In Città delle Anime Perdute, lo ricorderete di certo, c’è una scena molto… interessante che coinvolge Jace, Clary e un locale a Praga. 😉
Qualcuno di voi forse non sa, però, che la versione presente nei romanzi (sia quella originale che la traduzione italiana) è censurata – l’originale era diversa. Un po’ più esplicita.
Dal momento che non ricordiamo di averla mai caricata tradotta, eccola qui. Speriamo vi piaccia!
PS: visto che è un regalo di Natale per i nostri fan, NON PRELEVATE L’EXTRA. Condividete il link!
“Che sta succedendo?” Era Jace, che era riuscito a farsi largo tra la calca di ballerini. Altra roba luccicante gli si era incollata d’addosso, gocce d’argento attaccate all’oro dei suoi capelli. “Clary?”
“Scusami,” disse lei rimettendosi in piedi. “Mi sono persa tra la folla.”
“Ho notato,” replicò Jace. “Un secondo prima stavo ballando con te, quello dopo eri scomparsa e un licantropo molto insistente cercava di sbottonarmi i jeans.” Prese la mano di Clary, disegnandole lievemente dei cerchi sul polso con le dita. “Vuoi tornare a casa? O ballare ancora un po’?”
“Ballare ancora un po’,” gli rispose lei. “Va bene?”
“Andate pure.” Sebastian si allungò all’indietro, le mani poggiate sul bordo della fontana, il sorriso simile alla lama di un rasoio. “Non mi dispiace guardare.”
Qualcosa balenò davanti agli occhi di Clary: il ricordo dell’impronta insanguinata di una mano. L’immagine sparì così come era arrivata, e lei corrugò la fronte. Quella notte era troppo bella per pensare a cose spiacevoli. Rivolse un ultimo sguardo al fratello prima che Jace la guidasse verso i margini della folla, portandola vicino alle ombre, lì dove la pressione dei corpi era più leggera. Un’altra sfera di luce colorata esplose sopra le loro teste mentre camminavano, spargendo argento, e Clary alzò la testa, catturando le gocce agrodolci con la lingua.
Jace si fermò e la trascinò nella sua direzione. Le riusciva di sentire il liquido argentato correre lungo il suo viso come lacrime. Jace se la tirò contro e baciò le gocce, come se stesse scacciando delle lacrime coi baci, e le sue labbra erano calde sul suo viso e la fecero rabbrividire. Raggiunse con le dita la cerniera della giacca militare di Jace, la aprì, infilò le mani dentro, sopra il cotone della sua camicia, poi sotto l’orlo, le unghie che graffiavano leggermente la pelle sopra le costole. Jace si fermò e le mise una mano a coppa sul retro del collo, chinandosi per sussurrarle in un orecchio. Non si poteva più dire che uno dei due stesse danzando: la musica ipnotica intorno a loro continuava a suonare, ma Clary ne era a stento consapevole. Una coppia li superò ballando e, ridendo, fece un commento derisorio in ceco: Clary non capì, ma sospettava che il succo fosse: Prendetevi una stanza.
Jace emise un gemito impaziente, e poi la stava tirando di nuovo dietro di sé, attraverso il resto della folla, in una delle alcova ombrose che ricoprivano le pareti.
Quest’alcova era conica, con al centro un basso piedistallo di pietra su cui stava un angelo alto circa tre piedi. Era fatto di basalto nero, ma aveva gli occhi di vetro, come quelli di una bambola, e le ali d’argento. Il pavimento era scivoloso e umido. Lo attraversarono scivolando per poi finire contro un muro, con Jace che ci poggiava la schiena contro, e poi la stava baciando, premendole baci duri e affamati contro le labbra. Anche lui sapeva di agrodolce, e gemette quando Clary gli leccò le labbra per saggiarne il gusto. Le dita di lei gli corsero tra i capelli. Nell’alcova era buio, così buio che Jace era solo un contorno di ombre e oro. Clary afferrò i lembi della sua giacca, facendoglieli scivolare lungo le spalle; cadde a terra, e Jace la calciò via. Lei gli portò le mani sotto la maglia, artigliandogli la schiena, le unghie che scavavano nella sua pelle, uno strato morbido sopra i muscoli duri.
Jace la baciò con più forza, e lei gli strinse le spalle mentre lui le succhiava il labbro inferiore e poi glielo mordeva, facendole correre un brivido di piacere misto a dolore attraverso il corpo. Clary si dimenò per stargli più vicina e avvertì il respiro di Jace accelerare; riusciva a sentire il sapore di sangue nella bocca, sale e calore. Era come se volessero aprirsi a vicenda, pensò, in modo da potersi infilare l’uno nel corpo dell’altra e respirare ognuno il respiro dell’altro e condividere con l’altro ogni battito del cuore, anche se questo li avrebbe uccisi entrambi. Sotto le sue unghie, nei punti in cui gli aveva graffiato la schiena, c’era sangue.
Jace la spinse in avanti, ruotando entrambi in modo da incastrare Clary tra il suo corpo e la parete. Mentre giravano, afferrò l’estremità della statua dell’angelo, che cadde per terra e andò in pezzi, sollevando una nuvola di marmo. Rise e si lasciò cadere sul pavimento davanti a lei, in ginocchio tra i resti della statua. Clary lo osservò, stordita, mentre le faceva correre le mani su per gli stivali, per le gambe nude, per il pizzo che ornava il bordo del suo abito sottoveste. Trattenne il respiro quando le dita di Jace scivolarono come acqua su e sotto la seta, sulla vita, per poi afferrarle i fianchi, lasciando striature d’argento sulla seta.
“Che stai facendo?” gli sussurrò. “Jace?”
