Shadowhunters, finalmente riusciamo a pubblicarvi Our Waking Souls, una storia extra dedicata a Jace e Clary… e VM18.
Già. VM18. Quindi i minorenni dovrebbero chiudere la pagina (in teoria. In pratica sappiamo che, come al solito, non ci ascolterà nessuno. XD Ma nessuno potrà dire che non abbiamo tentato!).
Ora… Il racconto è ambientato durante Signore delle Ombre, ma non contiene spoiler particolari sulla trama principale del libro.
PERÒ il motivo per cui Clary ha detto di no a Jace lo rivela abbastanza chiaramente.
Quindi se non volete scoprirlo in anticipo, chiudete pure la pagina e tornate qui quando avrete terminato il romanzo. 🙂
La non-troppo-breve storia contiene pure degli accenni ad altre tematiche del libro, ma niente di esplicito: il massimo che potrete fare sono congetture (e forse neanche quelle, perché non è detto che notiate tutti gli indizi).
Per favore, decidete con coscienza se procedere o no.
L’extra non andrà via: non siete obbligati a leggerlo ora perché tra due giorni non ci sarà più. Se siete in dubbio, rifletteteci un po’ prima di iniziarlo. Se pensate di voler aspettare settembre, fatelo!
Nessuno vi giudicherà, né vi riterrà un idiota.
Se invece doveste decidere di voler procedere… buona lettura. ;D PER FAVORE, non fate spoiler in giro per il web: potete tranquillamente commentare la storia qui nei commenti o sul post sulla nostra pagina FB – ma altrove, e senza scritte che segnalino la presenza di spoiler, no, per cortesia. Non tutti vogliono sapere in anticipo. :*
« Esatto, Clace! La Coca Cola originale. Questa storia è stata scritta come regalo per un’amica che ha fatto una cosa gentile per me: in ogni caso, è un racconto canon e si svolge [SPOILER] mentre Clary e Jace sono in missione nella terra delle Fate in Signore delle Ombre [/SPOILER]. (Se vi sforzate, riuscirete persino a capire quando.) Clary è in lotta con ciò che significa amare e mantenere dei segreti, e si svolge un momento sexy. È decisamente vietato ai minori, e c’è un disegno estremamente sexy di Aegisdea (un pochino si intravede qui in alto [NdT: sul Tumblr di Cassie. Qui ci siamo limitate a metterle in fondo al racconto e basta. ;D]): dunque, l’avviso è sia per i contenuti sessuali visivi che per quelli nel testo.
Ci sono alcuni spoiler di Lord of Shadows; qui Clary e Jace hanno circa 22/23 anni.
Per Virna, Mari e Julia. »
E ora buongiorno alle nostre anime che si svegliano,
Che non si guardano a vicenda per paura;
Poiché l’amore controlla ogni amore di altre viste,
E rende una minuscola stanzetta un tutto.
– John Donne [“The Good-Morrow”]
Clary stava in piedi davanti al suo stesso cadavere.
Tutt’intorno a lei c’era della terra incolta, e un vento agitato le scompigliava i capelli. Quello scenario le ricordava un po’ la spoglia campagna vulcanica che circondava la Cittadella, anche se qui il cielo sembrava quasi bruciato – c’erano delle striature di carboncino rosso e nero al posto delle nuvole.
Poteva sentire delle voci chiamare da lontano. Le sentiva ogni volta che si ritrovava in quel posto. Non si avvicinavano mai abbastanza da aiutarla. Era distesa sul terreno, e aveva del sangue sul viso, tra i capelli, sull’uniforme. I suoi occhi erano spalancati, verdi; osservavano il cielo senza vederlo.
Clary stava iniziando a inginocchiarsi, a toccarsi la spalla, quando il terreno sotto di lei tremò e si scosse, e lei sentì qualcuno urlare il suo nome – si voltò, e tutto quanto le scivolò davanti come se fosse caduta dalla cresta di un’onda. Gemette, soffocando, e si svegliò di soprassalto.
