Shadowhunters, quella qui di seguito è la versione priva di tagli e censure di una scena di Lord of Shadows (in Italia intitolato Signore delle Ombre; uscirà da noi il 19 settembre).
Vi avevamo chiesto – sulla nostra pagina Facebook – di esprimere il vostro parere (“La scena possiamo già tradurla e caricarla adesso o preferite non farvi tentare fino a settembre?”), e i: “Sì, ora” hanno vinto nettamente.
Ora: spoiler veri e propri sulla trama non ce ne sono… ma la scena in sé spoilera un momento romantico davvero bello e delicato. Se non siete sicuri di volervi rovinare la sorpresa, chiudete pure la pagina. A settembre condivideremo nuovamente il post (che comunque verrà anche linkato nella nostra pagina dedicata agli extra, e sarà facilmente reperibile sul sito), quindi potrete recuperarlo dopo aver terminato il romanzo.
Sul serio, ragazzi.
Se non vi piacciono gli spoiler, chiudete il post.
Se state praticando il “Salto dello Spoiler” in attesa di settembre, chiudete il post.
Se sapete che spoilerandovi questa scena passerete i prossimi mesi in ansia (e la cosa non vi piace), chiudete il post.
…direi che se state ancora leggendo la traduzione deve interessarvi (in caso contrario: chiudete la paginaaa!). Quindi vi dirò che tra pochissimo potrete vedere una stupenda illustrazione della Jean. 😉
Cassie ci ha viziati come al solito, insomma. <3 Scena più disegno!
Tra parentesi: per favore, per favore, per favore, non pubblicate spoiler di questa scena sui social senza avvertire. Non rovinate la sorpresa agli altri lettori. Se volete parlarne, potete farlo qui nei commenti, o sulla nostra pagina Facebook (in tal caso, o sotto al post dove abbiamo linkato la scena, o tramite messaggio privato. Non commentate foto o link a caso, ché non vogliamo trovarci costrette a doverli cancellare. 🙁 Sarebbe triste).
Grazie in anticipo, e buona lettura!
Ah! Vi ho già detto che se non volete spoiler potete tranquillamente chiudere il post? Sì?
Beh, melius est abundare quam deficere. Quindi ve lo ripeto di nuovo: non siete obbligati a leggere questa traduzione ora. Non si autodistruggerà. Resterà a vostra disposizione, e potrete leggerla quando più vi aggraderà.
Quindi non andate in ansia e non fate cose che non desiderate davvero. :*
Ultimissimo avvertimento, perché ne ho messi pure troppi: se non volete spoiler su un momento romantico del libro, chiudete il post. Shadowhunter avvisato, mezzo salvato!
Di nuovo buona lettura a quanti decideranno di procedere. 🙂 <3
« Il disegno è di Cassandra Jean.
*Si schiarisce la voce* La cosa più richiesta nel mio inbox era la versione esplicita ed estesa della scena del cottage di Emma e Julian in Signore delle Ombre. In genere scrivo scene romantiche molto più lunghe di quelle nei libri, e poi le taglio (è semplicemente il mio modo di fare), quindi queste originali sono versioni “non editate”. Di conseguenza, a volte contengono errori di battitura, parole ripetute, ecc. Spero che possiate godervela comunque. 😉 La prima versione di questa scena era dal punto di vista di Julian, quindi ecco a voi i suoi pensieri insicuri, complicati e passionali. 😉 »
“Jules,” disse Emma. “Di’ qualcosa, per favore…”
Le sue mani le strinsero convulsamente le spalle. A Emma sfuggì un ansito quando il corpo di Julian si scontrò con il suo, obbligandola a indietreggiare fino a farle colpire la parete con le spalle. Lo guardò con ovvio stupore; Julian riusciva a vedersi riflesso nelle sue iridi scure. Si riconosceva a stento, e quando parlò la sua voce suonò strana persino alle sue stesse orecchie. “Julian,” la corresse. “Voglio che mi chiami Julian. Sempre e solo così.”
Gli occhi di Emma sembrarono scintillare. Le sue labbra si mossero lentamente – le sue labbra morbide, delicate, la bocca che Julian aveva fissato per quelli che gli erano sembrati un milione di anni con disperato desiderio.
“Julian,” chiamò lei, espirando la parola.
Il suono della voce di Emma che pronunciava il suo nome completo – non il nome con cui lo chiamava quando erano bambini – gli fece scorrere qualcosa di caldo e oscuro nelle vene. Aumentò la stretta sulle sue spalle e le rubò la bocca con una disperazione così forte e violenta da poter a stento essere definita bacio.
