Buon pomeriggio, carissimi Shadowhunters!
Siete pronti a un lungo, lunghissimo aggiornamento di Secrets of Blackthorn Hall, accompagnato da ben DUE illustrazioni di Cassandra Jean?
Emma ha deciso di raccontare al suo diario, Bruce, quello che è successo durante la permanenza di Ty e Ragnor a Blackthorn Hall – e noi siamo felici di poter condividere con voi questo interessante resoconto. Buona lettura!
Caro Bruce,
Scusa se di recente non ti ho scritto granché. Sono stati giorni impegnati.
Martedì: io e Julian stavamo facendo colazione – quest’ultima settimana è stata piacevole e soleggiata, e la cucina aveva un’aria molto allegra. Ho sviluppato una vera ossessione per i crumpet, e Julian è bravissimo a tostarli sui fornelli. Ce li stavamo gustando con il miele e il burro quando qualcuno ha bussato alla porta d’ingresso.
Julian è schizzato in piedi. Ora, devi sapere che circa un giorno fa abbiamo ricevuto un messaggio da Ty, in cui diceva che sarebbe venuto a Blackthorn Hall insieme a Ragnor. Sembrava temere davvero che Julian si sarebbe arrabbiato con lui, quando in realtà Julian non era arrabbiato proprio per niente. Era nervoso. Ha passato tutto il giorno andando a sbattere di qua e di là con un’espressione distratta in viso, quindi, quando di sera ce ne siamo andati a dormire, gli ho preso la mano e ho scritto sul suo palmo, come facevamo sempre un tempo, lettera dopo lettera: C-O-S-A-T-I-P-R-E-O-C-C-U-P-A?
Ci siamo accoccolati vicini sotto le coperte. Mi ha spiegato di essere preoccupato perché in passato era lui a occuparsi di Ty, ma da allora è trascorso più di un anno, e Ty nel frattempo si è preso cura di se stesso. Ha detto che un tempo di Ty sapeva tutto – a che ora si alzava e quando andava a dormire, cosa gli piaceva mangiare e fare –, mentre adesso per certi versi ha come la sensazione di averlo perso di vista, che ci sia il rischio che si sentano di essere degli estranei.
Gli ho risposto che non potrebbe mai perdere di vista Ty, e che il loro rapporto sarà sempre speciale; solo che adesso le cose saranno diverse, perché Jules non è più costretto a prendersi cura di tutti e fingere al contempo di non star facendolo. Non deve più portarsi dietro quest’enorme bagaglio di segreti – e le responsabilità sono sempre un peso, non importa quanto tu voglia bene alle persone di cui sei responsabile.
Dopodiché, mi ha baciata, e il seguito, Bruce, non ti riguarda. Cavolo, impicciarti ti piace proprio.
A ogni modo, torniamo alla colazione e alla bussata alla porta. Era Ragnor, la pelle di un bel verde vivace, come un prato inglese. Ha oltrepassato Julian e si è subito messo a ispezionare le tende. Beh, in verità è probabile che stesse ispezionando qualcosa di magico, tipo la maledizione, ma a me ha dato l’impressione di star esaminando tende e carta da parati. Forse sta pensando di rimodernare casa sua. O magari stava solo lasciando a Julian un po’ di tempo da solo con Ty, che nel frattempo se n’era rimasto immobile sui gradini dell’ingresso con un borsone in braccio; aveva un’aria adorabilmente imbarazzata.
Mi sarebbe piaciuto correre ad abbracciarlo, ma ho deciso di trattenermi, perché potevo sentire fin delle ossa che quell’istante apparteneva a Ty e Jules. Jules era in piedi nel vano della porta e guardava Ty con un’espressione tutta rigida; poi ha detto: “Vieni qui”, in una specie di tono arrochito, e Ty ha lasciato andare il borsone ed è corso su per le scale: Julian l’ha abbracciato con così tanta forza che ero convinta avrebbe protestato. Ma non l’ha fatto. Si è solo lasciato andare ancora di più nell’abbraccio. Jules gli ha accarezzato la schiena e l’ha chiamato “Ty-Ty”, e poi non so cosa sia successo, perché stavo tenendo gli occhi il più spalancati possibile e mi sforzavo di non sbattere le palpebre. Non conosco metodo migliore per evitare di piangere.