Per un attimo, disorientata, non seppe dove si trovava. Era distesa su una coperta sull’erba e osservava il cielo pieno di stelle multicolori. Sembravano girare su di lei come all’interno di un caleidoscopio. Clary poteva sentire delle musica in lontananza, debole e insistente. Una canzone per nulla familiare, ma dalla melodia che poteva appartenere a un unico genere.
Fate. Era nella terra delle Fate. Con…
“Clary?” Era la voce assonnata e perplessa di Jace. Era rotolato di fianco, accanto a lei. Dormivano entrambi con gli abiti d’addestramento, qui, perché non sapevano mai se sarebbero stati al sicuro, di notte. Anche le loro armi erano a portata di mano, e Clary era lieta che le notti fossero calde, perché mentre sognava aveva calciato via la coperta sottile. “Va tutto bene?”
Deglutì. Riusciva ancora a sentire i brividi lungo la sua pelle. “Un brutto sogno.”
“Ne stai facendo un sacco.” Jace si avvicinò; nei suoi occhi d’oro pallido c’era preoccupazione. I suoi capelli chiari erano arruffati, e stavano ricominciando ad allungarsi, finendogli un po’ negli occhi. “Vuoi parlarne?”
Clary esitò. Come potevi dire a qualcuno che i tuoi sogni non erano sogni, ma visioni? Lo sapevi. E che vedevi te stessa morta, ancora e ancora e ancora, in un giorno che continuava ad avvicinarsi. Che un giorno avresti abbassato lo sguardo verso il tuo corpo e capito che te n’eri andata per sempre dal mondo che amavi e dalle persone che amavi e che ti amavano.
No. Non poteva parlarne a Jace. A volte pensava di essere l’unica al mondo a considerarlo fragile (beh, eccetto Alec, ovviamente). La maggior parte delle persone lo vedeva come il ragazzo dal sangue d’angelo, il Capo dell’Istituto di New York, uno dei guerrieri che era andato nell’Edom e concluso la Guerra Oscura. Per lei sarebbe sempre stato il ragazzino magro e con gli occhi disperati che era sopravvissuto a un padre abusivo e a una mancanza d’amore, durante l’infanzia, capace di distruggerti l’anima; il ragazzo che aveva capito che amare significava distruggere, e che ciò che amavi ti moriva tra le mani.
Sapeva che Alec era comprensivo, che per molti versi aveva la fortissima capacità di sopportare la tragedia e di rimanere calmo davanti al terrore per i suoi cari. Isabelle, forse? Ma in ogni caso non poteva discuterne con nessuno dei due; non gli avrebbe mai chiesto di nascondere un segreto a Jace. E Simon non sarebbe stato in grado di accettare quella faccenda più di Jace. L’unica persona che avrebbe potuto darle una qualche mano era Magnus, pensò, lottando per tirarsi sui gomiti; una volta tornata indietro, sarebbe andata da lui. Non aveva voluto parlargliene mentre era malato, ma forse non avrebbe avuto altra scelta.
“È stato semplicemente un sogno parecchio brutto,” rispose. Era la verità, per quanto possibile. “Scusa se ti ho svegliato.”
Jace si appoggiò sul braccio piegato. “Se non l’avessi fatto tu, ci avrebbe comunque pensato la musica.” Era rumorosa: Clary riusciva a sentire i pifferi e i violini che echeggiavano dall’altra parte delle colline. Jace ghignò; era il genere di sorriso storto che faceva sempre sobbalzare il cuore di Clary. “Dovremmo andare a dare un’occhiata alla festa?”
“Non è forse il contrario di essere sotto copertura, quello?” gli rispose. “Sai, presentarci a un grosso evento delle Fate. Inoltre, il tuo modo di ballare è memorabile.”
“Sono parecchio bravo,” confermò lui; le stelle multicolori gli si riflettevano negli occhi. Si sporse e le posò una mano sul fianco, lì dove si curvava nella vita. Clary ricordò che una volta le aveva detto che lo considerava il punto preferito del suo corpo. “Funziona come un appiglio,” le aveva spiegato, sollevandola con una mano sola mentre lei ridacchiava. A volte avere un ragazzo molto più alto di te non era poi così male.