Ogni muscolo del suo corpo sembrò contrarsi nello stesso momento: il bacio gli riempì tutti i sensi, la morbidezza, la dolcezza, il profumo dei capelli di Emma e della sua pelle, la vista di lei con gli occhi chiusi, il tremolio delle sue ciglia. Emma. La sua Emma. E anche lei lo stava stringendo, lo teneva contro di sé, con forza, rispondendo a ogni parte del bacio. Sapeva di selvaggio, di pioggia, e Julian si chiese come avesse anche solo potuto pensare, per una frazione di secondo, che la fata che aveva baciato fosse lei. Sentì un gemito risalirgli su per la gola e si costrinse a reprimerlo; Emma sapeva che questa era una pessima idea – quella sensibile era lei –, e c’era una parte del cervello di Julian che gli diceva che se fosse riuscito a nascondere quanto la desiderava, a quanto avrebbe rinunciato pur di avere tutto questo, lei gli avrebbe permesso di continuare. Avrebbe permesso a entrambi di prendere parte a quell’errore colossale che era tutto ciò che faceva ancora battere il cuore di Julian.
La mano di Emma si sollevò, gli toccò il retro del collo. Le sue dita erano troppo lunghe e delicate per essere quelle di una guerriera, ma niente affatto morbide: i suoi calli gli sfregarono la pelle morbida sopra al colletto della maglia, e Julian rabbrividì per lo sforzo di non perdere il controllo lì e in quel preciso istante. Emma si allungò per togliergli il maglione, sfilandoglielo.
Poi passò alla maglietta; a quel punto esitò. Il cuore di Julian andò a sbattere contro le sue costole. Per favore, fa’ che non voglia fermarsi. Per favore, fa’ che lo desideri ancora. Le labbra di Emma si dischiusero mentre alzava lo sguardo per osservarlo: i capelli chiari le cadevano come spesse corde umide e dorate oltre le spalle, lungo la schiena. Avevano lasciato delle macchie bagnate sulla sua maglietta; Julian poteva vedere il suo reggiseno attraverso il materiale, e i suoi capezzoli irrigiditi dal freddo. Era così eccitato da stare male.
Le posò le mani sui fianchi. Amava stringerla così, come se fosse sul punto di sollevarla tra le braccia, come se stessero danzando. Sentì che il respiro di Emma accelerava. Le sue mani le scivolarono su per il corpo, le circondarono i seni; le sue dita accarezzarono il loro centro. Emma emise un piccolo gemito ansimante e lasciò andare il capo contro la parete.
Desiderio e trionfo riempirono Julian nello stesso istante; era una combinazione inebriante. La loro prima volta era stata un’esplosione di smania e istinto; ne era uscito senza la sicurezza di essere davvero in grado di farle provare piacere. Ogni respiro accelerato di Emma aveva lo stesso effetto di un fiammifero contro l’erba secca; Julian non aveva mai pensato di poterla desiderare di più, ma il fuoco che correva nel suo corpo gli ricordò le pareti di pietra della chiesa che lui ed Emma avevano trasformato in cenere.
La baciò in modo più profondo; Emma mormorò qualcosa contro le sue labbra, le mani sul suo collo, tirandolo maggiormente contro di sé. Gli si inarcò contro, contro quel corpo che la desiderava fino a dolere; Julian poteva sentire la sua stessa voce pronunciare il nome di Emma, e si obbligò a non supplicarla di dirgli che lo amava, che lo desiderava.
Ma non poteva controllare le sue stesse parole. Affondò il viso contro di lei, baciandole la guancia, il collo, mentre faceva scivolare i pollici sotto la cintura dei suoi jeans e li tirava giù. Emma calciò via l’ammasso bagnato di denim. Le mani di Julian si strinsero intorno alle sue curve, sentendo la delicata concavità delle sue anche sotto le dita; c’era qualcosa di insopportabilmente intimo in quel contatto.
“Ti amo,” le disse, o forse era solo una frase simile a quella: le sue parole erano mezze soffocate. “Ti amo – così tanto.”
Ebbe la sensazione di sentirla irrigidirsi. Aveva detto troppo. Anche mentre la paura lo devastava, il suo corpo continuava a dolere, a desiderarla; quando Emma voltò il capo di lato e gli baciò il palmo della mano, Julian desiderò di poter urlare. “Julian,” lo chiamò con voce tremante. “Io…”
“Non farlo,” le sussurrò lui, e la baciò, desiderando disperatamente di non sentirle dire che tutto questo era impossibile. Le labbra di Emma sfregarono le sue, sfiorandogli l’angolo della bocca. “Non voglio sentire niente di ragionevole, non adesso. Non voglio la logica. Voglio questo.”
