Buongiorno, Shadowhunters! La nostra Cassandra ci ha regalato una scena tagliata (Clace) da Città delle Anime Perdute; riuscite a trovare tutte le differenze col romanzo? 🙂
“Volevo solo sapere da che libro viene questa citazione: ‘Sei nelle mie ossa e nel mio sangue e nel mio cuore,’ disse lui. ‘Dovrei aprirmi in due per lasciarti andare via.’
La amo, e vorrei sapere se viene da un libro futuro o da una scena tagliata di TMI o TID. Inoltre potresti dirmi che dovrebbe pronunciarla? Scusa se hai già risposto a questa domanda, ma non sono riuscita a trovarla da nessuna parte, sino a ora. Grazie per il tuo tempo. 🙂 xx”
Era uno snippet non identificato, giusto? Li tiro fuori da lavori in corso, quindi non sempre finiscono nei romanzi. Ma ho dato un’occhiata in giro e l’ho trovato nel mio computer; è una scena cancellata (riscritta, in verità) Clace di Città delle Anime Perdute, dopo che Jace è diventato cattivo. Dagli archivi de Le Cose Che Non Sono Mai Successe:
Clary non sapeva per quanto tempo se ne fosse rimasta seduta sui gradini d’ingresso di Luke, quando il sole cominciò a sorgere. Si levò dietro la casa di lui, col cielo che diventava rosa scuro; il fiume era una striscia blu acciaio. Clary stava tremando – tremava da così tanto tempo che tutto il suo corpo sembrava essersi contratto in un unico forte brivido di freddo. Aveva usato due rune per riscaldarsi, ma non le erano servite; aveva la sensazione che quel tremito fosse psicologico quanto tutto il resto. Sarebbe venuto? Se dentro di sé era ancora tanto Jace quanto pensava lei, allora sì; quando le aveva detto che sarebbe tornato per lei, intendeva dire il prima possibile. Jace era impaziente. Ma non gli piacevano i giochetti.
Ma Clary aveva modo di aspettarlo solo per un certo lasso di tempo. Prima o poi Magnus si sarebbe svegliato, sua madre sarebbe tornata dalla Fortezza di Ferro insieme a Fratello Zaccaria. Avrebbe dovuto rinunciare a Jace per almeno un altro giorno, se non di più.
Chiuse gli occhi per non guardare la luminosità del sorgere del sole, poggiando i gomiti sul gradino sopra di lei. Per un istante, si crogiolò nella fantasia che tutto fosse esattamente come un tempo, che non fosse cambiato niente, che si sarebbe vista con Jace quel pomeriggio per allenarsi, o quella sera per cena, e lui l’avrebbe stretta e fatta ridere come al solito. Dei filamenti tiepidi di sole le sfiorarono il viso. Con fare riluttante, aprì gli occhi.
Ed eccolo lì, che le si avvicinava, come sempre silenzioso quanto un gatto. Indossava degli stivali, dei pantaloni neri e un maglione blu scuro che faceva sembrare i suoi capelli luminosi quanto i raggi del sole. Clary si raddrizzò col cuore che le batteva forte. Sembrava tratteggiato contro la brillante luce del sole, e i suoi occhi splendevano come scudi lucidati. A Clary tornò in mente quella notte a Idris che avevano passato a guardare i fuochi d’artificio, come si fossero stagliati contro il cielo e lei avesse pensato a degli angeli che cadevano circondati dalle fiamme.
Jace la raggiunse e le porse la mano; lei la afferrò e si lasciò alzare in piedi. Gli occhi oro pallido di lui cercarono il viso di Clary. “Ti voglio con me,” le disse. “Ma voglio che sia una tua scelta. Una volta che ce ne saremo andati, non potrai più tornare.”
“E se dicessi di no?” gli sussurrò lei in risposta.
“Allora tornerò e te lo chiederò di nuovo, in futuro. E poi ancora una volta. Ma sarà sempre una tua scelta.”
“Ti amo,” gli disse. “Per me non c’è mai stato e non ci sarà mai nessuno, oltre a te.”
Jace scosse il capo. “Amore è una parola troppo piccola,” fece. “Sei nelle mie ossa e nel mio sangue e nel mio cuore. Dovrei aprirmi in due per lasciarti andare via, e anche allora…” La tirò contro di sé, contro al suo cuore. “Vieni con me, Clary. Vieni con me.”
“Odio l’idea di vivere senza di te,” gli rispose lei, e pensò, ora cominciano le bugie. “Io voglio venire con te. Non mi importa dove andremo, o cosa tu stia facendo, né di nient’altro che non sia lo stare con te.”
Jace sorrise, brillante come il sole quando esce fuori da dietro le nuvole. “Sei sicura?”
“Sì.”
Si sporse in avanti e la baciò. Allungandosi per stringerlo, Clary sentì un sapore amaro sulle sue labbra; poi l’oscurità, come un sipario che segnala la fine dell’atto di una recita, calò su di loro.
Questa non è una scena tagliata, ma solo riscritta in maniera un pò diversa, andate a pagina 168 del libro.
Ovviamente quella finale è più scorrevole, xò nn ha questa mitica frase d’amore xD
Ciao Roro, ciao Manu, e scusatemi se non mi sono fatta più viva, ultimamente! Che bella scena, davvero… È bella anche come l’ha riscritta, eh, però mi piaceva un sacco anche questa versione. E voi? Quale preferite? Un abbraccio forte!
PS: non ricordo con che nickname mi fossi presentata, comunque sono quella che vi segue come un’ossessa e va sul vostro sito minimo tre/quattro volte al giorno! XD Ancora baci :kiss: :heart:
Ma ciao! :*
Personalmente, forse preferisco quella del libro – ma la frase “tagliata” è molto bella, e un po’ mi spiace che non sia stata inserita nella versione ufficiale del romanzo. Beh – almeno abbiamo potuto leggerla!
Devo ammettere che COLS è forse il libro che mi che ho amato di più.
Dopo aver letto questo mi è venuta voglia di rileggerlo :heart: :heart: :heart: :heart:
wow..bellissima scena. chissà perchè l’ha tolta.
grazie per la traduzione :kiss:
Io ancora non capisco cosa le costava metterla, questa parte! E’ così… è meravigliosa! :love: :love:
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