“Ho detto memorabile. Non bravo.”
Gli occhi di Jace scintillarono. “Vieni qui, Fray.”
Clary si limitò a ghignare. Il ricordo del sogno stava già svanendo. A volte riusciva persino a dimenticare le visioni, a concentrarsi sulla sua missione nella terra delle Fate, sul tempo che stava passando lì con Jace. Non si era resa conto, quando avevano accettato il lavoro all’Istituto, di quanti viaggi miserabili e scartoffie avrebbe comportato; era disperatamente gelosa di Alec e Magnus, a volte, perché potevano guidare la loro Alleanza fuori dal loro appartamento e passare insieme tutto il tempo che volevano. Per metà del tempo Jace veniva trascinato a Idris, mentre lei si ritrovata assegnata a qualche attività demoniaca locale insieme a Simon e Isabelle.
In verità, venir inviata da qualche parte con Jace era un’opportunità rarissima per passare del tempo insieme, e a dispetto della gravità della ricerca dell’arma, si stava godendo quei momenti. E la terra delle Fate era bellissima, in quel suo modo alieno – c’era della frutta che pendeva come gioielli dai rami bassi, ed era dei colori brillanti della giada, dello zaffiro e dell’ametista. Delle fatine minuscole e con le ali rosa e viola volteggiavano tra le api e i fiori. C’erano piscine di cristallo piene di nixie a cui piaceva risalire a galla e chiacchierare mentre Clary si lavava i capelli; non aveva ancora incontrato una sirena, ma una delle nixie le aveva rivelato che passavano la maggior parte del tempo nell’oceano, e che credevano davvero di essere chissà chi solo per via delle loro code.
Certo, c’era l’avvizzimento con cui fare i conti. Delle macchie grigie di terra morta, che attraversavano i campi verdi come le cicatrici di un duello. Clary e Jace avevano raccolto dei campioni per i Fratelli Silenti. Quelle non erano cosa particolarmente belle, ma…
“Clary,” chiamò Jace. Le agitò una mano davanti al viso; la faceva ancora sobbalzare vedere le sue dita momentaneamente prive dell’anello degli Herondale. “Hai smesso di prestarmi attenzione.”
Clary lo guardò inarcando un sopracciglio. “Sei come un gatto. Se non ti presto attenzione, vieni a sederti addosso a me finché non ti massaggio le orecchie o qualcosa del genere.”
Il sorriso di Jace si allargò. “Non è alle orecchie che…”
Lo colpì sulla spalla. “Non dirlo!”
Adesso Jace stava ridendo. “Perché no?”
“Sono una signorina molto ben educata,” rispose Clary. “Potrei svenire.”
A volte la sorprendeva ancora la velocità con cui Jace sapeva muoversi. Li aveva fatti rotolare entrambi in meno del tempo che avrebbe usato lei per battere le palpebre; steso su Clary col peso che gli gravava sulle braccia, Jace abbassò lo sguardo su di lei: la risata aveva iniziato a svanire dai suoi occhi. “Ti farò rinvenire io,” le disse a bassa voce.
Clary alzò una mano per toccargli il viso. La stava guardando in modo serissimo, e Jace non era mai praticamente mai serio, se poteva evitarlo. Clary ricordò il modo in cui l’aveva osservata quando le aveva chiesto di sposarlo, e il suo cuore si contrasse con un dolore molto vicino all’agonia. L’aveva ferito, dicendogli quello che aveva detto; non avrebbe voluto farlo, ma aveva avuto la sensazione di non avere altra scelta. Ripensandoci, però…
“Baciami,” gli chiese.
Una scintilla di sorpresa per la brusca richiesta, ma durò solo un istante; i riflessi degli Shadowhunters non erano utili solo in battaglia. Jace si sollevò in modo da essere praticamente seduto con lei a cavalcioni sul suo grembo; le prese dolcemente il viso tra le mani e la baciò.