Emma si fermò, le labbra premute contro la sua mascella. “Ma devi sapere…”
Julian scosse il capo. “Non ne ho bisogno.” Abbassò le braccia, afferrò l’orlo della maglia, se la sfilò. I suoi capelli umidi fecero piovere gocce d’acqua su entrambi. “Sono rimasto spezzato per settimane,” disse, e pronunciare quelle parole faceva male, anche se erano vere e oneste. Forse proprio perché erano vere e oneste. “Ho bisogno di essere di nuovo intero. Anche se non durerà.”
Emma stava scuotendo il capo, ma le sue mani gli sfiorarono la clavicola, sfregarono la pelle nuda. Quando le sue dita trovarono la runa parabatai e ne tracciarono il contorno, l’afflusso di sangue che arrivò all’inguine di Julian gli fece girare la testa.
“Non può durare,” sussurrò lei. “Ci spezzerà il cuore.”
Julian non poteva sopportarlo. C’era qualcosa, nel modo in cui i suoi polpastrelli sfioravano la runa, che lo stava mandando fuori di testa; le afferrò il polso, scostò la sua mano e se la portò sul petto nudo. Allargò le dita di Emma all’altezza del suo cuore, immaginando che lei potesse vedere attraverso la sua gabbia toracica come se fosse una finestra, osservare il modo in cui aveva lasciato le sue impronte su ogni valvola e ventricolo e arteria. “Spezzami il cuore,” le chiese. “Fallo a pezzi. Ti do il mio permesso.”
Vide le sue pupille allargarsi, spalancarsi come porte. Emma protese le braccia verso di lui e Julian riuscì a sentire il dolore del desiderio nella sua voce, un desiderio simile a quello che provava anche lui. “Julian, sì,” gli disse. “Sì.”
La sollevò, sfilandole la canotta. Emma si slacciò il reggiseno, lo fece scivolare lungo le spalle, raggiunse la cintura dei jeans di lui. Fece scivolare le mani sotto la stoffa con un sorriso peccaminoso. Le sue dita si strinsero intorno a Julian; il palmo e le dita erano un tormento bollente, dolcissimo. Julian premette la fronte contro la sua spalla, cavalcando le onde del desiderio che gli procurava sapere che lei lo voleva, che lo stava toccando, finché poi non divennero troppo e, per paura che sarebbe finito tutto troppo presto, fu costretto a ritrarsi per togliersi alla svelta i vestiti, mentre Emma emetteva una risata bassa e roca che gli scavò un buco dritto nel plesso solare.
“Julian,” sospirò lei. “Torna qui.” Le sue braccia si allungarono verso di lui, richiamandolo a sé. Poi le mani di Julian tornarono sui suoi fianchi; la stava sollevando, incastrandola tra il suo corpo e la parete. Si guardarono per quello che probabilmente era stato un secondo: sembrò durare per sempre. All’esterno il vento e la pioggia e il mare si schiantavano contro le pietre della scogliera; lì, all’interno della casa, in quello strano posto che era un monumento dedicato a un amore perduto, loro due erano insieme, e non c’era nient’altro che importasse: si incastravano perfettamente nel luogo più piccolo che si potesse immaginare, lo spazio all’interno del cuore degli amanti che si erano ritrovati dopo una separazione impossibile.
Julian si chinò per baciarla con gentile reverenza: prima le labbra, poi il seno; la sentì tremare di piacere; le sue lunghe gambe si sollevarono per circondargli i fianchi. Lo esortò ad alzare la testa tirandogli su il mento con le dita mentre lui la teneva stretta, le mani sotto le sue cosce, e gli baciò la bocca aperta, gli sfiorò la lingua con la sua, finché poi Julian non fu più in grado di resistere e si spinse in avanti, dentro di lei.
Emma ansimò, fremette; il suo corpo era caldo e morbido intorno a lui. Schiuse le labbra, chiuse gli occhi. Julian si scusò silenziosamente con tutti i cliché che, adesso se ne rendeva conto, erano reali: il fatto che loro due si incastrassero come pezzi di un puzzle, che Emma era la sua altra metà, che questo era un qualcosa di straordinario che nessuno mai aveva sperimentato, né lo avrebbe mai fatto, che si era ritrovato in un paese non ancora scoperto. Oh, America mia, terra nuova che ho appena trovato…
Si costrinse a tornare nel mondo reale. “Stai bene?” le chiese, e si sorprese di essere in grado di pronunciare delle parole.