Alla fine hanno interrotto l’abbraccio, e io e Julian abbiamo mostrato a Ty e Ragnor il piano terra, il che è stato un po’ strano, visto che Ty era già stato qui due anni fa insieme a Livvy. Penso che potessimo avvertirlo tutti, il doloroso elefante nella stanza. Julian continuava a lanciare occhiate ansiose in direzione di Ty, che però non sembrava triste, in effetti – pensieroso, più che altro. Dopo il giro, Julian gli ha suggerito di andare al piano superiore a scegliersi una stanza. “Qualunque stanza ti piaccia! Ce ne sono un sacco tra cui puoi scegliere. Qualunque camera tu voglia, potrai decidere come vuoi decorarla. In qualunque modo vorrai.”
“E io dove dormirò?” ha domandato Ragnor in tono scorbutico. “Infilato nella canna fumaria?”
Ty stava già andando al piano di sopra con Julian. Ho detto a Ragnor che poteva dormire ovunque volesse, ma che, qualora avesse avuto intenzione di restare Vicino Al Fantasma, allora il mio consiglio era il divano del piano di sotto. Rupert tende ancora a comparire con maggiore frequenza nella sala da pranzo. Ragnor non ha accettato il suggerimento, limitandosi invece ad andare in cucina a preparare il tè. Gli ho offerto un crumpet per essere ospitale, e quando Julian è tornato nella stanza Ragnor stava spargendo miele su tutto il bancone.
“Posso vedere la mappa delle linee di prateria?” gli ha chiesto Jules. “Oppure sei troppo impegnato ad attirare le formiche?”
“Niente formiche,” gli ha risposto Ragnor senza staccare la bocca dal crumpet. “Non è la stagione giusta.” Si è leccato le dita, ha infilato una mano nella giacca e poi ne ha estratto un’enorme pergamena arrotolata che, tanto per cominciare, non c’era proprio modo che potesse starci senza l’utilizzo di un po’ di magia, quindi nessuno si azzardi a dire che a Ragnor non piacciono i gesti drammatici, anche se è lui stesso a sostenere di essere al di sopra di questa roba. Ha srotolato la pergamena sul lungo tavolo da pranzo, bloccando i bordi con un candeliere e alcuni libri.
Era una mappa di Londra centro – difficile non notare la forma distintiva del Tamigi che serpeggia nel mezzo –, ma ricoperta di linee in svariati inchiostri diversi: rosso, blu, verde, dorato. E lungo ogni linea c’erano simboli astrologici e frecce e numeri e di quando in quando pure un po’ di greco. Riuscivi a stento a leggere i nomi delle strade.
“La tua mappa di Londra è in greco?” ha chiesto Julian. “Tra parentesi, non la stai sporcando di miele?”
“Il miele fa bene alle pergamene,” ha ribattuto Ragnor. “Preserva. E comunque è copto.”
“La tua mappa di Londra è in copto?” ho domandato io.
Ragnor l’ha osservata con affetto. “Sì. Che ci crediate o no, è una delle mappe della città più leggibili che io abbia trovato. Alcune sono semplicemente impossibili. Questa è del Settecento: l’hanno scritta in copto solo per fare i difficili. Gli stregoni sono così.”
Lo so, avrei voluto rispondere, ma mi sono trattenuta, perché Ragnor ci stava facendo un favore.
“Il vostro fantasma è in giro?” ha chiesto Ragnor. Aveva tirato fuori una lente d’ingrandimento, e la stava utilizzando per guardare sezioni di mappa.
“Non saprei,” ho detto. “Rupert? Abbiamo un visitatore che vuole incontrarti.”
Non è successo nulla.
“Va e viene, quindi,” ha borbottato Ragnor, quasi come se si stesse rivolgendo solo a se stesso. “Interessante.” Ha tirato fuori un piccolo taccuino di pelle dalla tasca e si è messo a sfogliarlo.
“Lo trovi interessante?” ha domandato Julian. “Magari è solo timido con chi non conosce. Prima che arrivassimo noi, è rimasto qui da solo per cinquant’anni o giù di lì.”
Ragnor ha alzato lo sguardo su Julian. “Ragazzo mio, c’è gente che aspetta che la richiami da altrettanto tempo.”