Gentilmente, lentamente, esplorandola: la bocca di Jace era calda e morbida; le fece dischiudere le labbra, e il tocco della sua lingua le fece correre una scossa attraverso il corpo. Ogni bacio era come il primo che si erano dati nella serra, riscriveva le connessioni del suo corpo, gli insegnava: Non vorrai mai più nient’altro.
Ma lei ancora ricordava: Clary, vuoi sposarmi? E la sua stessa voce, tremante: Vuoi che ci… sposiamo?
“Con più forza,” sussurrò, premendosi contro di lui, affondando nella sua bocca con la lingua; ne fece scorrere la punta lungo le labbra di Jace, spingendolo a inarcarsi all’indietro per la sorpresa e il desiderio. Teneva le mani sulle sue spalle; gli morse il labbro inferiore, e Jace fece scorrere la mano fino a portargliela tra i capelli: ne afferrò una manciata, ansimandole nella bocca.
“Clary, tutto questo diventerà – fuori controllo – molto alla svelta,” le disse, e lei in risposta si sfilò la maglia d’addestramento. Jace la osservò con un’espressione di vera sorpresa (una rarità, per Jace), prima di portare le mani a coprirle i seni. “Siamo all’esterno,” protestò. “Laggiù c’è una festa. Potrebbe arrivare chiunque.”
“Jace Lightwood Herondale,” lo chiamò lei, con la voce simile a delle fusa roche. (Se Jace aveva pensato che metterle le mani sul petto l’avrebbe dissuasa, non stava funzionando.) “Stai facendo il timido? Non sei tu quello che una volta è corso nudo lungo la Madison con delle corna sulla testa?”
“Non mi importa che la gente veda me nudo,” le rispose lui. “Mi importa che vedano te nuda.”
Clary si sporse e gli baciò un angolo della bocca, la mascella, e poi più in basso. Conosceva tutte le sue parti sensibili, ormai, inclusa quella sul lato sinistro della sua gola, proprio sotto al punto in cui si sentivano le pulsazioni. Leccò e succhiò la sua pelle finché Jace non lasciò ricadere il capo all’indietro; le stava facendo muovere le mani lungo il corpo, lungo la runa Sanger sul suo fianco, accarezzandola dai seni ai fianchi, slegando la cordicella che teneva al loro posto i pantaloni d’addestramento. Caddero con un lieve rumore, e Jace fece scivolare le dita tra le gambe di Clary.
Erano passati anni, ormai, e Jace conosceva il suo corpo come conosceva le armi: avrebbe potuto farla contorcere tra le sue braccia nello stesso modo in cui faceva danzare le armi tra le mani. Clary ansimò mentre lui la toccava, e le sue dita, tremanti, tirarono la sua camicia, strappando i bottoni mentre gliela toglieva.
“Lasciamelo fare,” le disse lui: le sue guance erano arrossate, e la sua voce bassa e roca. Le fece sentire un dolore più profondo dello spasmo di desiderio che il suo corpo provava per quello di Jace: ricordò cosa le aveva detto in seguito: Certo, matrimonio, a che altro stavi pensando? Non ci sarà mai nessun’altra, non per me. Pensavo valesse anche per te. E Clary sapeva cosa le stava dicendo adesso: Lasciamelo fare, lascia che ti compiaccia, poiché non posso sapere ciò che preoccupa i tuoi sogni, non posso conoscere i tuoi segreti, ma questo sì, posso farlo.
Gli posò le mani sulle spalle, lasciò che la accarezzasse e toccasse e che il piacere risalisse su per il suo corpo come del fumo. Vale anche per me. È sempre stato così. Solo tu e nessun altro. Ma le sensazioni erano troppo forti perché riuscisse ad ancorarsi a quel ricordo; le riempirono la testa e gliela fecero girare e alla fine Clary urlò, affondando le dita nella schiena di Jace per mantenersi stabile.
Gli occhi di Jace erano vitrei, scuri per il desiderio. “Stenditi,” le disse con voce gutturale, ma Clary scosse il capo; le sue dita stavano armeggiando con i pantaloni di Jace. Riuscì a sfilarglieli e strinse una mano attorno a lui, accarezzandolo. Jace si lasciò cadere sui gomiti, e il suo corpo inarcato sotto alle stelle multicolori era bellissimo; i suoi capelli e le punte delle sue ciglia catturavano il loro oro brillante.