Le caviglie di Emma si serrarono contro la parte bassa della sua schiena, e Julian quasi perse i sensi. Il sudore scintillava sulla gola di lei, sulle sue clavicole. La voce le tremava: “Non fermarti.”
Julian iniziò a muoversi ed Emma gli si inarcò contro, portando le mani dietro di sé, graffiando il muro alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi. Stava pronunciando il suo nome, Julian, Julian, e le mani di lui le scivolarono su per la spina dorsale, cullandola mentre si sforzava di mantenere il controllo. La sensazione intensa cresceva con ogni movimento, con ogni tocco della pelle di lei. Il respiro di Emma le usciva in ansiti singhiozzanti; le sue dita si sollevarono per afferrargli le spalle; Julian sapeva di starle dicendo che la amava, ancora e ancora e ancora, mentre lei urlava e il piacere esplodeva dentro di lui, bruciando ogni nervo del suo corpo.
Cadde in ginocchio, continuando a cullare Emma tra le braccia. Lei aveva delle lacrime sul viso, anche se Julian dubitava che ne fosse consapevole: lo stava ancora tenendo stretto; si tenevano a vicenda, frastornati ed esausti, come se fossero gli unici sopravvissuti di una nave che si era incagliata contro una spiaggia distante e leggendaria.
AMO LA JEMMA. PUNTO.
Veramente, Cassie mi sorprende sempre di più, non fa altro che migliorare e non posso che adorarla per questo.
Riesce a rendere tutte le parti dei suoi libri cruciali per la storia, importanti e vere.
Amo tutte le coppie che ha creato e non vedo l’ora di leggere di quelle che creerà (da leggere: KITTY JKXHHJDSUGLICBSID, se non si fosse capito, sono la mia OTP assoluta :)) perché già so che saranno fantastiche, d’altronde come ogni cosa che scrive.
(fosse per me potrei leggere anche la sua lista della spesa, ma questi sono dettagli)
L’unica cosa che mi distrugge è che Cassie riesce a farmi sclerare e soffrire allo stesso momento, grazie Cassie 🙂
Credo che andrò a rileggere tutto Lord of Shadows per deprimermi e morire agonizzante leggendo la fine e pensare a quando uscirà Queen of The Air and Darkness tra un secolo.
Sono letteralmente senza parole… Dio mio ma quanto posso amare la Jemma, la Clare e il mondo degli Shadowhunters in genere? Infinitamente.
Io altri 2 anni ad aspettare e muoio…
Il mio cervello urla “JEMMA”… Sarebbe da pazzi andare in giro urlando “amo la Jemma”? Probabilmente sì ma io sclererò in modi poco convenzionali in ogni caso…non so ancora perché ne parlo…
Allora… OH MIO DIO, STA COSA NON È POSSIBILEEE…Ok, calmi tutti, c’è, Cassie, ti voglio un mondo di bene però nn puoi rovinarci la vita con la Jemma…Quando si risolverà sta cavolo di questione dei parabatai…nooooo…Io Nn posso aspettare 2, e dico 2 anni x il terzo…uffaaaaaaaaaaaaa
Nooo, non posso aspettare fino a settembreeeee….
Bellissimo passo, grazie per la trduzione
Avendo letto il libro in inglese, questo per me non è stato affatto uno spoiler! Cassie comunque non si smentisce mai, anzi, migliora di giorno in giorno. L’unica pecca resta il fatto di dover aspettare DUE ANNI per leggere il seguito…
Come sempre, grazie mille per la traduzione 🙂
2 anni per cosa?
Per Queen of Air and Darkness, il seguito di Lord of Shadows/Signore delle Ombre. 🙂 Arriverà nel 2019.
O K A Y. INSPIRA ED ESPIRA. INSPIRA ED ESPIRA. Aaaahh. Non ti senti già meglio?…NO, CERTO CHE NO! STO PRATICAMENTE M-O-R-E-N-D-O. QUESTO EXTRA E’ QUALCOSA DI TROPPO ILLEGALE… L’ho praticamente letto in contemporanea con una mia amica al telefono e non c’è stato un momento in cui non abbiamo sospirato innamorate, lanciato urletti isterici o detto: “Dai che facciamo? Ci fermiamo..?” e subito dopo: “Naah, perché mai dovremmo?”
Grazie ancora per la traduzione…vi amo troppo e naturalmente amo sempre più Cassie e Cassandra Jean con le sue favolose illustrazioni…Mi ci vorrà un po’ per riprendermi dai miei Jemma… <3
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