“Beh, dovresti essere un corrispondente migliore,” gli ha fatto notare Julian, incrociando le braccia. “Vedi niente sulla mappa?”
Ragnor ha fatto una specie di hmph, e poi è tornato a guardare la mappa. Dopo un po’, si è raddrizzato e ha detto: “D’accordo. Volete sentire ogni singolo particolare, oppure salto direttamente alla conclusione?”
“Alla conclusione, per piacere,” gli ho risposto.
“Lo immaginavo”, ha commentato lui. Sembrava irritato, anche se non riuscivo a immaginare il perché. Ecco a voi il nostro Ragnor!
“Prendendo in considerazione i diversi tipi di linee di prateria, le varie intersezioni, i nodi e le tracce,” ha esordito, “e dando per scontato che gli altri oggetti si trovino con ogni probabilità nella zona centrale di Londra, dal momento che è lì che sono stati rinvenuti tutti gli altri, e anche che è probabile che gli oggetti si trovino in luoghi di una certa rilevanza per il Mondo delle Ombre…” Ha fatto una pausa, guardandoci con un sopracciglio inarcato.
“Per il momento ti seguiamo,” ha detto Julian.
“Considero qui e qui i luoghi più probabili dove fare le vostre prossime ricerche.” Aveva tirato fuori una matita da non saprei bene dove, e l’ha usata per fare due cerchi sulla mappa. “Qui c’è la chiesa di St. Mary Abchurch. E qui…” Ha lasciato sfumare la voce.
Julian si è sporto in avanti, guardando il punto indicato da Ragnor. “Sì? Sembra una semplice strada con delle case a Soho.”
“Beh,” ha risposto Ragnor, “un tempo, tanti anni fa, in uno di quegli edifici c’era un famoso salotto per Nascosti. Era chiamato l’Hell Ruelle. Un nome molto intelligente, sapete, perché con ruelle si indica un tipo di ricevimento che le signore aristocratiche francesi erano solite tenere nelle proprie camere da letto, un po’ come un salotto, e poi ruelle è anche un vicolo stretto, proprio come quello dove si trova questa casa.”
“Inoltre,” ho aggiunto io, seria, “fa rima.”
“Decisamente,” ha concordato Ragnor. “Non ho idea di cosa gli sia successo. È da tempo che i saloni non vanno più di moda, ma ai Nascosti piacciono le cose vecchio stile. Sarei propenso a scommettere che sia ancora un club di qualche tipo, probabilmente scandaloso quanto in passato. Gli scandali non passano mai di moda, ho notato.”
“Abbiamo visto una locandina di quel salone,” ha commentato Julian. “Era in esposizione nella casa degli Herondale a Curzon Street.”
Ragnor ha inarcato entrambe le sopracciglia. “Siete stati alla casa di Curzon Street? Com’è, ora?”
Quindi Julian ha iniziato a raccontare a Ragnor tutto della nostra visita, il che è stato un bene, perché avevo comunque intenzione di andare a controllare come stesse Ty. Avevo dato per scontato che sarebbe sceso di sotto per aiutare, o perlomeno osservare, Ragnor, ma sembrava proprio che avesse trovato un posto di suo gusto e fosse rimasto lì. Oppure era stato colpito da una qualche terribile magia oscura. La prima ipotesi mi sembrava più probabile.
Trovarlo è stato semplice, almeno: le stanze da letto sono tante, ma non così tante, e poi queste vecchie pareti fanno ben poco per bloccare i suoni, quindi riuscivo a sentire la sua voce. Proveniva dalla “camera grigia”, come la chiamiamo io e Julian. Ha una bella vista del laghetto delle anatre.
Immagino che stesse parlando al telefono con qualcuno; lo sentivo fare pause per ascoltare l’altra persona. Mi è parso di sentirgli dire: “Beh, non so quale sia il motivo, ma non è passato chissà quanto tempo”, riferendosi a qualcosa, e poi la porta si è spalancata e Ty è uscito in corridoio. Vedendomi lì ferma, si è immobilizzato subito. “Emma?”
“Sono solo venuta a vedere come stesse andando,” gli ho spiegato. “Mi sa che tra un po’ prenderemo del cibo da asporto. Ti piace questa stanza qui?”
“Sì,” ha risposto, volandosi per osservare da sopra la spalla le alte finestre. “È una bella camera, credo.”