Clary si distese su di lui, come se potesse fargli da scudo; scivolò con le dita sul suo petto, sulle cicatrici e i Marchi, quasi per proteggere il suo corpo. Sprofondò su di lui, come se unire i loro corpi bastasse a sottrarsi a ogni separazione, come se potesse evitare che la morte li separasse, perché era la cosa che lei temeva di più in tutto il mondo.
Jace gemette e sollevò le mani per afferrarle i fianchi, raddrizzandola, tenendola stretta a sé, e Clary ripensò a quel giorno e al modo in cui l’aveva guardata, come se qualcosa dentro di lui si fosse spezzato, e al tono più alto che lei stessa aveva utilizzato. Ti amo. Ti amo e devi fidarti di me: non ti sto dicendo di no, ti sto dicendo non adesso. Ho un buon motivo, te lo giuro. Per favore, credimi, Jace.
Jace alzò lo sguardo per osservarla. Clary riusciva a vedersi riflessa nei suoi occhi, retroilluminata da un milione di stelle, e Jace aveva un’espressione piena di incanto e piacere. Per favore, pregò, fa’ che questa non sia l’ultima volta, fa’ che questa non sia la mia ultima notte con lui, il mio ultimo giorno insieme a lui, fa’ che io possa di nuovo rivedere il suo viso così: questo sguardo che io e io soltanto posso vedere, che è sempre e solo stato per me. E fa’ che anche lui possa averlo di nuovo, non portarglielo via, ne ha già passate così tante, ha fatto abbastanza e ha dato qualsiasi cosa e…
“Per favore,” disse, parlando ad alta voce senza neanche rendersene conto, e Jace gemette mentre si muoveva dentro di lei, lento e forte e poi più rapido. Sollevò le spalle da terra, trovando la bocca di Clary con la sua, baciandola come se potesse fonderli insieme. Il corpo di Clary le stava svuotando la mente: non c’era nient’altro che questo, un martellamento che cresceva con fierezza nel suo petto, facendole scorrere il calore nelle vene; la marea inarrestabile stava arrivando, sommergendo lui come sommergeva lei: li avrebbe affogati entrambi.
“Ti amo,” gli disse, allontanando la bocca da quella di lui, osservando i suoi occhi sbarrarsi, “e io, sempre – io, sempre…”
Andò in pezzi intorno a lui, e fu come morire; un attimo più tardi, Jace si lasciò andare e sussultò in lei, coprendosi gli occhi col braccio sinistro; era un gesto stranamente vulnerabile, come se stesse cercando di proteggersi da una luce accecante.
Quando Clary fu di nuovo in grado di orientarsi, realizzò che Jace l’aveva fatta stendere e aveva girato entrambi di fianco; con un braccio la circondava, mente stava usando l’altro per recuperare un lenzuolo e coprire entrambi. In caso un fauno di passaggio dovesse vederli nudi, pensò lei, divertita, e gli baciò il naso.
I capelli dorati di Jace si erano scuriti alla base per colpa del sudore, e il suo petto continuava a sollevarsi e abbassarsi velocemente. “Gesù, Clary,” disse. “È stato…”
Intenso. Clary sapeva cosa stava pensando: dopo cinque anni, anni in cui quando facevano l’amore era spesso ridendo e stuzzicandosi, ma sempre con passione, quello era stato completamente diverso. Una parte di lei aveva ritrovato la ragazzina disperata nelle rovine di Wayland Manor, quella che aveva stretto Jace con troppa forza perché sapeva che non l’avrebbe avuto mai più, che tutto ciò era impossibile.
Deglutì, curvando il suo corpo accanto a quello di lui, tracciando il contorno della cicatrice degli Herondale sulla sua spalla con la punta delle dita. “Le missioni sono pericolose,” disse a bassa voce. “Domani ci infiltreremo nella corte Unseelie. Io… Io stavo pensando che questa potrebbe essere l’ultima nostra volta insieme.”