Lui alzò lo sguardo su di lei. La luce peculiare del locale trasformò i suoi occhi in tanti frammenti di colori diversi. Il suo sorriso era peccaminoso. “Puoi chiedermi di smetterla in qualsiasi momento,” le disse. “Ma non lo farai.”
“Jace…” Le mani di Jace affondarono nella seta del vestito, alzando l’orlo, e lui si chinò a baciarle le gambe, la pelle nuda dove finivano gli stivali, le ginocchia (chi avrebbe mai detto che le ginocchia possono essere così sensibili?) e poi più su, dove nessuno l’aveva mai baciata prima. I baci erano leggeri, e anche se il suo corpo si irrigidiva per il desiderio di dirgli che voleva di più, ma non sapeva cosa, non sapeva di cosa avesse esattamente bisogno, non era importante, perché tanto Jace sembrava saperlo. Clary lasciò che la testa le si poggiasse nuovamente contro il muro, socchiudendo gli occhi, sentendo solo il battito del suo cuore, simile a un tamburo, nelle orecchie, sempre più forte.
Wow. Da poco amo Shadowhunters quindi…qualcuno mi può spiegare l’ordine dei libri? Non ho ben capito. Grazie mille.
Se non hai terminato i romanzi, forse avresti fatto meglio a non leggere questo extra. :/
In ogni caso… l’ordine CONSIGLIATO di Shadowhunters (The Mortal Instruments) e Shadowhunters: Le Origini (The Infernal Devices) è quello di pubblicazione, cioè questo:
1 – Città di Ossa (Shadowhunters);
2 – Città di Cenere (Shadowhunters);
3 – Città di Vetro (Shadowhunters);
4 – L’Angelo (Shadowhunters: Le Origini);
5 – Città degli Angeli Caduti (Shadowhunters);
6 – Il Principe (Shadowhunters: Le Origini);
7 – Città delle Anime Perdute (Shadowhunters);
8 – La Principessa (Shadowhunters: Le Origini);
9 – Città del Fuoco Celeste (Shadowhunters).
Ovviamente, non è necessario leggere entrambe le serie per capirle. 🙂 Ma seguendo quest’ordine te le godrai al meglio.
Ci sono poi Le Cronache di Magnus Bane (The Bane Chronicles), una raccolta di dieci storie dedicate a Magnus Bane (ti sconsigliamo di cominciarle senza aver finito Shadowhunters: Le Origini, perché in alcuni racconti sono presenti spoiler del finale), e il Codice (Codex), il “libro di testo” degli Shadowhunters che compare nei libri (in questo caso, il nostro consiglio è di non leggerlo prima di aver finito Città di Vetro).
Per ora i romanzi editi sono questi. ^^
Al termine di Città del Fuoco Celeste vi è un epilogo, è possibile che sia lo stralcio di un seguito o la saga termina così?
Se intendi la lettera presente a fine libro, allora sì: com’è specificato anche nel romanzo, quella lettera è un po’ un “ponte” tra The Mortal Instruments e quella che sarà la prossima serie sugli Shadowhunters, The Dark Artifices. 🙂 Su TDA trovi maggiori informazioni qui sul sito.
Se invece parli proprio dell’epilogo del romanzo… no. L’unico “seguito” che avrà per protagonista un personaggio di TMI è Tales from the Shadowhunter Academy, una raccolta (inizierà a essere pubblicata digitalmente in lingua inglese questo mese – una storia al mese per dieci mese, e poi i racconti saranno pubblicati in un unico volume cartaceo) su Simon e il suo percorso per Ascendere e diventare uno Shadowhunter. ^^
Nient’altro, però. La storia con protagonisti Clary e Jace (e gli altri) si conclude lì. Ricompariranno anche in The Dark Artifices, questo sì, ma in ruoli di secondo piano – non come personaggi principali. 🙂
Ti tingrazio non è da molto che mi interesso alla saga.. stupenda!
Non voglio sembrarti ripetitiva.. ma il mio dubbio era dovuto al fatto che al termine del libro.. prima della lettera.. come epilogo la giornata del matrimonio dove jace riceve la l anello appartenuto alla sua famiglia su cui sembra ricadere una maledizione.. magari o capito male!? mi dava l ‘idea di una continuità.. O forse speravo così!!
Un altra domanda.. ho letto la saga ma non ancora Shadowhunters le origini.. mi consigli di leggerla?
Per qualche ragione non riesco a rispondere al tuo secondo messaggio :/, quindi lo faccio qui.
Il problema sta proprio nel fatto che non hai letto Le Origini, temo. 🙁 Tessa e Fratello Zaccaria sono personaggi che provengono da quei libri, e ciò che hanno detto/fatto durante l’epilogo di Città del Fuoco Celeste è un po’ un omaggio a The Infernal Devices.
L’anello che Tessa dà a Jace apparteneva a un personaggio che abbiamo sentito nominare per la prima volta alla fine de La Principessa, e che sarà protagonista di The Last Hours (una futura trilogia, ambientata nel 1903 a Londra, che dovrebbe uscire nel 2017). Non si tratta di una porta aperta per un continuo, quindi, quanto più di un filo che lega il passato col presente. 🙂
In ogni caso, ti consiglio Le Origini con tutto il cuore: si tratta di libri splendidi, con personaggi unici che sono certa che non ti pentirai di aver conosciuto! <3
Grazie!! sei stata gentilissima!! 🙂
Come non amare Cassandra? :heart: Mille grazie per la traduzione!!! :kiss:
Oh mio dio, non so come altro commentare questo extra.
Grazie per averlo tradotto :yey: :ops: :happy: :dance: :heart: :roftl:
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