Buongiorno, Shadowhunters! Buona domenica!
Ieri sera Cassie (che tempo fa aveva accennato alla possibilità di pubblicare qualcosa su Julian ed Emma per San Valentino) ha caricato su Tumblr una scena non censurata e non editata direttamente da una prima bozza di Regina dell’Aria e delle Tenebre.
Si tratta di un pezzo del libro che ha poi rimosso e modificato; le motivazioni che l’hanno portata a questa scelta le trovate qui in basso.
Buona lettura! <3 Non vediamo l’ora di conoscere i vostri pareri. 😀
PS: tenete presente che si tratta di una scena “bollente”. Cassie non è mai volgare né eccessivamente esplicita ma, qualora questo tipo di contenuti vi mettesse a disagio/non vi interessasse/altro, qui sul sito ne trovate tantissimi altri più adatti a voi!
mortalbrooklyn ha chiesto: « Ehi, Cassie, ci darai quella scena di sesso estesa sui Blackstairs prima della pubblicazione di Chain of Gold? »
brittychelle1708 ha chiesto: « Ehi, Cassie. Spero che tu stia bene, e che ti stia riprendendo dall’intervento. Volevo solo chiederti se riceveremo mai le scene estese Blackstairs da Queen of Air and Darkness. »
silent-victim ha chiesto: « Ms. Clare, sai quando pubblicherai le scene Blackstairs non editate? Amo i tuoi lavori, non vedo l’ora di leggere altro! »
herongaystairs ha chiesto: « C’è ancora qualche possibilità che tu rilasci le scene non editate Blackstairs da QoAaD? »
DUNQUE! L’ho scritto prima su Twitter – non ho avuto né il tempo né lo spazio mentale (al momento con la mente mi trovo completamente nel mondo di Last Hours) per fare ciò che desideravo realizzare, ovvero espandere e sistemare una scena esistente di Queen of Air and Darkness su Jules ed Emma. Quindi ne pubblicherò una che era stata tagliata: nella versione originale di QoAaD, proprio all’inizio del romanzo, Emma e Julian andavano a letto insieme quasi subito, in un momento in cui erano entrambi molto fragili emotivamente. Alla fine ho tagliato la scena e l’ho modificata – si baciano ancora, ma vengono interrotti. Per me, le scene di sesso/intime riguardano la trasformazione delle dinamiche tra i personaggi, e servono ad avanzare trama e caratterizzazione. Questo pezzo ha lo scopo di esprimere il dolore che sentono entrambi per Livvy, e di mostrare i diversi modi in cui stanno reagendo: Emma con il dialogo; Julian, cercando di annientarsi.
L’ho tagliata per varie ragioni – le scene di sesso approfondiscono l’intimità e implicano fiducia tra i personaggi, e mi preoccupava l’idea che le azioni di Julian, che si è fatto bloccare le emozioni subito dopo questo momento, sarebbero poi risultate troppo indifferenti/troppo dolorose per Emma. Quindi considero questa scena un momento alternativo.
Quando noi scrittori tagliamo qualcosa, spesso lo riutilizziamo per altri scopi, quindi potreste scorgere qualche frase che vi ricorda altri pezzi di Regina dell’Aria e delle Tenebre, ma tutto il resto no. 😉 Le mie scene di sesso, anche senza essere editate, non sono molto esplicite, però questa la definirei comunque di rating R.
Emma/Jules: inizia a pagina 30 della mia copia di Queen of Air and Darkness.
…Julian aveva abbandonato il resto dei suoi vestiti in una pila sul pavimento. Se ne stava in piedi nella doccia indossando solo l’intimo, e lasciava che l’acqua gli scorresse sul viso e tra i capelli.
Dopo aver deglutito con forza, Emma si spogliò fino a restare in mutandine e canottiera ed entrò a sua volta. L’acqua era bollente; riempiva quel piccolo spazio di pietra di vapore. Julian era immobile sotto al getto, che gli segnava la pelle col pallido colore scarlatto delle bruciature leggere.
Emma lo oltrepassò per abbassare la temperatura. Lui la osservò, in silenzio, prendere una saponetta e sfregarsela tra le dita. Quando gli appoggiò le mani insaponate sul corpo, inspirò forte, come se gli facesse male, ma non si mosse di un millimetro.
Emma prese a strofinarlo, quasi scavandogli con le dita nella pelle mentre grattava via il sangue. L’acqua scivolava rossastra nello scarico. Il sapone aveva un forte odore di limone. Il corpo di Julian era solido sotto al suo tocco, sfregiato e muscoloso; per niente quello di un ragazzo. Non più. Quand’è che era cambiato? Non le riusciva di ricordare il giorno, l’ora, il momento.
Julian piegò il capo in avanti, ed Emma gli insaponò i capelli, sfregando le dita tra i riccioli. Una volta finito, gli fece inclinare il capo all’indietro e lasciò che l’acqua colasse su entrambi finché non prese a scorrere pulita. Emma era bagnata fradicia, con i vestiti attaccati al corpo. Si protese oltre Julian per spegnere l’acqua, e sentì che lui si voltava per appoggiarle il capo nell’incavo del collo, per premerle le labbra contro la guancia.
Si immobilizzò. Il vapore li circondava. Il petto di Julian si alzava e abbassava alla svelta, come se fosse sul punto di svenire dopo una corsa. Emma realizzò che erano dei singhiozzi asciutti. Julian non piangeva – non le riusciva di ricordare l’ultima volta che gliel’aveva visto fare. Aveva davvero bisogno di lasciar andare quelle lacrime, pensò, ma tutti gli anni passati a trattenersi gli avevano fatto dimenticare i meccanismi del pianto.