“Stavi parlando con tua sorella?” gli ho domandato.
Ty non ha risposto – prima si è tipo fatto rosso, poi bianco. Mi sono chiesta se per caso non avesse detto qualcosa che non avrei dovuto sentire, ma proprio non riuscivo a immaginare di che si trattasse. “Non stavo ascoltando,” ho precisato. “Ho solo dato per scontato che fosse Dru.”
“Ah!” ha esclamato. “Sì. Sì, stavo parlando con Dru. Lei…”
“Probabilmente vuole sapere come sono le stanze,” ho detto, cercando di metterlo a suo agio. “Dru vorrebbe di certo quella più gotica.”
“Sicuro.” Ci siamo diretti insieme al piano di sotto. “Però non sono bravo a giudicare cosa sia gotico.”
“Credo che l’idea sia: ‘il più inquietante possibile’,” ho risposto, e a quel punto siamo arrivati in cucina, dove ci aspettavano Jules e Ragnor. Ty si è rilassato piuttosto alla svelta; si è scoperto che aveva solo bisogno di a) del tè e b) parlare all’infinito con Ragnor dei dettagli della mappa delle linee di prateria, finché poi non è arrivato il cibo e li abbiamo interrotti. Bruce, io ti giuro che a un certo punto Ragnor ha fatto una battuta in copto e Ty si è messo a ridere. Sono davvero hardcore, lì alla Scholomance. Forse un po’ troppo, per me. Non fraintendermi, però: è stato davvero bello averli qui. Mi ha ricordato che, una volta che il progetto sarà completo e tutti i Blackthorn saranno qui e l’avranno resa loro, questa casa potrebbe tornare calda e accogliente. Non mi è neanche parsa chissà quanto maledetta, mentre ci stendevamo di fronte al camino per giocare a Clue (che qui chiamano Cluedo) finché Ty non ha iniziato ad appisolarsi.
Aggiornamento: domenica sera. Ragnor e Ty se ne sono andati nel pomeriggio. È stato davvero meraviglioso averli qui; per me e Julian è stato un bene avere altre persone in casa con cui parlare, oltre ai muratori. Ty e Julian hanno trascorso un mucchio di tempo a girovagare per il giardino, decidendo quali vecchie statue siano rovinate in un modo che risulta decorativo e affascinante, e quali invece siano rovinate e basta. Ci toccherà prendere qualche statua nuova, quando rifaremo il giardino, cosa per cui Ty è molto emozionato; pensa che dovremmo averne una di Holmes intento a reggere una lente d’ingrandimento e una di Watson.
L’unica cosa bizzarra è che Rupert Il Fantasma non si è fatto vedere per tutta la loro permanenza, salvo poi ricomparire un’ora dopo che se n’erano andati. Gli abbiamo mostrato la mappa e quanto ci aveva detto Ragnor, e lui ha risposto solo di essere certo che Ragnor abbia ragione. E sembra proprio che abbia parlato con Ty, a un certo punto. Ha detto che è “gentile con i fantasmi”. Forse gli ha preparato un panino fantasma o ha letto per lui una storia di fantasmi della buonanotte o qualcosa del genere. Quello che è certo, però, è che con noi Ty non ne ha fatto parola.
Quindi ecco, questo è quanto, per ora! Suppongo che domani pomeriggio andremo alla St. Mary Abchurch e poi, a seconda di come andrà, daremo un’occhiata a questa casa per capire se c’è ancora uno scandaloso club di Soho, al suo interno. Anche se ciò che Ragnor considera scandaloso per noi potrebbe non esserlo così tanto. Immagino che lo scopriremo! Per quanto ne sappiamo, potrebbe persino essere la casa di un qualche tizio che si sentirà davvero confuso di trovarsi noi davanti!
Buonanotte, Bruce. È bello pensare a come sarà una volta che tutti i Blackthorn si troveranno qui e la casa si riempirà di rumore e attività. È la prima volta da quando abbiamo cominciato la ristrutturazione che riesco davvero a immaginarmi la scena, persino con la maledizione di mezzo. A proposito, ti infilerò una polaroid di noi quattro che giochiamo a Cluedo tra le pagine, in caso più tardi ti andasse qualcosa da osservare.
– Emma
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