresti proprio vederli. C’è tanta di quella roba vintage da riempire un negozio dell’usato, e niente che mi stia bene. Puoi prenderteli tu, se vuoi, ma quasi tutto è fatto con stoffe sintetiche, e non andrebbe bene nella Terra delle Fate.
Eee so di star straparlando. Mi stavo sforzando di non parlarne, ma questa casa ha qualcosa. Mi fa pensare ad alcune di quelle notti che io e te abbiamo passato a gironzolare all’Istituto, lì a casa. E lo so che è strano, visto che Londra non potrebbe essere più diversa dalle Santa Monica Mountains – mi mancano l’odore pungente degli incendi nell’aria, il profumo della larrea e della salvia, e pure il terriccio ruvido sotto ai nostri piedi. (Anche tu ne senti la mancanza? Ho la sensazione che le cose siano molto diverse nel posto in cui ti trovi ora, lì nella Terra delle Fate.) Però ci è capitato un sacco di volte, soprattutto da bambini, di raccontarci storie dell’orrore mentre eravamo all’aperto, ritrovandoci poi con il terrore che qualcuno ci stesse osservando. E forse era così, sebbene adesso ritenga che dovesse trattarsi di un’entità amichevole. Anche in questa casa ho talvolta quella stessa sensazione di essere osservato, come se ci fossero sguardi puntati su di me, ombre che scorgo con la coda dell’occhio, e che spariscono non appena provo a voltarmi.
In ogni caso, vorrei che tu fossi qui. Ne parlerei con Emma, ma non voglio turbarla. Sta portando avanti un’opera monumentale, smistando decadi di documenti e di diari appartenuti alle persone che sono vissute qui, mentre io ho iniziato a dipingere la sala da ballo. So che Emma si è già messa in contatto con Cristina; manda il mio affetto pure a lei e a K!
Il tuo amorevole fratello,
Julian
PS: mi sono appena reso conto di non sapere dove riceverai questa lettera, quindi fammi essere più chiaro: con “siete invitati tutti” intendo voi dell’Istituto di LA, non “siete invitati tutti” della Corte Unseelie.
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