Non era una bugia.
Jace parve sconvolto. “Clary. So che facciamo una vita pericolosa. Ma siamo sopravvissuti a tutto ciò che ha messo sul nostro cammino.” La tirò più vicina a sé, attorcigliandosi i suoi capelli intorno alle dita. “Lo capisco,” disse gentilmente. “La cosa peggiore a cui io riesca a pensare è che ti succeda qualcosa.”
Il cuore di Clary sprofondò. Si rifugiò contro di lui, col corpo esausto che cominciava a prendere il sopravvento; la sonnolenza si spargeva dentro di lei mentre Jace le accarezzava la schiena. “È solo che ti amo così tanto,” gli disse.
“Ovvio.” La mano di Jace si era fermata, le sue dita si muovevano a stento; aveva la voce appesantita dal sonno. “Sono meraviglioso.”
Clary avrebbe voluto dirgli che era davvero meraviglioso, che quella non era solo una battuta, che, sebbene lei sapesse di averlo ferito, chiedendogli di rimandare la proposta, lui le aveva lasciato prendere il tempo che gli aveva chiesto e non aveva mai preteso di sapere il perché. Gli aveva detto di fidarsi, e lui l’aveva fatto.
E questo l’aveva spinta ad amarlo di più, se possibile, e Clary era cosciente dell’ironia della cosa. Ma il sonno la stava coprendo come una corrente che non poteva controllare: le stelle arcobaleno vorticavano su di loro, e Clary posò il capo sulla spalla di Jace. Proprio un attimo prima di perdere completamente conoscenza, un pensiero fece capolino da un’estremità della sua mente – qualcosa riguardo alla terra grigia del posto in cui si svolgevano le sue visioni, e all’avvizzimento del regno delle Fate. Ma sparì subito come una foglia in un mulinello, sprofondato insieme a loro due nel sonno.
*[NdT: questa è un’ultima noticina di Cassie, che contiene una specie di spoiler di Signore delle Ombre.] « Le rune di Jace e Clary in verità funzionano nella terra delle Fate. Scoprirete il perché in QoAD! »
Per caso potete pubblicare la scena in cui clary fa la proposta a jace?
Quell’extra è stato portato in Italia dalla Mondadori, quindi no, purtroppo non possiamo caricarlo online! 🙁 Ci spiace!
Scusate, ricordo di averlo letto, ma non ricordo più dove… qualcuno saprebbe indicarmi su quale libro ritrovarlo?
Secondo me Clary non morirà, sarebbe senza senso e a questo punto la Clare avrebbe dovuto farla morire in TMI. Speriamo bene
Grazie mille per questi snippet! Mi hanno fatto campare tutto l’anno, anche senza il secondo libro lord of shadows. Questo pezzetto del libro su jace e clary è… WOW! Mi è persino scesa una lacrima. Volevo scaricare la foto del disegno di cassandra jean solo che non posso, e inoltre sono andata anche sul suo profilo e non c’è. Non è che potreste farmelo avere?
Il disegno non è di Cassandra Jean, per questo non l’hai trovato sul suo account. 🙂 Però è presente su quello di Cassie – ti basterà cercare il titolo di questo racconto extra sul suo Tumblr per trovarlo! ^^
…Dany, non c’è altro. ^^” Il racconto completo è questo qui che abbiamo pubblicato da noi, e non verrà pubblicato da nessun’altra parte (ammesso che qualcuno non decida di tradurlo a sua volta e caricarlo su un suo sito web).
Non so come farei senza i Clace e questo extra mi ha fatto trattenere il fiato nn avevo mai letto una cosa così intensa e spero di leggere altri extra della mia ship preferita, i clace, e dalla fantasica cassie….grazie mille di cuore per la traduzione
W O W. Sono senza fiato e con una lacrimuccia che continua insistentemente a scendere. Amo troppo la Clace, è la mia ship preferita in assoluto e leggere extra come questo mi provocano un grande entusiasmo…Grazie per la traduzione! <3 <3
Spero che clary si sbaglia…non posso sopravvivere alla fine dei miei clace
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