Avrei dovuto caricarla ieri, Shadowhunters, ma per cause di forza maggiore non ci sono riuscita. Quindi, beh, rimedio adesso (sì, a quest’ora. LOL). <3
Si tratta di una brevissima scena tagliata da Il Principe che ha per protagonisti Jem e Tessa. :3 Speriamo che vi piacerà!
« Ho promesso al mio gruppo su Google che avrei pubblicato qualcosa per loro, una volta raggiunti i cinquemila membri. Quindi ecco una scena tagliata da Il Principe e, alla fine, una frase da Città delle Anime Perdute [NdT: la frase di CoLS ovviamente non la tradurremo XD, visto che il libro è ormai edito da un pezzo]. La scena di CP nel libro non si svolge mai, in verità, e l’ho riadattata per togliere alcuni spoiler. »
L’oscurità andava e veniva a ondate sempre più lente. Tessa stava cominciando a sentirsi più leggera; era meno come se un terribile peso la tenesse premuta giù. Si chiese quanto tempo fosse passato. Era notte, nell’infermeria, e poteva vedere Will a qualche letto di distanza dal suo, una figura acciambellata sotto le coperte che usava il braccio come cuscino per la sua testa scura. Fratello Enoch gli aveva dato una tisana da bere una volta estratto il [riadattato] dalla sua pelle, e Will si era addormentato quasi subito, grazie al cielo. Vederlo soffrire così tanto l’aveva straziata più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Al momento indossava un camicia da notte bianca e pulita; qualcuno doveva averle tagliato di dosso gli abiti rigidi per il sangue secco e lavato i capelli prima di bendarla – le scendevano morbidi oltre le spalle, non più in grovigli di sangue secco.
“Tessa,” bisbigliò una voce. “Tess?”
Solo Will mi chiama così. Tessa aprì gli occhi, ma era Jem quello seduto sul suo letto a guardarla. La luce della luna che si riversava attraverso i soffitti alti lo trasformava in un essere quasi trasparente, un angelo etereo, tutto d’argento tranne che per la catena d’oro al suo collo.
Le sorrise. “Sei sveglia.”
“Mi sono svegliata, di quando in quando.” Tessa tossì. “Abbastanza spesso da sapere che sto bene, fatta eccezione per una botta in testa. Tanto rumore per nulla…” Abbassò lo sguardo e vide che Jem teneva qualcosa in mano: una grossa tazza piena di un qualche liquido che rilasciava un vapore profumato. “Cos’è?”
“Una delle tisane di Fratello Enoch,” rispose Jem. “Ti aiuterà a dormire.”
“Ma se non ho fatto altro!”
“Ed è molto divertente guardarti,” fece Jem. “Sapevi che mentre dormi storci il naso come un coniglio?”
“Non è vero,” replicò Tessa, ridacchiando.
“Invece sì,” disse lui. “Per fortuna, a me i conigli piacciono.” Le porse la tazza. “Bevine solo un pochino,” fece. “Ti fa bene dormire. Fratello Enoch sostiene che dovresti pensare alle ferite e agli sconvolgimenti del tuo spirito tanto quanto penseresti a quelli del corpo. Devi riposare la parte di te ferita prima di cominciare a guarire.”
Tessa era dubbiosa, ma prese comunque un sorso della tisana, e poi un altro. Aveva un sapore piacevole, simile a quello della cannella. Aveva a stento deglutito il secondo sorso quando si sentì pervadere da una sensazione di spossatezza. Si riappoggiò contro i cuscini, ascoltando la morbida voce di Jem raccontarle la storia di una bellissima giovane donna il cui marito era morto costruendo la Grande Muraglia cinese, e che aveva pianto così tanto per quella perdita da tramutarsi in un pesce argentato e nuotare via attraverso il fiume. Mentre Tessa si assopiva, sentì le sue dita gentili toglierle di mano la coppa e poggiarla sul tavolino vicino. Voleva ringraziarlo, ma si era già addormentata.
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