Lo circondò con le braccia. “Va tutto bene,” disse. L’acqua continuava a cadere su di loro, e la pelle di Julian era bollente contro la sua. Emma deglutì il sapore salato delle sue stesse lacrime. “Julian…”
Lui si ritrasse mentre lei alzava il capo, e le loro labbra si toccarono – e fu istantaneo, disperato, più come cadere dall’orlo di un precipizio che altro. La bocca di Julian era calda contro la sua, e le sue labbra si muovevano su quelle di lei, dandole la scossa con ogni contatto. “Emma, Dio mio, Emma,” le ansimò contro la bocca, suonando quasi sorpreso. Le sue dita si attorcigliarono nella stoffa bagnata della canottiera di Emma. “Posso…?”
Lei annuì; i muscoli delle braccia di lui si contrassero. La sollevò tra le braccia. Emma chiuse gli occhi, stringendosi a lui, alle sue spalle, ai suoi capelli, con le mani umide di sapone, mentre Julian la trasportava in camera da letto e la faceva cadere sul letto. Un attimo dopo fu sopra di lei: si teneva in equilibrio sui gomiti, divorandole la bocca con fare febbrile.
Con gesti frenetici si liberarono dei vestiti. Erano pelle contro pelle, adesso: Emma lo teneva stretto contro al corpo, contro al cuore. E Julian era bollente e duro, premuto contro le sue cosce. La mano di lui scivolò in basso, e con dita tremanti danzò sui suoi seni, accarezzandole la pelle, muovendosi lungo il suo osso iliaco. “Lascia che io…”
Emma sapeva ciò che stava per dire: lascia che io ti faccia provare piacere, lascia che faccia prima sentire bene te. Ma non era questo che voleva lei, non adesso. Inclinò i fianchi verso l’alto. “Vieni più vicino,” gli sussurrò. “Più vicino…”
A lui scappò un gemito quasi disperato, incapace di attendere più di quanto non lo fosse lei. Le scivolò dentro, accendendo ogni nervo del corpo di Emma. Ansimarono entrambi. Poi Julian si ritrasse e spinse di nuovo dentro di lei, inghiottendo i suoi gemiti con i baci. Le cinse i fianchi con le mani; ogni movimento era selvaggio, frenetico, ed Emma capì: erano quelle le lacrime che Julian non era in grado di piangere, le parole di dolore che non riusciva a pronunciare. Era il sollievo che poteva concedersi solo così, nell’annullamento del desiderio che condividevano.
Il piacere le cresceva dentro, affilato come il dolore, aumentando a dismisura. Ogni gesto la spingeva sempre più vicina al limite; le sue mani scivolarono lungo la schiena di Julian, sulla sua pelle madida di sudore. Anche lui si stava avvicinando sempre più all’orlo di quel precipizio, Emma lo sapeva, ma si rifiutava di oltrepassarlo; le dita di Julian affondarono nelle coperte che la circondavano, le nocche bianche per lo sforzo: stava resistendo con tutte le sue forze, determinato a portarli entrambi più lontani e profondamente nell’oblio.
Le gambe di Emma si sollevarono per intrecciarsi intorno ai suoi fianchi; vide le ciglia di Julian fremere per il piacere, l’espressione sul suo viso che diventava più intensa nell’estasi dolorosa. Lui gettò il capo all’indietro mentre Emma gli si inarcava contro; il respiro gli sfuggiva in ansiti stridenti, ed Emma capì che era la sua stessa perdita di controllo ad alimentare quella di lui. Resta con me, Jules, sussurrò, e si lasciò andare.
Sentì che la runa parabatai le brillava sulla pelle come un marchio a fuoco, e riuscì a portarsi una mano alla bocca appena in tempo da soffocare un urlo mentre tutto il resto implodeva, col piacere che la bruciava come un’accecante luce bianca.
Gli occhi di Julian si spalancarono. Il suo corpo si incurvò contro quello di lei, con l’autocontrollo che andava in pezzi. Mentre si sgretolava, Julian ansimò il suo nome. Emma pensò che sarebbe svenuta: si tenne stretta a Julian come se fosse l’unico modo per non affogare; non era più in grado di pensare, solo di sentire.
Rimase in quello spazio sospeso per quelli che al contempo le parvero un migliaio di anni e un istante appena. Quando il mondo ricominciò ad avere senso, Julian li aveva già fatti rotolare entrambi di lato, senza più gravarle addosso con il suo peso. Al buio, i suoi occhi splendevano come vetro. “Non posso perderti,” le disse. Per la prima volta dall’incontro col Consiglio, nella sua voce non c’era più quell’orribile tensione: sembrava di nuovo Julian. “Non posso perderti, Emma. Non posso. Non lo farò.”
A lei non riusciva di trovare le parole. Lo tirò più vicino a sé, gli baciò la fronte e, nel buio, sussurrò sulla sua pelle degli insensati versi di conforto.
Bellissima scena! Molto più bellola anche della versione del libro, perché lì Julian non aveva senso, non era da lui un comportamento così. Adesso invece si spiega tutto!
Grazie per quello che fate
Grazie per questo splendido regalo! Jules ed Emma i miei preferiti di sempre
Cassie sei fantastica! Ragazze siete fantastiche per il lavoro che fate
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